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Zeep: fuori oggi "Cosa resta?" - Intervista


Esce oggi "Cosa resta" il nuovo singolo di Zeep in featuring con En?gma. Un brano vero dalle sfumature rap che mette l'accento sui drammi generazionali. Nessuna formula magica ci ridarà indietro il tempo perso e se ci domandiamo "Cosa resta?", alla fine la risposta è qualche foto sui social per dimostrare agli altri qualcosa che non siamo, giorni felici ma anche attacchi d'ansia circondati da "musica ad alto volume in stanza". Capita molte volte di non sentirsi mai abbastanza, ma il segreto del successo è non arrendersi mai, crederci e avere voglia di farcela; e se mai perderemo qualche treno, beh conserveremo il biglietto per altre avventure. In occasione dell'uscita del suo nuovo singolo, abbiamo scambiato qualche parola con il cantautore sardo sulla sua "musica semplice". Buona lettura!

Ciao Zeep! come stai?

Ciao! Sempre di corsa, incasinato e stanchissimo. Tutto nella norma insomma :)


Racconta a chi non ti conosce da dove nasce il tuo percorso artistico. Quando hai scritto la tua prima canzone?

Il mio percorso inizia quando avevo circa 5-6 anni. Cantavo le mie canzoni preferite davanti alla mia famiglia, obbligando tutti ad ascoltarmi. In quel periodo ho scritto anche la mia prima canzone, “Suona batteria”, che è stata una vera hit a casa mia. Dopo 15 anni di pausa ho deciso che era il caso di tornare a scrivere qualcosa, e da lì è iniziato tutto.


Una parola con cui descriveresti la tua musica, e una che ti descrive come artista. 

La mia musica è “semplice”; se mi piace il caffè scrivo “mi piace il caffè”, non “adoro sorseggiare quella calda bevanda scura”. Come artista mi definisco pigro. Scrivo di getto e rileggo raramente i miei testi.


Esce proprio oggi il tuo nuovo singolo "Cosa resta?"; di cosa parla? Come nasce il featuring con En?gma?

“Cosa resta?” è una canzone che per me vuol dire tanto. Parla di chi non si sente abbastanza, della mia generazione, di chi ha voglia di farcela anche quando mancano le forze. È una canzone di amore e odio. La collaborazione nasce grazie a Kaizén, che sta curando le produzioni dei miei singoli e che ha prodotto gli ultimi dischi di En?gma. Ho sempre ascoltato entrambi, e per me collaborare con loro adesso è quasi surreale.


Cos'è cambiato da "Bangerang" ad oggi? Ti senti cresciuto, anche musicalmente?

È cambiato tutto. Quello che prima era un gioco ora è diventato qualcosa di più grande. La scorsa estate sono tornato nella mia zona, in Ogliastra (Sardegna) e dei ragazzi mi hanno chiesto le foto. È stato assurdo e i miei amici ci scherzano ancora sopra. Dal punto di vista musicale lo Zeep di ora è quello che lo Zeep di “Bangerang” non aveva il coraggio di essere. 


Il nostro brano preferito -fino ad ora- è "Sognare da svegli", che contiene indubbiamente un bel messaggio, cosa vuoi trasmettere a chi ti ascolta? 

Non so se mi sento di trasmettere un messaggio a chi mi ascolta. Sarebbe una bella responsabilità e forse si darebbe troppo peso alle mie parole. Mi piace raccontare storie, che possono avere tanti significati, ed è giusto che ognuno legga qualcosa di diverso in quello che canto.


Ci racconti le tue influenze musicali? I 3 dischi che ti hanno cambiato la vita?

A casa mia si è sempre ascoltato di tutto. Sono cresciuto ascoltando i cantautori italiani e le band inglesi,  poi mi sono avvicinato al rap. Ora ascolto praticamente qualsiasi cosa. I miei 3 dischi sono: “Fabrizio de Andrè” di de Andrè, “+” di Ed Sheeran e “Polaroid” di Carl Brave e Franco 126. 


Andiamo più nel profondo, parafrasando Willie Peyote: "chi è Zeep quando nessuno lo vede?"

Zeep e Marco non sono poi così diversi; sono entrambi due egocentrici. Quando sto lontano dai social e dallo studio di registrazione mi piace fare maratone infinite di serie su Netflix, giocare a calcetto, leggere libri gialli e Dylan Dog. Lavoro in uno studio di architettura e preso dall’ispirazione mi capita di mollare tutto e scrivere le frasi che ho in testa.


"Scrivo il futuro è nelle mie mani" dici nell'ultimo brano; che progetti hai per il futuro? 

Per ora l’obiettivo è fare sul serio, impegnarmi davvero in questo gioco della musica. Potrei dirvi che l’obiettivo è il disco d’oro entro l’anno prossimo, ma mi darebbero del pazzo. Quindi dico: disco d’oro entro l’anno prossimo.



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