top of page

L'esordio nel mondo della musica dell'attrice Lea Gavino - Intervista

Abbiamo sempre visto Lea Gavino in veste d'attrice, ma da qualche settimana ha intrapreso una nuova avventura nel mondo della musica. "Mondo Fiorito" e "Figli" sono i primi due brani pubblicati per LaTarma Records e rappresentano alla perfezione la personalità dell'artista, due anime diverse ma allo stesso tempo complementari.


Le due canzoni raccontano due forme d'amore differenti: una storia incompiuta, ma che trova uno spazio in cui fa fiorire dei fiori, lasciando un bel ricordo; e un amore fraterno, destinato a durare nel tempo.


Il tutto è iniziato grazie a un pianoforte. Questo strumento ha dato forza a Lea di trasformare un' esigenza intima, quella di suonare e scrivere nei momenti difficili della sua vita, in una passione da condividere con le persone. Una passione che dall' 11 novembre la porterà su un nuovo palcoscenico, quello di Sanremo Giovani.


In occasione dell'uscita dei suoi brani, abbiamo fatto qualche domanda all'artista!


Lea Gavino intervista

Ciao Lea! In questi anni ti abbiamo sempre visto in veste di attrice. Quando hai capito che era arrivato il momento di mostrare attraverso la musica questa nuova parte di te?

Suonavo da tantissimi anni e scrivevo da altrettanti, ma era una cosa che volevo rimanesse tra me e me. Lo usavo un po’ come sfogo, come un momento privato per capire cosa stava succedendo in un determinato momento della mia vita e magari affrontare delle cose negative. Però poi ho iniziato a suonare anche in momenti in cui ero particolarmente felice e quindi ho pensato che tutto ciò poteva essere condiviso con gli altri. In un secondo momento ho iniziato a pensare di fare musica in gruppo, immaginandomi le canzoni con arrangiamenti più grandi, con altri strumenti e da sola non potevo farlo.

Lì ho visto l’esigenza di incontrare persone e di condividere la mia musica.


Questo bisogno di far ascoltare la tua musica è avvenuto in un momento specifico della tua vita?

Io ho sempre suonato con il pianoforte che avevo a casa dei miei, che era il pianoforte della mia bisnonna che era una cantante lirica, quindi c’è questo pianoforte con un bellissimo suono che però una volta andata a vivere da sola, ho dovuto mollare lì. Quando sono arrivata in questa nuova casa ho pensato che non sarebbe stata completamente mia, finché non ci avessi messo un pianoforte. Mi sono ripromessa che con il prossimo lavoro, ne avrei comprato uno tutto mio. Infatti così ho fatto. Sono andata a scegliere questo pianoforte  e diciamo che è stato proprio questo strumento a darmi l’energia  positiva di intraprendere questo nuovo percorso.


Quando hai sentito per la prima volta la necessità di esprimerti attraverso il testo di una canzone?

In realtà verso la fine del liceo. Io ho sempre suonato pianoforte classico, avevo appena vissuto un momento particolare e ho iniziato a scrivere. E’ venuto in una maniera veramente inconscia che non riesco neanche a dargli una spiegazione razionale. Da lì ho sempre continuato, perché da sempre attraverso la scrittura, quando passo un momento difficile, solitamente scrivo per cercare di capire cosa sto provando. Ora la differenza sta solo a farlo con la musica.


Musica e recitazione sono due modi distinti di esprimere la propria essenza: attraverso la musica si può raccontare come ci si sente in un determinato momento della vita, mentre nella recitazione, grazie ai personaggi, si possono esplorare e rivelare aspetti inediti di sé. Dal punto di vista emotivo, quale delle due forme di espressione risulta più impegnativa?"

Secondo me sono totalmente pari. Qualche giorno fa ti avrei detto la recitazione, perché comunque andare sul set e piangere per 12 ore di fila è emotivamente stressante. Quando mi è successo, tornavo a casa e avevo proprio difficoltà a capire dov’ero. Però anche dal punto di vista della scrittura, sono due mestieri che hanno a che fare con la dissociazione, con l’essere in un altro posto. Non lo so, sono due bolle molto intense entrambe. Anche per quanto riguarda la musica, ho sperimentato il cantare davanti a delle persone e comunque è un impatto emotivo molto forte. Quindi alla fine dei giochi ti direi che sono uguali.


Come ti sei sentita a cantare per la prima volta davanti a un pubblico?

E’ stato stranissimo, ma allo stesso tempo bellissimo. Però oscillavo in dei momenti in cui speravo durasse delle ore e momenti in cui speravo di scomparire. Però penso sia normale, il corpo mi suggeriva che c’era molta emozione. Cantare a delle facce che ti guardano è stato molto di impatto e penso di averlo sottovalutato in un primo momento.


Sono fuori da poco i tuoi brani “Mondo fiorito” e “Figli”. Perché hai scelto proprio questi due brani per iniziare questo tuo nuovo percorso artistico?

Io in generale sono una persona che ama fare ragionamenti di gruppo e che si fa consigliare. Quindi è stata una decisione di gruppo. Credo che sia stata la scelta giusta perché “Mondo fiorito” è un po’ un manifesto, effettivamente il modo che ho di scrivere è fiorito, ma va anche sul decadente, quindi mi piaceva che fosse uno dei primi brani anche per il sound che ha, che è molto grosso. Lo sentivo che era un pezzo da presentazione. Invece “Figli” mi piaceva perché parla di cose diverse rispetto al primo brano, e dall’altra parte c’è la stessa dolcezza nel tipo di amore che viene raccontato, uno che resta e l’altro che va viva.


Il primo brano parla di un amore incompiuto sospeso nel tempo. Molto bella è la parte in cui canti: “Non ho bisogno di trafiggerti il petto. Ma come un seme vorrei fiorirti attraverso.” E’ un’immagine molto bella in cui manifesti che un amore anche se finito, può lasciare qualcosa di bello. Pensi che in questo periodo storico questa maturità emotiva sia ancora troppo poco diffusa tra le persone?

Non lo so, io non sono così drammatica. In realtà ho delle amiche e degli amici che hanno delle emotività meravigliose e molto più evolute della mia. Quindi per le persone che sono nella mia vita, ti direi che siamo ad un buon punto. Però ovviamente c’è tutta una pagina di femminicidi che racconta una realtà del tutto diversa. Ho la consapevolezza di essere circondata dalle persone giuste, adesso. Da piccola sicuramente è stato tutto molto più complicato.


Le tue canzoni vengono scritte per immagini?

Assolutamente si. Tutto quello che penso cerco di trasformalo in un’immagine, perché quello che penso non mi è mai chiaro, ma se lo metto in scena nella mia mente, inizia ad avere un senso.  Sono molto contenta che te ne sia accorta.


Il video di questo singolo ti vede protagonista e mostra due parti di te: una più sicura e consapevole e l’altra più fragile. Come nasce questa idea? Perché hai scelto di girarlo in bianco e nero?

L’idea in realtà nasce con il regista, Francesco  Coppola. Lui per me è un grande e lo adoro e volevo che fosse lui ad accompagnarmi in questo viaggio. Avevamo già lavorato insieme ed è una persona con cui mi capisco al volo. Lui mi ha dato l’idea dello specchio, perché io da sempre sono convinta di avere due lati di me. Oltre a fare due cose diverse, per quanto riguarda il mio lavoro, da una parte vengo percepita come una persona sicura di sé. Anche le scelte che prendo o le direzioni dei lavori che voglio fare, sono tutti lavori di esposizioni e che riguardano sicuramente anche una parte di ego. Però poi mi trovo questa persona che è li fuori che prende queste scelte con questo carattere sicuro, ad affrontarle con l’animo di una persona paranoica ed insicura. Francesco è stato bravo nel video a mostrare questo dialogo tra le due me. Va a nozze con la mia personalità. Francesco mi ha dato delle sciroccata ed ha ragione!

 

Il secondo brano invece è “Figli”. Parla del rapporto con tuo fratello soprattutto negli anni della adolescenza. Quale è stata la sua reazione quando ha ascoltato per la prima volta il brano?

Mio fratello è molto posato. Non è come me. Lui è molto più fermo. Però l’ho visto molto scosso. Ascoltando il brano per giorni mi ha chiesto cosa intendessi in alcuni parti della canzone, perché voleva capire attentamente quello che dicevo. Poi è stato bello, perché tre giorni dopo gliel’ho ricantata e la sapeva a memoria. Era molto contento di sapere che sarebbe stata una delle canzoni che avevo scelto per presentarmi al pubblico. Con questa canzone sono riuscita a dirgli cose che non gli avevo mai detto.


Quando potremmo ascoltare le tue prossime canzoni?

Sto scrivendo, ci sono. Non so dirti quando usciranno le prossime. Godiamoci queste che sono appena uscite.


Commenti


Iscriviti alla nostra newsletter!

  • Bianco Instagram Icona
  • TikTok
  • Bianco Spotify Icona
  • Bianco YouTube Icona
  • Bianco Facebook Icon
  • Whatsapp
bottom of page