I Coma_Cose con l'album "Nostralgia" cambiano rotta. Dimenticate i giochi di parole, il sound principalmente urban che da sempre li ha caratterizzati e la loro amata Milano, sfondo di canzoni leggere, spensierate e ironiche. Il duo ha deciso di fare sul serio.
"Nostralgia" è un album che per certi versi non ti aspetti dai Coma_Cose, ma dopo averlo ascoltato ti rendi conto di averlo sempre desiderato inconsapevolmente. E' un album nostalgico che guarda il passato con gli occhi del presente, è vero e fragile. Rappresenta quella sospensione tra l'essere grandi e l'essere adulti, ma allo stesso tempo è un promettersi, tra Fausto e Francesca, di rimanere integri con il passare degli anni. Questi sei brani rappresentano al meglio il nuovo viaggio dei Coma_Cose. Il disco spazia dall'elettronica, al rock, al pop e le voci dei due artisti si intrecciano con maggiore intensità fino ad essere quasi irriconoscibili.
Apre le danze "Mille Tempeste". Sonorità distorte introducono l'ascoltatore in questo mondo sospeso tra Milano e la Provincia, tra il presente e un passato che ricorda un'adolescenza fatta di incertezze e di mille cazzate, guardando il cielo aspettando le risposte giuste.
"La galassia è l'Italia, la città è la provincia" (da "Mille tempeste")
A seguire il brano più potente ed immediato dell'album: "La canzone dei lupi". Una canzone d'amore che riconosce la necessità, dopo anni passati insieme, di mantenere integra quella ribellione individuale che ci permette di essere persone libere. Una libertà, un fuoco che non si possono addomesticare, proprio come i lupi.
"Lo so, ora non ci credi, ma tutto si addomestica, tranne i lupi e noi." (da "La canzone dei lupi")
Una vera e propria istantanea del periodo pandemico è rappresentata da "Discoteche Abbandonate". Quegli "scheletri di cattedrali" del divertimento dove almeno una volta nella vita ci si è sentiti liberi di ballare e di sbagliare, ma allo stesso tempo inadeguati ed impacciati. Luoghi che ormai fanno parte di ricordi lontani che con il passare del tempo diventano sempre più sbiaditi.
"Ma che misericordia la consolle ora è ferraglia. Ci guarda come un crocifisso sopra la lavagna dai tempi della scuola" (da "Discoteche abbandonate")
In un momento ci ritroviamo sul palco dell'Ariston con "Fiamme negli occhi", la canzone più pop del disco e allo stesso tempo ha spalancato al duo le porte del grande pubblico. Una ballad che racconta una grande storia d'amore dove basta uno sguardo per riconoscersi.
"Hai le fiamme negli occhi ed infatti se mi guardi mi bruci" (da "Fiamme negli occhi")
Emblema della nostalgia è il brano "Novantasei". Con le sue sonorità rock-alternative/grunge ci riportano nel posto in cui si vive e in cui ci si ama per eccellenza: sotto palco. Si ricordano gli anni '90 e quella storia d'amore consumata con i Nirvana in sottofondo e tutto il resto scorreva liscio come il gel tra i capelli.
"Se tu mi fai essere vento nella foresta all'orizzonte. Nuvole basse, ballavi e ti scavavi con i piedi la fossa davanti alle casse" (da "Novantasei")
Il penultimo brano "Zombie al Carrefour" è il più introspettivo e malinconico. Dopo che l'adrenalina da fine serata si dissolve con l'arrivo dell'alba, arriva quel momento in cui bisogna tornare a casa, luogo dove i sensi di colpa riaffiorano con facilità. Il Carrefour rappresenta quel luogo sospeso di tregua e pace dove la vita scorre a una velocità diversa, la spesa diventa un pretesto per lasciare il proprio corpo e avventurarsi tra ricordi e pensieri lontani: una seduta psicoterapeutica fuori dalla quale ci aspetta un'alba splendida.
"Pur di non ritornare a casa, dove vivono i sensi di colpa, ho preferito lasciarli da soli come si fa coi genitori quando si cresce" (da "Zombie al Carrefour")
L'outro (skit) finale è una semplice nota vocale che ci fa capire quanto questo album sia nato con semplicità e con la necessità di svuotarsi dal passato per riuscire a fare nuovi passi verso il futuro.
"Nostralgia" ci ha mostrato quel lato di sè che i Coma_Cose non avevano ancora rivelato e non possiamo che essere entusiasti del risultato. E' un album che ha bisogno di più ascolti per diffondere ogni sua nota e sfumatura e come un bagno nella nostalgia, ne usciamo ogni volta nuovi e diversi. Fausto e Francesca non hanno nessuna intenzione di posarsi sugli allori e la loro voglia di sperimentare e stupirci non ha che iniziato a brillare. Stanno imparando a giocare con i nostri sentimenti e il nostro umore a loro piacimento recitando in ogni traccia un copione musicale e lirico diverso. Altro che canzonette, quei due hanno voglia di fare sul serio.
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