Tra Library Music, jazz e colonne sonore: "Azzurra", il secondo album di Alberto Bazzoli è un sognante viaggio lungo la riviera francese - Il Sabato del Vinile
- Edoardo Previti

- 3 ore fa
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Tra le varie sfaccettature che hanno contraddistinto la storia della musica italiana, un capitolo da tenere in considerazione è quello riguardante il mondo delle Colonne Sonore e della Musica per Sonorizzazioni. Si tratta di due tipologie/due generi musicali con alcuni punti in contatto, che hanno toccato i loro apici tra la fine degli anni ‘60 e i primi anni ‘80 quando, diversi celebri compositori, come Piero Umiliani, Ennio Morricone, Alessandro Alessandroni e molti altri, hanno inciso, pubblicato a proprio nome o sotto pseudonimi dei veri e propri capolavori, nei quali potevano spaziare da un genere all’altro, sperimentare sonorità fuori dai canoni unendo il jazz, a musica sperimentale e di avanguardia, elementi elettronici a sfumature psichedeliche e rock.
Tra i più celebri lavori in questo campo, solo per citarne alcuni, possiamo ricordare l’omonimo disco dei “The Feed-Back”, pseudonimo utilizzato dal Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, ensemble di cui facevano parte Morricone ed Egisto Macchi, o “To-Day’s Sound” di Piero Umiliani, lavoro divenuto di culto nell’ambiente delle Library Music, così come la maggior parte dei lavori pubblicati dal compositore fiorentino, ma trasferitosi a Roma per le sue etichette Omicron, Sound Work Shop e Liuto Edizioni Musicali.
Il “Sabato del Vinile” di oggi è dedicato al secondo lavoro in studio di un compositore contemporaneo, capace di prendere ispirazione dalla musica jazz, dall’immaginario delle colonne sonore e della Library Music italiana, per dare vita ad una sua versione personale di questi generi, in bilico tra la nostalgia, il citazionismo e la voglia di portare questo sound ad un pubblico moderno.
Il disco in questione è “Azzurra”, il secondo disco di Alberto Bazzoli, musicista e art director, pubblicato lo scorso 21 novembre dalla sua etichetta personale Icaro Music e prodotto, arrangiato e realizzato dal compositore insieme Jolly Mare.

Nato nel marzo del 1990 a Bologna, Alberto Bazzoli fin da giovane si appassiona al mondo della musica, avendo una predilezione per le strumentazioni vintage, su tutte il celebre organo hammond, strumento che ha definito la cifra stilistica del compositore emiliano.
Diplomatosi in pianoforte jazz presso il Conservatorio di Ferrara, Alberto ha mosso pubblicato i suoi primi lavori come solista nel 2020 quando per la piccola etichetta di Forlì-Cesena L’Amor Mio Non Muore, ha rilasciato l’EP “L’organo” e suonato in diversi lavori pubblicati dalla label in quel periodo.
Sempre nel 2020, alternando il suo lavoro come solista e collaborazioni di spicco con artisti del panorama pop e blues italiano e internazionale, ha fondato il gruppo “Superpop”, progetto che si caratterizza per un sound legato alla disco music degli anni ‘70 e primi ‘80.
Dal 2021 Bazzoli è diventato il tastierista dei Baustelle, esperienza che gli ha permesso di lavorare insieme al gruppo toscano ai lavori “Elvis”, 2021, e “El Galactico”, nonché di calcare i più prestigiosi palchi e festival della penisola.
Nel 2024 Alberto Bazzoli ha dato alle stampe il suo vero e proprio album di debutto “Missori”, disco prodotto insieme a Jolly Mare. Strutturato in otto tracce, questo disco è ambientato in una Milano del secolo scorso e si muove tra i ricordi di un impiegato d’ufficio di Piazza Missori, evocati attraverso atmosfere distese e moog melanconici. Essendo composizioni interamente strumentali, il compositore, grazie al contributo di Dave Massotti, ha fatto realizzare una galleria fotografica ad hoc, dove ad ogni brano è associato uno scatto raffigurante uno scorcio della città di Milano, in maniera tale da permettere all’ascoltatore di immergersi nei paesaggi sonori del disco non solo con l’orecchio ma anche con la vista.
Ad un anno di distanza da “Missori”, il compositore ha deciso che era giunto il momento per pubblicare “Azzurra”, il suo secondo album in studio, anch’esso prodotto da Jolly Mare. Così come il disco precedente, anche questa seconda fatica discografica di Bazzoli è un susseguirsi in otto tracce, composte e arrangiate da lui, di una storia non più ambientata in una passata Milano, ma nella soleggiata e estiva Costa Azzurra, luogo caro al compositore e al suo immaginario musicale e non
Il disco è una vera e propria immersione strumentale sia nella Library Music italiana, che all’interno di sonorità vintage, contemporanee e raffinate, capaci di fondere influenze French touch, ritmiche, groove, acid, jazz ed esotiche, che ha permesso all’artista di creare una perfetta ed immaginaria colonna sonora di un film ambientato sulla riviera francese, tra corse in macchina sul lungomare, pomeriggi passati a prendere il sole, nottate al cocktail bar e amori improvvisi ed intensi.
“Svernare dove la stagione estiva sembra non avere un termine. Una sportiva nera ruggisce come un animale selvaggio sul lungomare, SWRUM, il voiturier schiera le autovetture come soldatini pronti a una guerra, CLAC, le vetrine riflettono il bianco accecante degli yacht, TLIN. Affrontare i mostri del passato, cadere in amori improvvisi, fino all’arrivo di un vecchio amico. Il ricordo di una notte fatale”
Oltre a Jolly Mare e ad Alberto Bazzoli, alla realizzazione di “Azzurra” hanno partecipato Lorenzo Fornabaio alle chitarre, Niccolò Fornabaio alla batteria e percussioni e Marco Battistini al basso, nonché Riccardo Costa per tutto ciò che riguarda il design grafico e le illustrazioni, le quali riprendono il discorso visivo di “Missori”.
Anche in questo caso, le otto canzoni che compongono “Azzurra”, sono accompagnate da altrettante fotografie, realizzate da Dave Massotti tra Monte Carlo e Nizza, capaci di raccontare visivamente l’intero album e di permettere all’ascoltatore di immergersi ancor di più nell’immaginario sognante e cinematografico raccontato dalle musiche di Alberto Bazzoli.
Lato A
Il viaggio di “Azzurra” si apre con “La cura del sole”, un rilassante bolero dove la chitarra, un vibrafono e i sintetizzatori si sposano alla perfezione. Questo tema è capace di trasportare, fin dalle prime note, la mente dell’ascoltatore sulla riviera francese, far sì che esso possa chiudere gli occhi e immaginarsi il nostro protagonista star camminando, con l’arrivo del tramonto, sul lungomare a metà strada tra il mare cristallino e i locali che, da lì ad un paio d’ore, inizieranno a prendere vita.
Dopo aver finito la passeggiata sul lungomare, ecco che arriva “Cabane”, shake dall’aria esotica. Introdotto da un basso a metà via tra il western e un film di James Bond, che lascia il posto ad una danza di chitarre acustiche, spinetta e cimbalom, per poi tornare per chiudere il pezzo, questo tema racconta il momento della preparazione del nostro protagonista. Quei minuti o ore in cui, una volta tornato in hotel, il nostro personaggio principale si fa una bella doccia, si prepara, decide cosa mettersi in vista dell’uscita serale, in tal caso, in vista del giro nei locali sul lungomare, pronti ad ospitare i protagonisti della notte, con i loro misteri e le loro storie.
Il disco prosegue con "SL Pagoda", forse il brano più ritmato dell’intero album dove i sintetizzatori, la batteria e la chitarra elettrica si fondono alla perfezione, riuscendo a ricreare quella sensazione di libertà e di venti tra capelli, mentre il protagonista della storia in riviera sta sfrecciando sulla sua Mercedes 230 SL Pagoda a tutta velocità sul lungomare, prima di arrivare al locale da lui prescelto per trascorrere la serata.
Questa facciata si chiude con la titletrack “Azzurra”, composizione dall’atmosfera misteriosa dove una ipnotica slide guitar si alterna ad un muro di sintetizzatori sognanti ma malinconici. Con questo tema, il nostro protagonista sembra che stia vivendo gli ultimi istanti della sua serata nel locale, una serata che non sembra aver dato i suoi frutti e che si sta apprestando a finire, nonostante il suo occhio sia caduto, una volta uscito, su una figura misteriosa, forse una ragazza appena giunta al locale, capace di folgolarlo.
Lato B
La seconda parte del viaggio si apre con “Grand Hotel”, brano dalle atmosfere swing e jazz, dove la fanno da padroni il vibrafono, i sintetizzatori e alcune incursioni rumoristiche, come delle risate, il suono di un campanello, etc… Questo tema sembra descrivere il risveglio dell’hotel del nostro protagonista, il quale dopo essersi svegliato è sceso per andare a fare la colazione, si trova di fronte alla vita dell’hotel, i nuovi ospiti in arrivo e vecchi che se ne vanno, la reception che continua a riempirsi di stravaganti figure, i facchini che si apprestano a caricare i bagagli per portarli nelle camere e la piscina che inizia ad animarsi.
L’album prosegue con “Acanto”, una vera e propria canzone d’amore, un lento dall’aria delicata e sognante, dove vibrafono, clavicembalo e string machine permettono all’ascoltatore di farsi travolgere dall’aria romantica che solo un amore improvviso è capace di far provare.
Dopo aver finito la colazione, essere tornati in camera d’hotel ed essersi preparati in vista della giornata, ecco che il nostro protagonista, in “Acanto”, giunto nella hall dell’hotel, mentre si appresta ad uscire per ricevere dal voiturier le chiavi della macchina per andare in spiaggia, incrocia nuovamente lo sguardo della ragazza di “Azzurra”, la ragazza di cui si era improvvisamente innamorato al locale e con cui, una volta rivista, non perde l’occasione di avvicinarsi per presentarsi e proporle di passare la giornata in sua compagnia, sperando in un sì… che alla fine riceverà.
Con “Grotta Blu”, il compositore sembra descrivere in musica, grazie ad inserzioni rumoristiche e ai sintetizzatori, quell’atmosfera sospesa e sognante che pervade il tempo trascorso dal nostro protagonista insieme alla ragazza di “Azzurra”, un’atmosfera meravigliosa e che toglie il fiato come se fosse un’immersione subacquea alla scoperta del fondale marino.
Questo lato, e di conseguenza il disco, si chiude con “Nei tuoi occhi c’è un mare profondo”, tema dall’aria psichedelica, movimentata e rockeggiante, dove le tastiere e le chitarre distorte, insieme ad un’incalzante groove di batteria, danno la sensazione che, ormai, si è giunti ai titoli di coda di questa vacanza in Costa Azzurra. Per il nostro protagonista, dunque, è giunto il momento di tornare a casa, di riprendere la routine quotidiana, ma, rispetto a quando era partito, torna a casa con ricordi nuovi, esperienze diverse e, soprattutto, con uno sguardo innamorato, poiché l’immersione subacquea di “Grotta Blu” era solo una metafora, visto che il mare che gli ha rapito il cuore, non è stato quello della riviera francese, ma il mare che, improvvisamente e senza aspettative, ha trovato negli occhi della ragazza di “Azzurra” e nel quale il naufragar è stato dolce.
“Azzurra” è stato pubblicato il 21 novembre dall’etichetta Icaro Musica, label fondata da Alberto Bazzoli, cosi come Umiliani fondò la Omicron per dare alle stampe i propri lavori. Per quello che riguarda la versione in vinile, curata nei minimi dettagli: la copertina è apribile e mostra sul lato A l’artowork di “Azzurra”, sul lato posteriore l’elenco delle tracce con le descrizioni, i crediti di tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione del disco, nonché il logo dell’etichetta e il numero di catalogo ICM002, ed internamente tutte gli otto scatti di Dave Massotti associati ai brani. Il disco in vinile è acquistabile sulla pagina Bandcamp di Alberto Bazzoli, dove si può trovare anche il suo racconto milanese di “Missori”.










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