I "Futuri Possibili" di Franco126: quando la quotidianità diventa un disco - Recensione
- Edoardo Previti
- 2 giorni fa
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A distanza di quattro anni dall'uscita del suo ultimo lavoro da solista e a distanza di due anni dalla pubblicazione dell'album "Cristi & Diavoli", realizzato insieme alla Lovegang, lo scorso 28 marzo è tornato, quasi a sorpresa, Franco 126 con "Futuri Possibili", pubblicato da Bomba Dischi.

A differenza dei due dischi precedenti, in questa sua terza fatica discografica come solista l'artista romano è riuscito a fondare alla perfezione il suo lato più cantautorale con le sfumature rap e hip hop, fino ad ora, sempre e solo utilizzate all'interno dei lavori e delle collaborazioni con la Lovegang. Da questa fusione sono nate tredici tracce intrise di pensieri e problematiche tipiche della quotidianità, dai rapporti amorosi fino alle parole non dette.
Inoltre, a differenza dei lavori precedenti, in "Futuri Possibili", Franco126 ha deciso di aprire le porte a più collaborazione realizzando tracce insieme a storici compagni di viaggio e amici, come Coez e Ketama, cantautori dalla simile poetica, Fulminacci e Giorgio Poi, e astri nascenti del panorama rap italiano, Ele A. Per quello che riguarda la produzione, l'artista romano ha affidato questo compito a Golden Years, uno dei più importanti produttori della scena italiana, che è riuscito, a volte affiancato da Wism e Perenne, a rendere coese tutte le canzoni del disco, nonostante il loro muoversi verso lidi e sonorità differenti.
Il disco si apre con “Nottetempo”, brano incalzante fin dalle prime note reso ancor più speciale dalla partecipazione di Giorgio Poi. In questa canzone, la penna di Franchino delinea perfettamente gli stati d’animo di due persone che si sono appena lasciate. Uno stato d’animo malinconico, confusionario e notturno che pensa in continuazione ancora al suo ex partner e che spera che ci sia ancora una speranza per tornare insieme e l’altro in ordine, che sembra essere riuscito a trovato una sua nuova routine giornaliera e a superare la rottura.
La seconda traccia è “Ancora No”, brano dall’aria intima e malinconica e che per le sue atmosfere mi ha fatto tornare in mente “Stanza Singola”. In questa traccia si parla della mancanza, di quanto sia difficile lasciare andare via dalla propria vita una persona che si ha amato, una persona che si aspetterebbe per sempre “fermo ad un infinito semaforo rosso”.
Abbiamo capito, “Futuri Possibili” parla soprattutto dei diversi tipi di dolore che un cuore infranto può attraversare e “Bella Mossa” racconta un'altra sfaccettatura di questo tema. Franchino, insieme a un altro esperto di cuori infranti come Coez, in questa traccia canta di una relazione finita per colpa della delusione. I due artisti raccontano la nascita e la fine di un rapporto nato in estate, fatto di cose stupide, del proteggersi durante i giorni cattivi ma che è finito in pochi istanti, per via di una scenata da Oscar senza alcun senso e che ha minato, in maniera irreparabile, un aspetto fondamentale di ogni relazione, ossia la fiducia nell'altra persona.
Dopo una traccia malinconica e movimentata come “Bella Mossa”, il disco prosegue con “Quattro Fermate”, altro brano ritmato che rapisce l’ascoltatore fin dalla sua intro. Con un flow a metà via tra il cantato e il rappato, Franco126 racconta il turbinio di emozione che si prova nei primi giorni post rottura, quando si fa fatica a dormire la notte per via dei mille pensieri che frullano nella testa, si cerca di non pensare alla propria ex ma, allo stesso tempo, si spera di incontrarla nei soliti posti, per caso, e non si fa altro che aspettare, scioccamente, una sua chiamata impossibile. Nella parte finale, però, sembra emergere della positività dovuta all’importanza del tempo, ossia di come l’accettazione della fine di una relazione arriverà solo dando tempo al tempo.
Con “Scacciapensieri” la penna di Franchino tocca vette altissime. In questa canzone, il cantautore dopo aver abbozzato l'idea del dare "tempo al tempo" nel finale di "Quattro Fermate", parla proprio del ruolo che il tempo gioca nel far superare la fine di una relazione. Tempo che inizialmente sembra non passare mai ma che, giorno dopo giorno, riesce a guarirci, a far tornare negli occhi quella speranza nei confronti del futuro e dell’amore. Tempo che serve per superare la fine di una relazione, che ci fa rimuginare sugli errori, sulle cose positive che questa relazione ormai finita ci ha insegnato e che ci trasforma in persone nuove, quasi irriconoscibili anche a noi stessi.
“Prima dell’Alba” è stato l’unico pezzo pubblicato come singolo prima dell’uscita di “Futuri Possibili”. Canzone che si basa quasi interamente su un arpeggio di chitarra, in questa traccia Franchino fotografa alla perfezione i titoli di coda di una relazione, momenti in cui si inizia a prendere atto della fine, ma davanti a cui non si può far niente. Di questa canzone mi ha colpito molto il verso “fa sempre un po' più buio prima dell’alba” perché è la metafora perfetta per descrivere quello stato d'animo che si prova nei giorni che precedono la rottura, giorni pieni di tristezza, in cui ci si cerca rifugio nei ricordi e dove ogni piccolo gesto, come un bacio non dato, un abbraccio respinto, una lacrima sul viso nascosta, pesa come un macigno.
Per uscire dal clima malinconico, dal piantino immediato, di “Prima dell’Alba” ecco che parte “Due Estranei”, canzone che vede la straordinaria partecipazione di Fulminacci. Su un ritmo incalzante, dominato da un basso ballerino, la penne di Franchino e Fulminacci dipingono due futuri ipotetici in cui non si ha incontrato la persona amata. Ipotizzando di essere due estranei, Franchino racconta un futuro in cui, alla fine, ci si incontra ancora e ci si innamora di nuovo, mentre Fulminacci ipotizza un futuro in cui, alla fine, non ci si è mai conosciuti. Ora chiedo a voi lettori, se voi con i vostri ex-partner foste due estranei, ci riprovereste come Franchino o fareste come Fulminacci?
Eccoci giunto alla canzone che dà il titolo all’album e che non è altro che il manifesto di questo terzo lavoro in studio di Franco126. “Futuri Possibili” parla dell’imparare a convivere con la nostalgia, con la tristezza di ciò che il destino ha scelto, nonostante, ogni tanto, dalle finestre dei futuri possibili si sentono gli spifferi di futuri in cui la magia non si è mai spenta.
In “Angelo” esce il Franchino rapper. In una base dall’atmosfere old school, la penna del cantautore romano descrive alla perfezione un colpo di fulmine, un incrocio di sguardi in strada fatale capace di far “vivere una vita intera in un mezzo secondo restando immobile”.
Il disco prosegue con “Vampiro”, traccia che vede la partecipazione dell’amico e compagno di Lovegang Ketama126. Questa, posso definirlo, come il brano più caciarone, leggero dell’intero disco, una canzone che entra in testa fin dal primo istante e che parla di quei giorni passati in casa a far nulla, a fare zapping e in cui si esce solo alla sera per stare in compagnia dei propri amici e per fare il giro dei bar.
“Occhi Ingenui” è il brano più rap e hip hop dell’intero disco. Su una base che sembra essere uscita da un disco rap italiano degli anni ’90, la penna di Franchino racconta la fine di una storia già scritta fin dalle prime righe, una relazione che si basava su delle aspettative impossibili, su delle bugie e che ha come unico epilogo la sua fine nel più breve tempo possibile. Nonostante l’eccelsa interpretazione e il flow di Franco126, il ruolo di protagonista in questa canzone è svolto da Ele A, rapper Svizzera che è entrata a gamba tesa sulla scena musicale rap ed hip hop italiana, con un suo stile fresco ma che richiama i grandi rapper del passato, italiani e non.
Il disco prosegue con “Pausa”, brano con cui il cantautore romano ritorna sul tema di quanto sia importante prendersi del tempo per superare la fine di una storia d’amore, prendersi giorni, settimane, mesi e anche anni per elaborare quella ferita e riuscire a rimettersi in gioco.
“Futuri Possibili” si chiude con “Frasi Fatte”, una canzone che, fin dal primo momento, mi ha ricordato quel cantautorato italiano anni ’70, sulla falsa riga di Franco Califano. Questa traccia è la perfetta conclusione di un disco come “Futuri Possibili”, un album che è un vero e proprio viaggio attraverso agli stati d’animo che solo un amore appena finito riesce a far provare. Una relazione che anche se terminata farà sempre parte della nostra vita, del nostro percorso e soprattutto ci ha insegnato a prendere atto, dando tempo al tempo, che una storia d’amore, per quanto forte ed importante sia, può giungere al termine.
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