Naska & Fuckyourclique: un live all'insegna della provocazione e del pop-punk - Live Report
- Martina Strada
- 1 ago
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Articolo di Edoardo Previti e Martina Strada
Nelle – sempre più calde – estati di Milano e provincia, chi non parte con il primo boccheggiare per più freschi e ameni lidi si ritrova ad eventi e concerti un po’ nella speranza di trovare del fresco nelle location (illusi) e un po’ per non pensare al fatto che le ferie sono ancora lontane. Il Rugby Sound a Legnano è da anni un punto di ritrovo per appassionati di qualunque genere e qualunque età oltre ad essere certezza di divertimento e svago. Quest'anno, dopo aver partecipato al live dei CCCP - Fedeli alla Linea - di cui ha parlato il maestro Anghi - il 17 luglio siamo tornati nella splendida e sorprendente location dell'Isola del Castello per vedere dal vivo Naska e i Fuckyourclique, per una serata all'insegna della provocazione e in pieno spirito pop punk.

I Fuckyourclique sono un trio romano che si palesa sul palco del Rugby Sound vestiti come una via di mezzo tra tre dissennatori colorati e dei teletubbies. Nonostante il loro outfit particolare, già dal primo verso ci rendiamo conto che sono, come dire, un po’ sboccati. I loro testi affilati come coltelli e che non guardano in faccia nessuno - basta ascoltare "Nameless" per capire cosa stiamo dicendo - comprendono in media almeno un’imprecazione ad una divinità accostata ad un elemento animale e questo gasa molto la folla. Le basi sono delle mine, farebbero sia ballare anche i più suscettibili al genere (e infatti noi ci troviamo a muoverci senza motivo) che pogare anche i sassi. Il momento di vero delirio si raggiunge quando Orietta Berti sale sul palco senza essere annunciata per promuovere "Cabaret", il brano estivo fatto dal collettivo romano, insieme alla Orietta nazionale e a Fabio Rovazzi. Senza dubbio, una delle cose più bella della serata è stato sentire gente dire con una punta di orgoglio “ho pogato su Orietta Berti”. Per chi avesse questa cosa nel bingo 2025, chapeau. Noi non l’avremmo mai indovinata.

Dopo il delirio dei Fuckyourclique e non ancora ripresici del tutto dal duetto con Orietta, le luci si spengono e il palco si prepara ad accogliere colui che sta riportando il pop punk alla Blink-182 in Italia. Quando Naska sale sul palco per un momento, quasi infinito, l’aria si fa fresca e tutto rallenta ma, come in Big Fish quando il protagonista incontra la sua anima gemella e il tempo rallenta poi tutto deve velocizzarsi per recuperare e così succede. Il pogo parte piccolo e si allarga pian piano, pezzo dopo pezzo è un susseguirsi di gente che canta con l’artista, polvere che si alza da terra, urla al palco e spinte qua e là.
Diego porta a casa uno show ben fatto, molto partecipato dal suo pubblico e coinvolgente non solo a livello fisico ma anche emotivo, soprattutto quando canta senza la base “Wando” – il brano dedicato al papà. Uno show in cui si passa dal pogo più selvaggio, a momenti più intimi, come durante "Sex Toys", ma con un'unica costante, ossia l'urlare a squarciagola ogni singola parola delle sue canzoni.
Forse l’unico neo dello show è stata l’assenza di ospiti che con grande impazienza abbiamo aspettato rimanendo un pochino delusi (sì amici Finley, parliamo proprio di voi) ma nel complesso lo rifaremmo volentieri, magari da più davanti, magari evitando di un poco il pogo che comunque era composto per il 98% di gente educata e attenta, che non serve ribadirlo per chi è abituato ma noi ve lo diremo lo stesso.
Siamo quindi qui per dirvi che se doveste avere la possibilità di andare a vedere questi due artisti: fatelo. Anche se non conoscete i brani, anche se non vi drogate e non bestemmiate. Andateci con mente aperta, in compagnia e con voglia di divertirvi e state sicuri che vi porterete a casa un ricordo indelebile di un bel concerto.
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