Di Titti Battista
Correva l’anno 1991, un anno d’oro per il rock statunitense. Da pochi mesi, il 21 agosto del 1990, era stato pubblicato Facelift, il primo album in studio degli Alice in Chains. Il fermento culturale che si stava sviluppando nella città di Seattle, capitale per antonomasia della musica grunge, era ormai palpabile. Il 1991 sarà l’anno in cui vedranno la luce anche Ten, album di debutto dei Pearl Jam, nonché quello che verrà dai più considerato la bandiera del grunge: Nevermind dei Nirvana.
Lo stile delle band di Seattle inizia quindi a farsi sempre più preponderante nella scena rock statunitense e mondiale. Nello stesso periodo a Chicago, già alla fine degli anni ’80, un giovane musicista decise di lasciare la sua gothic band per fondare un nuovo gruppo, a seguito dell’incontro con il chitarrista James Iha e la bassista D'Arcy Wretzky, a cui si aggiunse presto il batterista Jimmy Chamberlin. Quel giovane era Billy Corgan e la band di cui stiamo parlando sono ovviamente gli Smashing Pumpkins, che proprio nel 1991, dopo alcuni anni passati a suonare nei piccoli club underground della metropoli dell’Illinois davanti a poche centinaia di persone, decisero di registrare il primo album in studio. E lo fecero, tra il dicembre del 1990 ed il marzo del 1991, negli Smart Studios del produttore Butch Vig a Madison (Wisconsin), lo stesso studio di registrazione dove i Nirvana avevano appena finito di registrare Nevermind (un luogo culto insomma!).
Il 28 maggio di trent’anni fa, gli Smashing Pumpkins pubblicarono il loro album di esordio: "Gish", il cui titolo era stato scelto da Corgan per fare un regalo alla nonna, grandissima fan di Lilian Gish, nota attrice americana del cinema muto. L’album racchiude e mescola sonorità diverse, frutto delle influenze e degli ascolti musicali dei giovani Corgan & Co., che spaziavano dall’hard rock alla musica psichedelica anni ’70, dai Black Sabbath ai Led Zeppelin. Il sound della band di Chicago raccoglie tutte queste contaminazioni mescolandole nel loro primo album, con testi ancora un po' acerbi, ma che contengono già la tipica inquietudine e sofferenza che li contraddistinguerà; sonorità poco raffinate e violente, quasi punk di alcuni brani, alternate a ballads malinconiche. È così che a schitarrate, assoli e ai riff furiosi di brani come I am one, Siva e Bury me si affiancano le armonie melodiche di Rinhoceros e Crush, che includono tutto il sound tipicamente 90's. L’ultimo pezzo con il quale l’album si chiude è Daydream, cantato dalla soave voce di Darcy: il brano contiene al suo interno la ghost track I’m going crazy, con cui Corgan estranea tutta la sua follia.
Gish è l’album che proclama gli Smashing Pumpkins ad un pubblico più ampio, facendoli uscire e andare oltre gli scalcinati club di Chicago: è il preludio ai futuri e ben più noti album successivi, Siamese dream e Mellon Collie and the Infinite Sadness, che immortaleranno per sempre la band di Chicago tra i gruppi più importanti ed influenti della scena rock anni 90.
La band ha annunciato un evento streaming per festeggiare i trent’anni dall’uscita del loro album d'esordio: il 29 maggio alle ore 17 (quando in Italia saranno le 2 di notte del 30 maggio) il frontman Billy Corgan e il batterista Jimmy Chamberlin faranno ascoltare il vinile di Gish, risponderanno alle domande dei fan e presenteranno anche dei pezzi inediti, con la speranza che nel 2022 la formazione di Chicago tornerà ad esibirsi in Italia dopo il concerto al Firenze Rock del 2019, per estasiarci con uno dei suoi sempre attesissimi live!
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