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Facciamo a pezzi "Irreversibile" con Ciulla - Intervista

Anche quando tutto sembra irrimediabilmente buio, ci può essere una luce che illumina la strada e ti dà la forza di riprendere a camminare.

Nel caso di Ciulla, questa luce è stata proprio "Irreversibile", il suo ultimo singolo, ispirato dalle parole di conforto pronunciate da una persona a lui vicina. Parla di normalità, di cose e sensazioni che ormai sembrano lontane ma appena evocate suonano familiari e pregne di nostalgia: il post sbronza, i numeri di sconosciuti sul cellulare dopo una serata non proprio all'insegna della sobrietà, l'innamoramento.

Regalandoci questa canzone, Ciulla ci ha ricordato la vita e ha dato anche a noi un po' di malinconica speranza a cui aggrapparci, proprio come ha fatto lui.


Ciao Ciulla! Come stai? Come sta andando questo periodo? Ad essere sincero mi sento sorprendentemente bene e ho perfino assunto uno strano (e ingiustificato) ottimismo. In questo momento ti sto rispondendo dalla mia casa sul mare in Toscana e, contrariamente alle mie aspettative, sono riuscito a reggere bene questa nuova clausura dandomi una routine. Essendo di natura un tipo abbastanza “eremitico” non vedo l’isolamento necessariamente come una condanna. Le cose che mi mancano di più sono il puzzo delle sale prove, la magia che si crea lì dentro, il trovarmi con i miei soci per accendere gli amplificatori e diventare una cosa sola. Questo periodo mi ha ricordato di quanto per me suonare sia ancora un bisogno fisico, esattamente come mangiare, dormire e fare l’amore.

In questo anno unico nel suo genere, tanti artisti hanno ammesso di aver perso un po’ di quell’ispirazione che li portava a fare musica. Tu invece hai continuato a creare, hai pubblicato qualche mese fa anche un lavoro molto particolare, “Album dei ricordi”. Come hai trovato gli stimoli per alimentare la tua creatività? “Album dei ricordi” è stato un grande esperimento. Nato come un modo per promuovere il mio singolo “Mamma ho perso lo stereo”, si è in seguito trasformato in un progetto di grandi dimensioni composto da venti tracce musicate dal sottoscritto in poco più di una settimana. Ho messo a dura prova le mie abilità creative ma il risultato è stato strabiliante, una cosa forse mai vista prima che ha coinvolto diciotto persone diverse tra fan e amici come Emma Nolde, Bonetti, Maru, Senna, Giacomo delle Altre di B, Nicola Lombardo ed Eugenio Sournia degli (ahimé da poco scioltosi) Siberia. Certo, per quanto riguarda “Album dei ricordi” il procedimento creativo è stato molto artigianale e funzionale ai racconti che di volta in volta mi arrivavano. A parte questa parentesi, anche io quest’anno ho comunque avuto difficoltà nello scrivere. L’aria che si respirava nei mesi di lockdown era per me tanto vuota quanto “pesante”, non so come spiegarti.

Ci racconti qualcosa in più su “Irreversibile”? Non solo considero “Irreversibile” il mio pezzo migliore, ma lo ritengo un brano di cui avevamo bisogno, portatore di aria fresca e necessario per i tempi che viviamo. Una canzone che non si riconosce in nulla di quello che va per la maggiore e che guarda al futuro trascinandosi dietro un immenso bagaglio di tradizione. Probabilmente risulterò presuntuoso a gli occhi di chi legge ma non mi importa. Credo solo che chi vuol sognare di fare questo mestiere ha il dovere morale di puntare ogni volta a scrivere la migliore canzone di sempre. Questa è l’unica maniera di provarci.



Ora facciamo a pezzi "Irreversibile" insieme:

“Ma che nausea la domenica”: da Leopardi in poi, siamo in tanti a non amare la domenica. Qual è invece il tuo giorno preferito, e perché? Mi dispiace deturpare la velleità romantica di questa domanda ma confesso che quando ho scritto della “nausea” della domenica intendevo proprio il giramento di stomaco di cui soffrivo ogni maledetto weekend a causa delle sbronze.

Il fatto è che un po’ di tempo fa ho avuto un periodo un po’ confuso della mia vita in cui ho sentito l’esigenza di ripulirmi iniziando a dare spazio ai valori e alle relazioni che contano. Posseggo una lista di canzoni che sono venute a salvarmi nei momenti più difficili e “Irreversibile” fa proprio parte di quelle. La domenica è comunque il giorno della settimana che preferisco perché ha una componente malinconica che sento molto affine a me.

“Dovrei avere ancora il numero / di Chiara o Francesca, non lo so”: e se invece potessi avere il numero di un personaggio storico a tua scelta, per invitarlo a cena, chi sceglieresti? Possiamo considerare Chris Martin un personaggio storico?

“Qualcosa di strano in me”: qual è la cosa più strana o particolare di te che ti hanno fatto notare altre persone? Il mio modo di camminare sulle punte.

“Per fortuna niente è irreversibile”: a parte i tatuaggi e le cicatrici. Tu ne hai? Ho ben tre cicatrici sull’avambraccio sinistro procurate in seguito ad una caduta dalla bicicletta che ancora non riesco a spiegarmi. Avevo diciassette anni e in seguito a quel fatto ho dovuto superare ben due operazioni per raddrizzarmi le ossa. Una cosa senza senso se pensi che a distanza di anni non riesco ancora a ricordarmi come sia successo. Semplicemente mi ritrovai a terra e in quel caso, tra l’altro, non avevo né bevuto, né assunto sostanze stupefacente (cosa abbastanza inusuale per quel periodo).

“Non è del buio che devi avere paura”: qual è la tua paura più irrazionale? Ho paura di tante cose, quasi tutte legate allo scorrere del tempo. Ho paura di invecchiare (anche se mi sento cinquant’anni da quando ne ho quindici), di avere rimorsi e di arrivare a un punto della mia vita in cui sentirò che sarà troppo tardi. Un’ altra cosa di cui ho paura è quella non trovare una stabilità economica ma quella ci riguarda ormai quasi tutti.

“Mi piaci anche se non sai a memoria il mio disco”: c’è invece un disco che la ragazza dei tuoi sogni dovrebbe per forza conoscere a memoria per essere davvero perfetta? Non so come potrebbe essere la ragazza dei miei sogni, credo che non esista e la relazione più importante che ho avuto è stata con una persona che, sulla carta, non c’entrava niente con me. I film, la musica e tutto il resto ci hanno fatto pensare che esista un’ideale di amore ma non è affatto così. La persona che amo non è quella che ha tanti gusti in comune con me (fosse per quello mi basterei da solo) ma, semmai, quella che mi fa scoprire i lati più oscuri della mia personalità. Vivere una storia d’amore serve anche per conoscere meglio se stessi.



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