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“La primavera della mia vita”, ovvero concedersi il lusso di rinascere e cambiare idea

In sala da ieri fino a domani 22 febbraio, “La primavera della mia vita”, la parentesi cinematografica di Colapesce e Dimartino con la regia di Zavvo Nicolosi (alla sua opera prima), è l’ennesima riconferma dell’eclettico estro creativo del duo musicale più iconico del momento. La sceneggiatura, a cura degli stessi Colapesce e Dimartino e di Michele Astori e Zavvo Nicolosi, è una piccola perla comica e al contempo riflessiva con l’amicizia e la rinascita come tema centrale. Un toccasana per iniziare bene la settimana.



Tutto comincia con Colapesce e Dimartino riuniti, dopo anni di silenzi reciproci a seguito di incomprensioni musicali e di carriera, in un viaggio on the road per la Sicilia per documentare alcuni personaggi e location iconiche dell’isola da far confluire in un libro commissionato dai semeniti e pagato profumatamente, una manna dal cielo per entrambi, allo sbando dopo la separazione. L’opportunità, scovata da Dimartino, non convince dapprima Colapesce, più incline a tornare nella scena musicale che in quella letteraria, ma ben presto l’affezione per il suo amico e le sfide che gli si porranno davanti lungo il viaggio lo faranno ricredere più di quanto si sarebbe immaginato capace di fare. E così, tra una società simulatrice di pizzo per turisti (chiamata “speedypizzo”), un coro degli albini, suore sommozzatrici, pane all’LSD e il cugino messinese di Shakespear (solo per citare alcuni scorci dei brillanti tratti tragicomici del film) i due si ritroveranno in un viaggio core a core alla riscoperta di un’amicizia mai perduta davvero e che richiedeva solo il giusto seme per rifiorire e rinascere meglio e più forte di prima.



Con una fotografia a metà tra le simmetrie di Wes Anderson e i tagli di Woody Allen, l’ironia irresistibile del duo siciliano e il sole e gli scorci mozzafiato di una Sicilia riscoperta sulle roventi strade che la attraversano, dopo i titoli di coda (senza purtroppo finali a sorpresa Marvel style) mi sento bene, con un sorriso stampato sulle labbra e fatico a muovermi dalla poltrona, chiedendo un bis, o perlomeno una comparsata dei due per stringergli la mano e abbracciarli forte.



Impreziosito poi da numerosi e indovinati cameo di artisti amici come Brunori Sas, in veste di un catafratto Jim Morrisas, Madame, un Roberto Vecchioni complottaro, un sempreverde Erlend Øye con “la comitiva” e un Corrado Fortuna in veste da pirata de noantri, oltre che da una colonna sonora a cui hanno partecipato, tra gli altri, Giordano Colombo, Federico Nardelli, Giulia Emma Russo, Davide Rossi, Marco Giudici, Adele Altro e Madame e che verrà pubblicata per CAM Sugar in vinile numerato e sulle piattaforme di streaming dal 24 febbraio, il risultato finale diventa quindi anche un piccolo autoritratto della crema musicale italiana contemporanea.



“La primavera della mia vita” è un film che coglie nel segno e sorprende per quanto fresco e leggero riesca a volare ma quanto nel profondo colpisca. Non c’è una scena superflua, una battuta di troppo, un momento morto: tutto scorre perfettamente e piacevolmente, e con i due protagonisti cresciamo e maturiamo come mandorli al sole e come loro ci interroghiamo su quante occasioni di rinascere e cambiare idea sprechiamo ogni giorno in virtù di una cieca accettazione di una presunta nostra essenza consolidata, di un modo di essere e di fare che crediamo granitico e che facciamo sbattere ripetutamente prima di mettere in discussione. Un sublime esperimento riuscitissimo che consacra il duo siciliano al grande schermo con entusiasmo e convinzione, e che speriamo a questo punto non resti solo un caso isolato.


“Abbiamo tante cose da perdonarci” recita Dimartino in una delle scene iniziali, e a volte ciò che ci serve davvero è proprio fare pace con noi stessi, prima che con gli altri. Se non l’avete già fatto, correte in sala e non perdetevi questo piccolo gioiello crossover, merita ogni minuto della vostra attenzione. Avete tempo fino a domani! Qui l'elenco delle sale in cui è possibile vederlo.

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