Il 2017 è stato uno degli anni più floridi per la scena musicale italiana perché, durante questi 12 mesi, sono stati pubblicati alcuni tra i lavori più belli o influenti dell'ultimo decennio, su tutti "Prisoner 709" di Caparezza, "L'amore e la violenza" dei Baustelle e "Possibili scenari" di Cesare Cremonini. Per quello che riguarda il panorama indipendente italiano, il 2017 fu l'anno di uscita di dischi come "Amore, lavoro e altri miti da sfatare" de Lo Stato Sociale, "A casa tutto bene" di Brunori Sas, "Faccio un casino" di Coez, "Nel caos di stanza stupefacenti" di Levante e "Terra" de Le Luci della Centrale Elettrica, tutti lavori che segnarono la definitiva consacrazione di questi artisti sul panorama musicale nazionalpopolare. Oltre a questi dischi, durante quest'anno, dal sottobosco indipendente uscirono altri lavori molto interessanti come "Uomo donna" di Andrea Laszlo De Simone, "Gioventù brucata" dei Pinguini Tattici Nucleari, "Manifesto tropicale" dei Selton, "Infedele" di Colapesce, "Straniero" di Davide Shorty e "Per cercare il ritmo" di Germanò.
Oggi per "Il Sabato del Vinile" vi parlerò di un album uscito proprio in questo fecondo anno e che considero un vero e proprio gioiellino sia per le fresche sonorità che presenta, che per le tematiche non banali e serie affrontate al suo interno. Il disco in questione è "Tutti su per terra", secondo album in studio del gruppo musicale italiano degli Eugenio In Via Di Gioia, uscito il 14 aprile del 2017 per l'etichetta indipendente Libellula Music.
Gli Eugenio In Via Di Gioia sono un gruppo musicale composta da quattro membri, Eugenio Cesareo, Lorenzo Federici, Emanuele Via e Paolo Di Gioia, formatosi nel 2012 a Torino; il nome del complesso, anch'esso molto originale, deriva dalla somma di alcune parti del nome o cognome di tre membri, mentre, il nome del componente escluso, Lorenzo Federici, fu utilizzato come titolo per il loro primo album pubblicato nel 2014. Il gruppo, che si contraddistingue per un sound proprio ed originale, tra il 2013, anno della pubblicazione del suo primo lavoro "EP Urrà ", e il 2016, ha ottenuto alcuni importanti riconoscimenti come il premio della critica al Premio Buscaglione del 2014 e la vittoria della classifica rivelazione live di KeepOn del 2015, riconoscimento che ha permesso al complesso di compiere una mini--tournée in Europa nel 2016.
"Come un pesce incosciente navigo contento nella rete Con te che sei qui vicino ma siamo chilometri distanti Un arcipelago di isole separate ma comunicanti Sono solo, tremendamente solo" (da "Giovani illuminati")
Il gruppo affonda le proprie radici nella musica degli artisti di strada, infatti, il sound degli Eugenio è molto influenzato dalla musica dei buskers e folk, anche se, nei loro brani, sono presenti anche sfumature pop, blues e swing; mentre, per quello che riguarda i temi trattati, il gruppo cerca sempre di affrontare tematiche non banali, ma impegnate, soprattutto legate all'emergenza climatica e ai problemi presenti nella società contemporanea. Queste tematiche importanti, però, vengono trattate non in una maniera pesante per l'ascoltatore, ma vengono affrontate, ed è qui che si riscontra l'originalità e la freschezza del gruppo, con sempre un velo di umorismo ed ironia tipico di una certa tradizione cantautorale italiana che si può far risalire a Giorgio Gaber.
La copertina di "Tutti su per terra" raffigura, su uno sfondo totalmente giallo, una statua bianca di Atlante che tiene sulle spalle il mondo capovolta al contrario, come se volesse significare che con il passare dei secoli l'umanità sia diventata un peso via via sempre più schiacciante e letale per il mondo naturale, per la sua casa; inoltre, la figura a testa in giù sembra anche dirci che nonostante tutti i danni che l'umanità abbia fatto al pianeta, essa, per non capitolare rovinosamente giù e scomparire definitivamente, cerchi un disperato ultimo appiglio proprio su quella terra ormai mal ridotta a causa sua.
Lato A
Il disco si apre con uno dei pezzi più belli dell'intero album "Giovani illuminati", brano pubblicato come primo singolo e accompagnato dal primo videoclip della musica italiana realizzato con la tecnica dell'Hypelapse da Dario Carlì. In questo brano il gruppo ci mostra come al giorno d'oggi la concezione dello spazio umano e sociale sia cambiata, perché oggi i giovani si sentono sempre iper-connessi globalmente grazie alle nuove tecnologie, però, nonostante questo in realtà , si sentono spesso solo, isolati dal resto del mondo, privi di fantasia e soprattutto privi di reali e diretti contatti con altre persone. Questo è un tema molto importante e sul quale bisogna fermarsi perché, nonostante tutto quello che di positivo lo sviluppo tecnologico ha portato nelle nostre vite, l'uomo, per sua natura, è pur sempre un animale sociale, che per crescere, maturare e vivere necessita di un continuo contatto con altri individui, il quale, difficilmente può essere sostituito da esperienze fatte o filtrate davanti a un computer o un telefono.
Questa facciata prosegue con "La punta dell'iceberg", pezzo caratterizzato da un ritmo trascinante e allegro che affronta il tema, non felice, del surriscaldamento climatico; questa canzone è la dimostrazione perfetta della capacità del gruppo di trattare seriamente ma con ironia e umorismo tematiche impegnate. Il brano trasporta, fin dalle prime note, l'ascoltatore in un ipotetico 2050 tecnologicamente super avanzato ma che poggia le sue basi su un mondo ormai distrutto per via del surriscaldamento globale, il quale ha stravolto completamente la vita di ogni individuo, portando devastazioni e radicali cambiamenti nelle abitudini sociali di ognuno di noi.
"Tutti i ghiacciai dei poli ai confini del mondo saranno sciolti E gli animali di tutte le altre specie saranno estinti Ma ci saranno le macchine volanti" (da "La punta dell'iceberg")
La terza traccia di questo lato è la stupenda "Chiodo fisso", il brano, forse, più noto dell'intero disco grazie a cui ho scoperto gli Eugenio In Via Di Gioia; questa è forse la canzone con le sonorità più pop dell'intero disco e affronta il tema del rapporto tra uomo e natura. Fin dall'inizio sembra che questo rapporto sia raccontato in prima persona dall'uomo, ma poi, verso la fine, si scopre, con un colpo di scena degno di un film thriller, che il chiodo che è entrato all'interno della ruota non è l'umanità , ma è la natura, la quale si definisce come una sorta di parassita, dipendenza entrata per sbaglio nel percorso dell'umanità . Questa versione per certi aspetti cinica del rapporto uomo e natura mi ha ricordato, fin dal primo ascolto, la "natura matrigna" presente nel pensiero e nella poetica di Giacomo Leopardi, poiché, la natura descritta in "Chiodo fisso" appare come quasi costretta a convivere con l'uomo e completamente indifferente alla vicende e alle sofferenze umane.
"Sono un chiodo entrato per sbaglio E sbagliando ho trovato il mio posto Non sarò mai oggetto del tuo desiderio Obiettivo del tuo percorso Sono una dipendenza Io sono un parassita Sono la droga peggiore di tutte Sono il resto della tua vita" ( da "Chiodo fisso")
Questo lato prosegue con "Sette camicie", pezzo ritmato e movimentato che parla del tema dell'omologazione nella società contemporanea. Questo brano ci fa vedere come la società odierna abbia imposta alcuni standard seguiti da tutti, come la camicia al lavoro, e coloro che si distaccano seguendo la propria indole da questa catalogazione, ad esempio, preferendo mettersi una maglietta gialla al lavoro, vengono immediatamente etichettati come pazzi e perciò esclusi dalla vita sociale, quindi questi, però, non volendo essere isolati dagli altri, alla fine sono costretti a rinunciare al proprio io e a standardizzarsi. Questo fatto dell'omologazione che porta a reprimere se stessi, è un tema molto serio ed importante perché nella società contemporanea, che ogni due per tre impone nuovi modelli da seguire, essere sé stessi, far uscire la propria personalità è una cosa via via sempre più difficile da fare, anche se non dovrebbe essere così, perché solo essendo sé stessi, sentendoci liberi di comportarci, vestirci come ci pare, noi riusciremo a vivere serenamente la nostra esistenza sia con noi stessi, che con tutti coloro che ci circondano.
"Perché essere se stessi è onesto Ma esser sani è un lavoro E a lavoro mica ci si mette la Maglietta gialla anche se è la propria preferita Ci si mette sempre la camicia" (da "Sette camicie)
L'ultima traccia di questa facciata è "Silenzio", brano che inizialmente sembra parlare di un tema ambientale, quello dell'inquinamento acustico, ma che invece affronta il problema dell'alienazione dell'individuo. In questa canzone, caratterizzata da un'iniziale sound leggere, silenzioso, che esplode nella seconda parte, viene descritto un futuro completamente silenzioso, in cui non si sente neanche un ronzio di una mosca; questo, però, non è un silenzio contemplativo necessario anticipatore alla creazione di un'idea geniale, ma è un silenzio vuoto, nullo e terrificante, frutto di una società alienata che porta ogni essere umano, addirittura, a tenersi tutto dentro e a non esternare mai nessun sentimento o idea.
"I minuti di silenzio diventano eterni Se il rumore che hai rimane dentro Tu non lo esterni Urlo sempre più forte ma nessuno mi sente Se il rumore è assordante e il silenzio assente Abbiamo risolto il problema dell′inquinamento acustico" (da "Silenzio")
Lato B
Il lato B si apre con una vera e propria gemma della discografia degli Eugenio in Via di Gioia "Obiezione", brano in cui Pinocchio in prima persona tratta il tema della morale in un contesto quasi surreale tirando in causa personaggi immaginari e no come il suo grillo parlante, il filosofo Kant e il celebre personaggio letterario di Zeno, protagonista dell'opera di Italo Svevo, "La coscienza di Zeno". Questa canzone ci fa vedere come al giorno d'oggi molti individui considerino via via sempre di più il giudizio che gli altri hanno di loro, rispetto alla propria opinione personale; quest'importanza di seguire il giudizio altrui, fa sì che molte persone, per farsi accettare, seguano atteggiamenti, comportamenti che spesso vanno anche contro la proprio onestà intellettuale, moralità . Questo tema della moralità e della coscienza si lega bene, secondo me, alla tematica dell'omologazione presente in "Sette camicie", perché anche quando noi mettiamo in secondo piano la nostra coscienza, interessandoci solo di ricalcare il giudizio altrui, noi non facciamo altro che reprimere il nostro io ed omologarci alla massa.
"Spiegamela tu la differenza tra morale e coscienza Se è l'opinione degli altri che conta Non serve la coerenza" (da "Obiezione")
La seconda traccia di questa facciata è "Scivola", brano dalle sonorità swing che tratta l'argomento della sovraesposizione mediatica a cui oggi ogni individuo è esposto. Questa canzone ci fa capire come al giorno d'oggi per via della continua mole di notizie, sia locali che globali, sia buone che cattive, a cui gli individui riescono ad accedere in ogni singolo momento, stia pian piano scomparendo la capacità negli esseri umani di sviluppare una sensibilità o di essere colpiti da certe tragedie, poiché, per via di questa sovraesposizione, qualsiasi notizia con cui una persona entra in contatto, nel giro di poco tempo, è destinata ad essere sostituita e a diventare solo un lontano e pallidissimo ricordo.
"Ed una dopo l'altra le notizie Si somigliano un po' tutte Le brutte con le belle Le belle con le brutte E domani sarà uguale All'ennesima alluvione Un altro cataclisma catalizzerà la tua attenzione" (da "Scivola")
Questa lato prosegue con "Selezione naturale", brano dalle sonorità rock e rap che tratta il tema del bullismo e della darwiniana legge del più forte e che vede la partecipazione del rapper torinese Willie Peyote. In questo pezzo il bullismo, e in generale la tematica della prepotenza del più forte, viene affrontato sotto due aspetti, uno più comune, vicino e facile da capire, ossia quello riguardante il fenomeno del bullismo e uno più grande e generale, il quale è personificato dalla figura dell'America, la quale è riuscita ad eliminare i suoi nemici, bulli, diventando essa stessa un teppista e continuando a tenere sempre atteggiamenti intimidatori verso coloro che non è riuscita a schiacciare. Nella parte di Willie Peyote, il rapper si riaggancia ad entrambi i punti di vista presenti nel brano, però, nell'incipit, si scaglia, con il suo solito stile, contro coloro che per aver la coscienza pulita nei confronti del fenomeno del bullismo cercano un capro espiatorio in esempi esterni, come i videogiochi o i rapper, che così vengono indicati come modelli cattivi.
L'ultimo brano del lato B e quindi del disco è "La prima pace mondiale", pezzo dalle sonorità festose che narra la fine di un'ipotetica guerra e dell'inizio di un periodo di pace universale paragonato, però, ad un'alleanza tra romanisti e laziali, che perciò non sembra poter durare a lungo. Di questa canzone mi han colpito molto gli ultimi versi, in cui il gruppo sembra voler dire che per l'essere umano la pace deriva dall'aver allontanato dalla propria terra, de sé, il pericolo e non di aver messo una definitiva pietra sopra ad ogni pericolo, guerra; inoltre, coloro che gioiscono, eleggono ad eroi quelli che vivono in prima persona il conflitto, non sono quasi mai direttamente coinvolti in esso.
"La pace è scongiurare la fine lanciandola da un'altra parte Tifare gli eroi stando in disparte" (da "La prima pace mondiale")
"Tutti su per terra" è stato pubblicato sia in formato cd, fin dal marzo del 2017, che in formato vinilico; le prime 50 copie del vinile furono vendute nel febbraio del 2018 durante un concerto del gruppo, in casa, a Torino all'Hiroshima Mon Amour e quest'edizione era caratterizzata da una copertina bianca, generica, personalizzata a mano direttamente dal gruppo e da un vinile color nero con etichetta bianca. In seguito, nel marzo dello stesso anno, il gruppo ristampò un'altra versione, quella in mio possesso, del vinile di "Tutti su per terra", caratterizzata da un disco color giallo e un copertina non più bianca, generica, ma identica a quella originale presente già nella versione cd; inizialmente il gruppo fece uscire circa un centinaio di copie, di cui 50 autografate, però, per via della continua richiesta, il gruppo diede alle stampe altre copie identiche a quest'ultima versione.
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