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"Jack Frusciante è uscito dal gruppo": esce oggi "Due", perché dopo trent'anni questo romanzo ispira ancora le nuove generazioni

Uscito nel 1994, “Jack Frusciante È Uscito Dal Gruppo” di Enrico Brizzi è un romanzo tardo adolescenziale che quest’anno compie trent’anni e da trent’anni forma e ispira i giovani di due generazioni.

 

Quando “Jack Frusciante È Uscito Dal Gruppo” è stato pubblicato avevo un anno, per cui non ho provato direttamente sulla mia pelle il successo che è scaturito da questo romanzo. L’incontro con questo libro è avvenuto sui banchi di scuola in un liceo di periferia, nell’ormai lontano 2008, quando la mia professoressa d’italiano ha deciso di proporre ad una classe di sole ragazze solo testi che trattavano d'amore. Scelta particolarmente originale.


Quello che questa professoressa non sapeva – e ancora non sa – è che la lettura di “Jack Frusciante È Uscito Dal Gruppo” avrebbe cambiato la mia visione della realtà, mi avrebbe fatto mettere in discussione le relazioni presenti e future oltre che porre le basi per i gusti e le scelte musicali degli anni a venire dell’alunna che meno amava e stimava.

 

Il romanzo di Brizzi racconta la storia del vecchio Alex, diciassettenne rock parrocchiale, con degli amici che non si conformano con la tipica popolazione del liceo classico Caimani composta principalmente da figli di papà. Alex ascolta musica “che non è musica, è rumore”, si sposta solo in bicicletta per una Bologna dei primi anni ’90, ha storie di poca importanza finché una pseudoprimaverile domenica pomeriggio non si dà appuntamento con Adelaide, detta Aidi, davanti alla Feltrinelli sotto le due Torri.


Aidi, che “non è una ragazza, è un intero disco di Battisti”, e Alex diventano più che amici: il loro legame diventa così stretto e non etichettabile che a volte fa male, a volte fa paura ma è la cosa più vicina ad una felicità tardo adolescenziale che si possa provare e a tratti sembra proprio amore. La loro relazione ha però i giorni contati, Aidi partirà per un anno in America alla fine di agosto e questo grande volo sarà una sfida per entrambi.


E poi c’è Martino, uno che al vecchio Alex non avrebbe dovuto nemmeno stare simpatico su carta e invece tra i due c’è il rispetto che si riserva solo alle grandi amicizie e questa amicizia lascerà sulla pelle del nostro protagonista un segno profondo e indelebile.

 

Nel 1996 esce anche il film con Stefano Accorsi nei panni del nostro Girardengo appena più basso e rock e Violante Placido come Aidi. Trasposizione onesta del romanzo ma personalmente la versione cartacea ha uno spazio d'onore in più nel mio cuore nonostante la colonna sonora del film sia un capolavoro.




Perché ve ne parlo? Perché oggi 17 settembre 2024 esce nelle librerie, dopo trent’anni, “Due” il seguito di questo libro pazzesco che -come dice Brizzi su Instagram- fino ad un anno fa circa mai aveva pensato di scrivere ma ora è qui per raccontarci cosa è successo al Vecchio Alex e alla sua Aidi. Inutile dirvi che mentre leggete questo articolo, io sono già sulla via della Feltrinelli più vicina per prendere la mia copia con l’intento di finirla entro la settimana.

 

In conclusione, a distanza di trent’anni dalla sua uscita e a sedici dalla mia prima lettura, “Jack Frusciante È Uscito Dal Gruppo” resta un libro che ancora sa emozionare e ci fa guardare con un occhio a volte critico, a volte nostalgico, certi aspetti adolescenziali che ci siamo lasciati alle spalle. Mira ancora a quei sentimenti un po’ naïve che si hanno a diciassette anni e alle speranze che ancora si ripongono nel futuro e nel diventare grandi. Ci racconta uno spaccato del Bel Paese che non tutti abbiamo vissuto in maniera attiva.


Leggerlo, oggi, è fare un passo fuori dal cerchio che ci hanno disegnato intorno e guardarlo, analizzarlo e decidere come si vuole vivere in questa società di regole imposte e pressioni. Sta a noi, una volta conclusa la lettura, decidere se tornare nel cerchio e cercare di cambiarlo dall’interno o tornare continuando ad uniformarsi. Da sedici anni a questa parte il mantra che risuona nella mia vita è la conclusione della lettera di Martino ad Alex, poche parole ma il vero sunto di questo libro:


“Non lasciare che ti sottomettano”

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