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Dariush, il fascino della sincerità e del farsi le giuste domande - Intervista

Dariush nasce (la prima volta) a Treviso, quasi per caso. Ha esordito con il suo "Look!" (per Oyez!) il 14 gennaio scorso e sembra saperne parecchio di vita, verità e cose così: l'abbiamo sospettato già al primo ascolto del suo album, una vera perla che ci ha fatto iniziare il 2021 in quarta.

Le nove tracce che lo compongono sembrano prodotte da un flusso di coscienza intimo e riflessivo, mai banale, profondo come pagine di un personalissimo diario che non tutti avrebbero il coraggio di rendere pubbliche. Pagine intrise di domande, tante domande, e poche risposte, ed è per questo ci mi è piaciuto. Oggigiorno ritengo più importante farsi le giuste domande che arrampicarsi su specchi di risposte incomplete o inesistenti. Ad accompagnare il flusso ci pensano delle basi molto particolari che sembrano cucite addosso a Dariush ed al suo animo da un sarto personale con precisione millimetrica. Tracce brevi e dense, perfette in un mondo che corre sempre veloce.


Prima di tuffarvi nella sua intervista, fermatevi un momento per conoscerlo in questa live session esclusiva per noi di "Ritrovato", una delle tracce più preziose dell'album.



Ciao Dariush, benvenuto su IndieVision! Raccontaci in poche parole chi sei e che ci fai a questo mondo.

Ciao, grazie per avermi coinvolto. Sono una persona che vuole mettere in ordine i suoi pensieri e ha scoperto che la musica è il modo migliore per farlo.


Raccontaci la genesi di "Look!", a partire dal titolo passando per la bellissima copertina e arrivando all’ispirazione per delle basi così lucide ed interessanti. Tra il 2018 e il 2019 ho passato un periodo complicato, in cui i ricordi stavano un po' offuscando il mio presente. Senza troppi calcoli ho provato a interpretare a modo mio uno stile di musica che stavo ascoltando molto - rap riflessivo, praticamente flussi di coscienza - e piano piano ho capito che produrre e scrivere quelle canzoni mi stava aiutando a stare meglio. 'LOOK!' è un invito a me stesso: non avere paura di guardare in faccia i momenti più dolorosi, perché è proprio grazie a quelli che sei riuscito a crescere.

"Magari hanno trovato un libro su misura per i loro guai ma tra le righe poi non c'era niente" un immagine brillante per descrivere il pantano che è la bolla digitale in cui cerchiamo certezze vanesie: come uscirne? Con questo sovraffollamento di stimoli è facile distrarsi, rimanere delusi, sentire di non avere tempo. Ovviamente una soluzione definitiva non ce l'ho, ma un trucco che mi piace usare è concentrarmi solo sulle cose in cui mi identifico. Se un film mi fa sentire compreso, allora per due ore dedicherò il 150% della mia attenzione a quel film. E magari il giorno dopo capirò perché quel mio amico fa una faccia così quando è triste. O almeno ci penserò con più cura.

A che servono i nemici?


Non ce l'ha mai spiegato nessuno! Ho sempre pensato che non servano a nulla, che il conflitto sia una debolezza. Ora mi rendo conto che qualsiasi ostacolo è un'occasione per definire meglio i contorni di me stesso. Anche se rimango dell'idea che sprechiamo troppe energie per litigare e sminuire i mondi lontani da noi.

"Le nuvole non contano è il sole che è importante", quand’è l’ultima volta che ha realizzato che oltre delle nuvole c’era qualcosa di più grande a cui ambire? Proprio mentre iniziavo questo album. Sono andato a trovare mia sorella a Bologna, la città in cui avevo vissuto fino a un paio d'anni prima. Quando le ho detto che vedevo tutto grigio, lei mi ha fatto capire che avevo mille motivi per alzare la testa. Da quel giorno il cielo si è aperto, e 'Le Nuvole Non Contano' è la prova di questo mio percorso.

"Devo fare pace con le cose che non so, devo ridere in faccia alle cose che non ho" come sei arrivato a questa consapevolezza? Quando ero piccolo pensavo che i venticinquenni sapessero già tutto del mondo. LOL come mi sbagliavo! Purtroppo, nemmeno cent'anni di rimpianto possono riportare qui qualcuno che non c'è più o cancellare un errore. Lo sapevo già, ma adesso che la gente mi dà del Lei, forse è meglio che ne prenda atto.

Gli ultimi 3 libri che hai letto? The Dutch House di Ann Patchett - uno di quei libri che vorrei non finisse mai. The Monk of Mokha di Dave Eggers - ad ogni pagina mi chiedevo come facesse ad essere una storia vera. Incredibile. E da quando l'ho letto non metto più lo zucchero nel caffè. Lacci di Domenico Starnone - in poche pagine, tantissime sfumature di questa vita paradossale che ci tocca vivere.

"Conosco una parola vuota: si chiama 'sempre' " in un mondo in costante cambiamento, quali sono le tue solide certezze? Le persone che ho accanto e il mio desiderio di imparare.

Cosa ti fa incazzare di questi tempi? La poca importanza che viene data alla salute mentale. Mi sembra normalissimo aver bisogno di un punto di vista in più per capire gli altri e soprattutto noi stessi. Invece c'è ancora un tabù gigantesco.

Da dove è tratto l'intro di "fantasmi"? Ho preso spunto da un'intervista ad Ariel Levy, un'autrice che nella sua autobiografia racconta del modo in cui è riuscita ad aggrapparsi alla sua identità dopo aver perso tutto. La sua storia è molto diversa dalla mia, ma mi sono rivisto nel suo tentativo di tornare lucida dopo il buio.

“Si scrive ‘non so leggere’, si legge ‘non ho tempo’ ” ci racconti cosa c’è tra le righe di questa frase? In 'Diario / Vi Ascolto' ho provato a dire tutto quello che sentivo, senza filtri. Questa frase descrive i momenti in cui mi sento incapace solo perché il tempo scorre veloce, o perché sto già pensando a tutte le altre cose da fare. E così entro in un circolo vizioso, in cui il mio timore di non farcela distrugge le mie capacità pezzo per pezzo. Da un po' di tempo ho imparato a gestire meglio questi spettri, sicuramente. Grazie alla terapia e a tutte le cose che assomigliano alla terapia.

Perché solo tua sorella e tuo fratello sanno la ragione per cui scrivi e ridi? Io e i miei fratelli abbiamo condiviso un sacco di dolore, ma piano piano stiamo diventando 100% gioia.

Raccontaci le 3 / 4 volte in cui la tua vita è (ri)cominciata. Alcuni episodi bruttissimi hanno scandito la mia vita in modo bizzarro. Adesso riesco a ripensarci con una certa tranquillità, e spero di imparare a farlo ancora meglio. Una cosa è certa: la musica mi fa rinascere ogni giorno.



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