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"Chi sono io": un'intervista a Maestro Pellegrini sul sé e sul noi

Chi sono quando sono da solo? Chi sono in mezzo agli altri? Posso perdere e ritrovare me stesso? Un'attenta riflessione sulla propria identità, sulle relazioni interpersonali e sulla sensazione di smarrimento che proviamo quando fatichiamo a rimanere in contatto con noi stessi, dà il via al nuovo album del Maestro Pellegrini, in uscita il 10 maggio per Pioggia Rossa Dischi, con l'omonimo singolo "Chi sono io".


Lo storico componente dei Criminal Jokers, a distanza di quattro anni dalla pubblicazione del suo disco d'esordio da solista, "Fragile", continua la sua sperimentazione con suoni e generi diversi. "Chi sono io" è una "ballata sintetica" che unisce elementi classici ad una forte componente elettronica. I contrasti che si vengono a creare fanno da accompagnamento alle turbolenze che hanno mosso la scrittura del brano, ce ne parla meglio l'artista stesso:



Ciao e benvenuto su IndieVision! Partirei dal titolo del tuo nuovo singolo, “Chi sono io”: chi sei tu? Come descriveresti il Maestro Pellegrini a chi non conosce il tuo percorso artistico?

Sono un cantautore livornese. Ho sempre scritto parole, solo che da poco ho scelto di renderle accessibili a tutti pubblicando le mie canzoni.

Sono Francesco Pellegrini, polistrumentista per passione e professione, finché troverò persone con cui valga la pena condividere questo tipo di vita, senz’altro non semplice da portare avanti in Italia (come ormai faccio da più di dieci anni).


Riguardo al singolo hai dichiarato: “A volte invertire un punto di vista ci permette di allontanare le certezze dovute alla prospettiva che abbiamo sempre osservato da casa, facendoci scoprire nuovi orizzonti”; da quale nuova prospettiva sei partito per scrivere questo nuovo brano?

Semplicemente sono partito da una nuova prospettiva: durante la scrittura di questo album ho cambiato tutto sia a livello concreto (ho cambiato città e adesso vivo a Milano, per esempio) che a livello mentale (prospettive). Eventi esterni, lutti e decisioni importanti mi hanno fatto capire meglio quale fosse la strada verso la mia felicità e non verso una serenità in generale, a volte dettata dalle regole degli altri.


Il brano affronta sia i temi della solitudine e dell’insicurezza, sia quelli della fiducia della rinascita; quanto aiuta mettere “quattro parole in fila” per approcciarsi agli ultimi due?

Moltissimo. Scrivere è un modo anche per liberarsi e vedere più chiaramente quello che si ha dentro. Più o meno tutti cominciano a farlo per questo motivo. Poi le regole del gioco ti cambiano, se ci riescono, ma comunque prendono spesso il sopravvento. È difficile restare attaccati al motore primordiale della nostra creatività, ma se ne perdiamo il contatto rischiamo di perdere anche l’unico vero motivo per cui stiamo facendo quello che stiamo facendo e quindi di estraniarci da noi stessi e dalla nostra natura.


Compongo una domanda usando due tuoi versi: “A cosa serve una città” “per parlarti di te”? Secondo te, si possono raccontare le sensazioni sopraccitate senza tenere conto dell’ambiente in cui si provano?

La città influenza sempre il tuo modo di vivere e di percepire l’esterno, ma soprattutto i tuoi bisogni: quelli vanno sempre rispettati e protetti, in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento.

Come si toglie “un’ora buona al mondo"?

Decidendo di fare quello che si vuole veramente. Non sempre è la stessa cosa: magari un giorno ti va di accarezzare per un’ora una capra, un altro di leggere "Guerra e pace", cose diverse ma che per te hanno un senso, ti fanno stare bene, anche se agli occhi degli altri sembrano perdite di tempo.

Rispetto al tuo ultimo album, “Fragile”, quest’ultimo lavoro ha delle sonorità molto più sintetiche; cosa è successo a livello musicale e compositivo negli ultimi quattro anni? Quali assonanze e divergenze avrà il nuovo album, in uscita il 10 maggio, rispetto ai tuoi lavori precedenti?

Tantissimo, il primo era un disco di canzoni pianoforte e voce poi prodotto esternamente con Andrea Pachetti. Questo disco è prodotto da me e Alberto Faló che quando ha iniziato era uno studente in filosofia, per dire. Assieme abbiamo strutturato un pensiero unico che cerca di comunicare l’irrequietezza delle canzoni soprattutto attraverso i suoni e la loro sporcizia: non l'abbiamo tolta proprio per l’urgenza di un’identità sonora che fosse il più possibile distaccata da quello che si sente oggi. L’idea era quella di provare a “far qualcosa di speciale”. In questo album in uscita il 10 maggio, poi, non ci sono ospiti, a differenza del primo, proprio per lo stesso motivo.



Calendario aggiornato prossime date di Maestro Pellegrini:


04.04 - Pisa - Backstage Academy

06.04 - Chieti - Circolo Arci N.A.

07.04 - Vicenza - Porto Burci

11.04 - Padova - Radio Sherwood

12.04 - San Benedetto del Tronto AP - Nadir

13.04 - Firenze - ExFila w Aida

14.04 - L'Aquila - LiberaMia

26.04 - Sassari - Abetone Music Bar

27.04 - Cagliari - Jester Club w Emanuele Pintus

10.05 - Milano - Arci Bellezza - Pioggia Rossa Fest


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