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"Crescendo", l'intimo esordio solista di Lil Kvneki - Recensione

Può un artista così giovane ma allo stesso tempo già molto seguito dal pubblico esordire, come solista, con un disco totalmente lontano dal sound a cui ci aveva abituati ed essere convincente dalla prima fino all'ultima nota? Nel caso di Lil Kvneki la risposta è decisamente sì, come dimostra l'ottimo e a dir poco sorprendente "Crescendo", album di debutto dello "psicologo" uscito il 24 febbraio del 2023 per Bomba Dischi.


Per l'occasione Alessio, in arte Lil Kvneki, si è fatto accompagnare dai suoi The American Boyfriends, il super gruppo formato da Bartolini, Fabio Grande, Matteo Domenichelli, Francesco Aprili e Valerio Bulla, quest'ultimo supervisore artistico, grafico e produttore dell'intero lavoro.


"Crescendo" è una rivisitazione, un tributo in chiave italiana alla musica garage, post-punk ed indie rock anglosassone e newyorkese di fine anni '90 e primi 2000, su tutti Interpol e The Strokes, con accenni ed echi a sonorità vicine a quelle di gruppi capisaldi della storia dell'alternative rock mondiale come The Cure, The Smiths e Joy Division. Il recupero di questa sezione musicale, molto lontana dall'indie-rap/pop degli PSICOLOGI, mostra la volontà di Lil Kvneki di intraprendere un proprio percorso personale che affonda le sue radici nella riscoperta di questo alternative, indie rock a cavallo tra i due secoli, che tutti noi, per un motivo o per un altro, abbiamo incrociato nel corso della nostra vita. Ad esempio, potremmo averlo assaporato grazie ai consigli, ascolti dei nostri genitori, come nel caso del cantautore romano, il quale si avvicinò a questo genere fin da piccolo grazie ai viaggi in macchina con suo padre ai quali faceva da sottofondo "Bag it up" degli Oasis.

"È andata così, ho esagerato Tu che sei sempre nella mia testa, ma chi ti ha invitato?" (da "Tempo sprecato" feat. Franco 126)

Come fosse una lettera a se stesso, la scrittura intima di questo lavoro ha permesso al giovane cantautore romano, calatosi nei panni di un Julian Casablancas versione bel paese, di cantare il proprio senso di frustrazione verso ciò che si vede al giorno d'oggi e quei dibattiti interiori tra la paura e la propensione al cambiamento e la voglia di restare da solo e l'importanza di creare, coltivare, anche se difficile, relazioni sociali. Questi dieci pezzi, frutto di una ricerca interiore intima e personale, ascolto dopo ascolto diventano delle valvole di sfogo sia per lo stesso cantautore, sia per il pubblico, il quale facilmente riesce ad immedesimarsi nei brani e in quel senso di disagio, contrasto interiore, in quella cupa incertezza e debole speranza verso il futuro che trasuda dai testi di questo Lp.

Dalla prima fino all'ultima nota "Crescendo" è un viaggio a ritroso, un'altra caratteristica che rende questo disco accattivante, da una situazione di apparente stabilità, accettazione per quello che il futuro e la vita ci riserveranno, ad una situazione di triste naufragar nella disillusione e angoscia. Questo senso di smarrimento deriva dalla presa di coscienza di far parte di in un modello di società ormai insostenibile dove conta solo l'apparenza esteriore ed il prevaricare sugli altri e non più il proprio essere, i propri sogni o i rapporti sociali.

"Non c’è rimedio A chi parla soltanto di sé No, no, non c’è rimedio Quando muore una parte di te" (da "Silenzio")

Da un punto di vista musicale, grazie anche alla supervisione di Bulla, Lil e i The American Boyfriends hanno registrato tutti i dieci pezzi di "Crescendo" in presa diretta, suonando dal vivo, senza alcuna aggiunta di sovrastrutture, campionamenti o ritocchi da studio, per far sì che il sound fosse il più naturale e diretto possibile in modo da rispecchiare al cento per cento la natura e la potenza dei testi. La forza testuale e delle musiche è evidenziata anche dalla non presenza, nel cantato di Alessio, dell'autotune, ma dalla vera ed imperfetta voce naturale del giovane cantautore, per certi versi grezza, punk e urlata, che rende ancor di più il disco puro, coinvolgente e che ne diventa uno dei punti di forza.

Oltre ai suoi The American Boyfriends, il giovane cantautore per quest'esordio ha coinvolto, come featuring, tre artisti: il fratello "psicologo" Drast, Villabanks in "Domani", secondo singolo estratto dal disco, e Franco 126, tre interpreti che mai si erano approcciati a pezzi dichiaratamente indie-rock ma che si sono calati alla perfezione in queste nuove sonorità, riuscendo anche a mantenere una loro identità artistica.

"Amo il mondo ma voglio bestemmiare Dentro di me non c’è niente di normale Un morto che vuole scappare Assecondo tutti solo per campare" (da "Regolare")

I dieci brani che compongono questo debutto alternano canzoni coinvolgenti come "Solo come un cane", "Crescendo", "Lunedì" feat. Drast e "Tempo sprecato" feat. Franco 126 e "Regolare", quest'ultime due delle vere e proprie gemme, che ti fanno venir voglia di saltare sopra il divano e cantare a squarciagola, a brani più intimi, personali, malinconici, come "Se vuoi", "Silenzio", "Angoscia" e "Umore a spirale", in cui in primo piano è posta tutta la fragilità, il disagio e la disillusione che pervade la vita dei giovani d'oggi e che ti fanno venire, quasi in automatico, voglia di fare un piantino per dare sfogo a tutto quel malessere che viviamo al giorno d'oggi.

Nel complesso, "Crescendo" di Lil Kvneki & The American Boyfriends è un album veramente ben fatto sotto tutti i punti di vista; coerente tra testo e musiche, emozionante, coinvolgente ed intrigante dalla prima fino all'ultima nota. Tutto questo è potrebbe sembrare sorprendente perché, considerando la giovane età del cantautore, questo disco ci mostra una maturità, un lato nuovo di Alessio, per molti quasi impossibile da immaginare, che una volta colto, capito e mostrato si spera non venga più nascosto o mascherato.



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