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Metaverso, Criptovalute e NFTs: il mondo virtuale


Il Metaverso di cui tanto si sta parlando negli ultimi anni, con gli NFTs protagonisti in quasi ogni ambito economico - tramite le criptovalute - e memico attuale, ha conquistato anche il mondo e l’industria della musica, con iniziative inedite che pian piano stanno prendendo piede anche tra i più scettici sull’argomento.


Ma partiamo dall’origine di questa variegata realtà…

Il termine Metaverso è stato coniato da Neal Stephenson in Snow Crash (1992), libro di fantascienza cyberpunk (corrente letteraria e artistica nata negli anni ottanta del XX secolo) descritto come una sorta di realtà virtuale altamente immersiva e condivisa tramite internet, dove si è rappresentati in tre dimensioni attraverso il proprio avatar. La parola ha iniziato ad avere molto più successo però da quando il CEO di Facebook Mark Zuckergerg ha cambiato il nome della sua società in META il 29 ottobre 2021, riferendosi appunto al metaverso.



Ma cosa sono questi fantomatici NFT di cui tanto si parla? Vi starete chiedendo.

Il termine NFT sta per Non-Fungible Token, che in italiano vuol dire letteralmente “Gettone digitale non fungibile”, non riproducibile e dunque sono pezzi unici che non possono essere sostituiti con altri. NFT può essere qualsiasi oggetto digitale ovvero un video, una foto, una GIF, un testo, un articolo, un audio, tutti certificati come se sopra ci fosse la firma dell’autore, e nessuno può contestarne l’originalità e l’unicità.

Detta così, potrebbe sembrare una cosa scontata, ma la tecnologia dietro gli NFT va detto che non traccia l’identità dell’acquirente: per farla breve, è come partecipare ad un’asta di quadri. Il pezzo acquistato sarà tuo e tuo soltanto, puoi appenderlo in casa, esporlo o malauguratamente farlo usare al tuo gatto come tiragraffi, ma qualsiasi cosa gli accada la responsabilità sta a te e l’autore, in caso di utilizzo poco convenzionale dell’opera, comunque non potrà contestare la cosa. Nel caso di un NFT, l’acquisto è possibile tramite l’apertura di un wallet digitale (ce ne sono diversi) che permette l’acquisto, la vendita e lo scambio di criptovalute, che a loro volta permettono l’acquisto di NFT. Se vi interessa particolarmente il mercato delle criptovalute, tutte le tipologie e i valori di queste vi consigliamo di dare un’occhiata qui.

Una delle problematiche scatta nel momento in cui, però, il wallet è basato su un codice alfanumerico che non implica l’immissione della carta di identità; per quanto sia tutto certificabile e tracciabile, non è possibile conoscere l’identità dell'acquirente a meno che egli stesso non si faccia avanti.


Dall’inizio dello scorso anno, gli artisti internazionali che hanno deciso di approdare su questo particolare mercato non sono pochi: i Kings of Leon, per esempio, sono stati i primi a rilasciare un album completamente in NFTs, “When you see yourself”, con 3 tipi di token che comprendevano un pacchetto speciale dell’album, posti a vita in prima fila per i live ed esperienze audiovisive esclusive. A seguire Grimes ha collezionato quasi 6 milioni di dollari in 20 minuti (più o meno lo stesso tempo che impiego io per mettere assieme 30cent fuori dal polo per un caffè) vendendo una serie di artwork digitali con alcune tracce inedite al suo interno. Recentemente, ad una settimana dall’uscita di “Fix yourself not the world”, i Wombats restano sulla cresta dell’onda annunciando il 25 gennaio una collaborazione con Kollectiff, la principale agenzia del Web3 odierno (sistema di decentralizzazione di rete online basata sulla tecnologia blockchain, ndr). Qui potete trovare la collezione di NFT della band, dal titolo “A Metaverse Music Experience”, uscita l’8 febbraio in collaborazione con The Sandbox.

Anche le piattaforme streaming musicale non sono rimaste estranee ai giochi, con Audius che, controllata da artisti ma di fatto basato sulla blockchain, ha lanciato il proprio token $AUDIO per una partnership con Tik Tok, che permetterà al social di disporre delle canzoni degli oltre 100k artisti presenti nel catalogo Audius.

Per quanto riguarda il “problema” dell’identità citato precedentemente, difficile non menzionare il simpatico aneddoto che vede coinvolto Snoop Dogg come “Cozomo De’ Medici”, un collezionista di NFTs che aveva scalato rapidamente le vette nel sistema per i frequenti acquisti da capogiro effettuati.


Snoop Dogg è inoltre uno dei partner principali nella piattaforma The Sandbox, mondo virtuale dove i giocatori possono costruire, comprare e monetizzare la propria esperienza di gioco nella blockchain Ethereum. L’obiettivo principale della piattaforma è quello di distruggere la concorrenza di giochi come Minecraft e Roblox, fornendo ai creator anche la possibilità di vendere e creare NFT (quest’ultima opzione è possibile grazie a VoxEdit) e di guadagnare premi per continuare a giocare nell’ecosistema. In sostanza, è una piattaforma di gioco fortemente basata sugli UGC (User Generated Content) infatti tutto quel mondo virtuale è creato dai diversi giocatori che creano NFT che possono essere sia avatar, che elementi del contesto come case, strade, fontane etc che vere e proprie terre o land su cui far giocare i propri avatar.


In Italia però, la questione del metaverso e degli NFT è arrivata, aggiungerei ovviamente, in ritardo rispetto al resto del mondo per quanto riguarda l’ambito musicale. Nel nostro paese abbiamo avuto l’onore di sentir parlare di NFTs grazie a Morgan, che ha messo qui in asta un suo inedito, anche se il primato mondiale si deve in realtà ai Belladonna, che il 17 marzo 2021 hanno messo all’asta il loro singolo “New Future Travelogue divenendo così i primi artisti al mondo ad includere i diritti d’autore in un NFT (nonché i primi italiani a farlo!). La questione dei diritti d’autore è stata evidenziata in primo luogo dai Belladonna: inserendo nel token non solo la traccia in sé ma anche il copyright, l’acquirente ne diventa co-proprietario insieme all’artista; ciò implica che un qualsiasi utilizzo del brano (es: colonne sonore, pubblicità, podcast, riproduzione live) vede una decisione congiunta di proprietario-artista e proprietario-fan, per cui entrambi devono rendere necessariamente conto all’altro circa i permessi d’utilizzo del brano.


Il cantautore italiano Michael Venturini - che ha rilasciato un'intervista per IndieVision proprio qualche mese fa - ha messo in vendita qui un suo NFT chiamato “Notte Solitaria” il primo febbraio. L’artista ci ha spiegato come è nata la sua idea: “Il mio interesse per il metaverso e gli NFT è nato senza il coinvolgimento o l’influenza del mercato musicale, ne ho sentito parlare da quando Facebook è cambiato in META e mi sono messo a studiare l’argomento partendo dal meccanismo base, ovvero la blockchain”.

Anche Mahmood, fresco di vittoria al Festival di Sanremo in coppia con Blanco, ha deciso di sperimentare con questa novità tecnologica per il suo ultimo album Ghettolimpo, uscito a giugno 2021. Il cantante ha infatti lanciato una collezione esclusiva di artwork digitali: sei animazioni che corrispondono ognuno a un immaginario diverso – Inuyasha, Rapide, Dorado, Klan, Kobra e Zero – oltre al logo dell’album e la cover teaser.


Insomma, questo metaverso e tutte le tematiche ad esso collegate - come NFT e criptovalute - sono in continua crescita e stanno suscitando sempre più interesse di artisti e cantautori di tutto il mondo. I giovani sono forse quelli più esperti di questa tematica mentre molti boomer sono scettici e spesso credono che sia un mondo totalmente pericoloso e inaffidabile, pieno di truffe e con il quale sia impossibile guadagnare vero denaro.

In realtà se ci pensiamo, utilizziamo già le carte di credito e il denaro digitale non è una realtà così lontana visto che è ormai da anni che siamo abituati a fare acquisti online. Il metaverso è solo un’evoluzione di tutto ciò, da un lato potrebbe essere anche spaventoso, ma sicuramente è un grande passo in avanti che ci potrebbe riservare ulteriori sorprese e innovazioni in futuro!

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