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SUPERFLUUUO: il progetto non indispensabile tra realtà e surrealismo pop - Intervista


Sin dal primo ascolto e dalla visione degli artwork - presenti sul loro profilo Instagram - ho trovato il progetto dei SUPERFLUUUO estremamente interessante, che si discosta da tutto ciò che di solito siamo abituati ad ascoltare. Venerdì 29 maggio è stato pubblicato il loro EP di debutto dal titolo "Super-Ep" per Hard Salomone e distribuito da Believe.

"Formiche" è stato il primo e unico singolo che avevano condiviso con il pubblico, che è stato inserito subito nella Playlist Scuola Indie di Spotify: questo, per un progetto agli albori come questo, indica che la loro traccia ha suscitato curiosità, sia per quanto riguarda la sfera sonora che quella visiva.

Con i loro brani ci troviamo catapultati all'interno di un mondo fantastico e surreale dove delle creature animali ritrovano il loro spazio naturale e dove noi esseri umani, per una volta, non cerchiamo di porci domande, di trovare dei significati alle azioni e ai pensieri. Il progetto, nato per caso, di Edoardo, Giovanni e Teodoro ci permette di viaggiare con la mente, grazie a delle sonorità synth pop e lo-fi e si uniscono ai testi, liberi di interpretazioni.


Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con i Superfluuuo, per conoscere meglio questo loro percorso iniziale, dove i colori, i suoni e i testi si cuciono insieme, lasciando spazio alla nostra immaginazione. Ecco cosa ci hanno raccontato.


Ciao ragazzi, benvenuti su IndieVision! Come prima cosa vi chiedo di presentarvi e di raccontarci il vostro progetto SUPERFLUUUO, così fuori dalle regole e dagli schemi, per così dire convenzionali. Superfluuuo è un trittico di immagini, suoni e voci nato dalla casualità dell’incontro tra Edoardo e Giovanni, a cui si unisce, di nuovo per caso, la voce di Teodoro. Non c’è mai stata l’intenzionalità di creare un progetto, abbiamo scoperto insieme un immaginario felice ma irreale e così, piano piano, sono nati i pezzi che adesso hanno il nome di Superfluuuo. Il nome che avete scelto si può associare in qualche modo all’aggettivo superfluo e/o ai termini super-fluo? Superfluuuo viene da superfluo, l’accezione fluorescente è arrivata dopo, anch’essa sinceramente in modo casuale. Superfluo è, quindi, ciò che non è indispensabile. Un progetto non indispensabile nato dalla non indispensabilità della nostra esistenza come individui superflui in una realtà, culturale e musicale, non indispensabile. Ci raccontate come sono nate le tre tracce dell’EP “Formiche”, “Origami” e “Riviera”? Ciascuna traccia ha formazione bipolare: le basi e i suoni nascono di solito dopo le sei, nella nebbia confusa di un appartamento, in cui alla fine ci siamo accorti di aver prodotto qualcosa di interessante. I testi invece sono spesso il frutto delle lunghe passeggiate di Edoardo tra boschi, sinapsi e colline. “È tutto in bilico, amore liquido” cantate nel ritornello di “Formiche”. Avete volutamente creato un rimando con il testo di Bauman, sulla fragilità dei legami affettivi? Questa canzone possiamo affermare che rappresenti il cercare di vedere le cose da una nuova prospettiva, un po’ come fate voi parlando di un nuovo mondo tutto vostro? Non c’è un rimando a Bauman ma non siete i primi a chiederlo. Ci piace pensare che ognuno possa leggerci il significato che preferisce lavorando con la propria fantasia e ci fa piacere che tu abbia trovato proprio questo.

“Sono anni che io non penso, io qui non esisto” cantate in “Origami”. Sembrate dare molta importanza al pensiero, all’atto stesso di riflettere visto che “chi non pensa / non esiste verrebbe da dire”. Quindi vi chiediamo due cose: quanto riflettete prima di scrivere o comporre suoni e, soprattutto, vi capita spesso di mettervi un attimo a pensare alla musica nel corso della giornata? Come già anticipato, non c’è una vera a propria riflessione intenzionale, piuttosto possiamo dire che la realtà circostante ci spinge nell’intenzione di modificarla e di scoprirla sotto punti di vista nuovi che poi alla fine diventano i testi dei nostri pezzi. Stessa cosa per i suoni, se dovessimo quantificare quanto pensiamo alla musica nel corso della giornata ci verrebbe da dire zero o forse sempre… ogni cosa suona e tutto quello che suona può influire sul progetto. “Nessun posto è così bello quanto la mia testa” cantate in “Riviera”. Anche in questo caso l’atto di riflessione ha un ruolo fondamentale nei vostri testi. Trovate altrettanto notevole per, così dire, il benessere psico-fisico di una persona anche “riflettere su se stessi”, fare i conti con la propria individualità? Magari lo trovate utile persino come musicisti oltre che come facenti parte del genere umani. Il nostro benessere psicofisico non è dato dalla riflessione su noi stessi ma anzi il contrario, cerchiamo di riflettere il meno possibile su ciò che siamo come “facenti parte del genere umano” e di allontanarci il più possibile dal nostro essere individui per riflettere meglio su quello che non siamo.


Nella copertina di “Super-ep” troviamo animali fantastici che fluttuano in un mare color arcobaleno, ma non solo, che richiamano poi ai testi dei vostri brani. Anche nel vostro profilo Instagram avete dato azione a questi personaggi presentandoli con brevi filmati. Come mai avete deciso di presentarvi e presentare al pubblico in vostro lavoro in questa maniera?

Giovanni ha esteso a realtà un immaginario fantastico che già c’era. Anche qui, non c’è una motivazione precisa o strategie di comunicazione specifiche: così come i suoni, le grafiche sono il risultato di una serie infinita di pomeriggi tutti uguali che un giorno hanno preso un’altra direzione e hanno cambiato il corso di tutti i pomeriggi a seguire.

Da dove deriva la vostra scelta artistica, così particolare e potente, dove i colori e i suoni ci rimandano ad atmosfere psichedeliche e viaggi mentali?

Da una serie di incontri proficui con realtà e amici immaginari.

Quali sono i musicisti e gli artisti che vi hanno influenzato per la creazione del vostro progetto?

Non avendo l’intenzione di creare un progetto, tutto quello che avevamo sotto mano suonavamo e tutto quello che pensavamo scrivevamo.

Cosa dobbiamo aspettarci dai SUPERFLUUUO? Pensate di organizzare qualche live session per farvi conoscere e per far conoscere la vostra musica? Sicuramente approfondiremo la conoscenza con gli amici e le realtà di cui ti abbiamo parlato prima e vedremo a cosa porterà.


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