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Frah Quintale torna con "Amor Proprio", un disco che cura senza nascondere le ferite - Intervista

Aggiornamento: 11 ott

A distanza di due anni dal joint album con Coez e a distanza di tre dall'EP “Storia Breve”, il prossimo 10 ottobre uscirà “Amor Proprio”, terzo album in studio di Frah Quintale pubblicato da Warner Music e Undamento.


Un ritorno atteso con calore e anticipato dai due singoli “Lampo” e “Lunedì Blu”, dall’annuncio della sua prima tournée nei palazzetti, prevista per la primavera del 2026, e da una sorta di caccia al tesoro, avvenuta nelle scorse settimane tra le vie Milano, dove Frah e la sua crew hanno collocato alcune affissioni con l'artwork del disco e la frase simbolo: “Prima di amare gli altri pensa ad amare te stessx”.


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Più che un semplice disco, questo terzo lavoro in studio di Frah Quintale è un vero e proprio viaggio emotivo tra gli alti e i bassi della quotidianità con partenza da un punto ben preciso. Il momento in cui si impara a restare da soli, si accoglie la propria solitudine e ci si dà il modo e il tempo di ascoltarsi e guardarsi dentro. Essendo un processo lento e che richiede tempo, il trovar l’amor proprio, per scrivere questo album ci sono voluti diversi anni e l’ispirazione - come lo stesso Frah ci racconta - è venuta da diversi luoghi oltre che dall’interno.


A differenza dei lavori precedenti, in “Amor Proprio” si sente un Frah Quintale più maturo, pur ritrovando il suo stile musicale e testuale inconfondibile, testimoniato su tutti da tracce come “1 ora d'aria 1 ora d'ansia" con Tony Boy e "Non scendo più".

Si sente un artista che uscito da un momento personale difficile, è riuscito a mettere nelle sue canzoni tutte le sensazioni, tutto ciò che ha imparato durante il percorso che l’ha portato all’amor proprio, ad imparare il valore della solitudine e l’importanza di riuscire ad ascoltarsi per capire, davvero, cosa si vuole, senza farsi influenzare dalle aspettative esterne.

Se state cercando un album semplice, senza troppe pretese, non ascoltate “Amor Proprio” perché è un lavoro intimo, personale, frutto di un processo creativo durato anni e che necessita di più ascolti per far si che si possano cogliere tutte le sfaccettature dell’essere capaci di amare sé stessi, la propria solitudine ed il proprio essere.


"Per quanto mi riguarda, l’amor proprio è fare qualcosa per sé stessi indipendentemente da quello che il mondo si aspetta da noi, è un processo al quale serve tempo per instaurarsi, crescere e indirizzarci verso le persone che saremo."

Andando tra le varie tracce del disco, ci si trova davanti a un Frah Quintale a metà tra voglia di sperimentare nuovi orizzonti musicali, come dimostrano l’agrodolce e lennoniana “Lunedì Blu”, la ballad malinconica estiva “A prescindere” con Colapesce, l’intima e delicata “Chiodi”, la cinematografica “Occhi diamanti” con Joan Thiele, e il voler lasciare il segno con il suo inconfondibile stile tra urban, rap e cantautorato che sgorga in canzoni come “Né oggi né domani”, “Anni che non dormo”, forse il brano più intimo e personale dell’intero disco, “Lampo”, “Gelato”, in cui è presente un omaggio all’immenso Lucio Dalla, e la bellissima “La notte”, brano che esemplifica il nuovo capitolo musicale di un artista capace di scrivere barre profonde, personali e che riescono a toccare le corde più intime degli ascoltatori.


Questo nuovo capitolo musicale, come ci ha raccontato lo stesso artista made in Brescia, sarà uno dei protagonisti anche del suo primo tour nei Palazzetti, che prenderà il via nel 2026. Più che dei semplici concerti, le sei date primaverili saranno delle feste con tanti ospiti, nel quale l'artista toccherà varie tappe della sua carriera solista, iniziata nel lontano 2016 con il brano cult "Colpa del vino".




Hai parlato del momento in cui “stare da solo ti ha insegnato ad ascoltarti”. Quando hai capito che questo tema — l’amor proprio — sarebbe stato il centro del disco?

“Devo dire che, al contrario di tanti altri lavori miei, il titolo è stato la prima cosa che ho captato, perché mi sembrava un bel titolo. Stavo quasi per proporlo al posto di “Lovebars” (il joint album con Coez), perché questo fatto dell’amor proprio c’è quasi sempre stato, ma poi non l’ho più proposto perché sui temi non coincideva troppo. Questo titolo me lo sono tenuto in un angolo del cervello per diverso tempo. Non c’è stato un esatto momento che ha portato alla nascita di questa tematica, ma fin da quando mi è venuta in mente, mi è sembrato un tema su cui poter sviscerare l’amore, non solo a livello relazionale, ma nel senso di prendersi cura di un qualcosa che va oltre a questa tipologia d’amore.


Qual è la frase che per te racchiude il senso di "Amor Proprio" e può diventare un messaggio per chi sta ancora imparando ad amarsi?

Sicuramente la frase che apre il disco: “Prima di amare gli altri prova ad amare te stesso” è quella più iconica. Ma ce ne sono anche tante altre, secondo me. Ad esempio, ne “La Notte” c’è “Rompersi in mille pezzi per vederci un po' meglio / per cercare tra i resti”, in “Chiodi” ci sono dei versi in cui parlo del lasciare andare una persona, che non si può fermare perché ognuno ha il suo destino, il suo percorso. Quindi, ce ne sono di diverse. Ma se dovessi scegliere la più iconica ti dire quella di “Né oggi né domani” che ho utilizzato anche sui cartelloni che ho sparso per Milano.


Con Colapesce c’è un’alchimia evidente in “A prescindere”. Cosa ti ha colpito di più del suo approccio alla scrittura?

Quello che mi piace di Lorenzo (Colapesce), come dicevo ad un mio amico un po’ di tempo fa, è il fatto che nella sua scrittura si senta l’appartenenza al luogo in cui è cresciuto, alla Sicilia. Si sente proprio il mare quando canta. Ha delle immagini che rappresentano il posto in cui viene, le sue radici, come si sente nel verso: “le parole graffiano la pelle come il maestrale”.


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