top of page

In "TAXI DRIVER", Rkomi ci guida alla scoperta di un nuovo sound - Recensione

E’ uscito il 30 Aprile per Universal/Island il nuovissimo album di inediti di Rkomi, rapper (se così possiamo catalogarlo) che nel corso degli anni ha deciso di spostarsi sempre di più, ma in maniera graduale, verso sonorità sempre più mainstream e dirette. Il progetto, chiamato “TAXI DRIVER”, presenta un chiaro richiamo al capolavoro di Martin Scorsese uscito nel 1976.



A differenza della pellicola, dove un giovanissimo Robert De Niro cercava insistentemente di combattere i suoi fantasmi e le sue paure post guerra del Vietnam, all’interno dell’album il protagonista, Mirko, si interroga sulle diverse problematiche della vita contemporanea, dove difficoltà sentimentali e personali si intrecciano fino a diventare un tutt’uno.

Ancora una volta, quindi, Rkomi compie un ulteriore passo avanti nella sua personale metamorfosi artistica.


"Sono sotto casa tua, voglio vedere dove va a finire la luna, moriamo spesso nel tempo, solo una volta d’amore.." (da "Luna Piena")

Se in “Dove gli occhi non arrivano si allontanava dal percorso che sembrava già tracciato per lui fin dalle origini e muoveva i suoi primi passi nel mondo della musica cantata e suonata, con “TAXI DRIVER” si spinge ancora più lontano, addentrandosi in questi territori con la sicurezza che gli deriva da anni di scrittura nel rap, e con la freschezza di chi si approccia davvero per la prima volta al cantautorato.


Il progetto è frutto di un lungo lavoro su se stesso e sulle sue canzoni, che lo ha portato ad approfondire una vena più profonda e musicale scoperta con gli anni, alla ricerca di nuovi stimoli. Una vena in cui la melodia e gli arrangiamenti hanno lo stesso peso delle parole, e in cui la coralità e la condivisione sono fondamentali: non a caso la maggior parte dei brani sono nati in studio, dalla collaborazione con i produttori e gli artisti che lo hanno affiancato, e ognuna delle tracce dell'album (tranne “Partire da te” e la title track “Taxi Driver”) è impreziosita da ospiti d'eccezione.



Il primo singolo estratto, “Ho spento il cielo” con Tommaso Paradiso, è un ottimo esempio di come le liriche introspettive ed eteree dell'artista originario di Calvairate possano sposarsi perfettamente con le melodie pulite e la potenza espressiva di uno dei cantautori romani per eccellenza. Il binomio Milano-Roma si ripete anche in altri episodi della tracklist, ma declinato in sfumature sempre diverse, come nel caso di “Me o le mie canzoni?” (con Gazzelle) e “Diecimilavoci” (con la giovanissima cantautrice Ariete).

Non manca un omaggio al suono del nuovo urban-pop italiano, con la presenza di grandi protagonisti come Irama (“Luna piena”), Gaia (“Mare che non sei”), artiste emergenti di grandissimo valore come Roshelle (“Paradiso vs. Inferno”) e esordienti quasi assoluti come Tommy Dali, astro nascente dell’R&B italiano, alla sua prima presenza su un disco così importante (“Solo con me").


"Sono così sentimentale e senza cuore, sono due cose che non sanno legarsi troppo.." (da "10 Ragazze)

Anche chi segue Rkomi fin dalle sue origini nel rap non resterà deluso: immancabili gli amici di sempre Sfera Ebbasta (con il brano rock-trap “Nuovo range”), il newcomer Chiello_FSK (con “Cancelli di mezzanotte”) e Ernia (nel brano con sonorità funk “10 Ragazze”).

Ciliegina sulla torta, rinnovata dopo il precedente album anche la fortunata collaborazione con Dardust, questa volta presente sulla traccia “Sopra le canzoni”.


Ad allargare la squadra e a integrarsi perfettamente con una vera e propria band in studio, un roster di produttori di primo piano: lo stesso Dardust, Katoo, The Night Skinny, Shablo, Junior K, Mace e Marquis.

Ascolto dopo ascolto, quindi, "TAXI DRIVER" è un viaggio nelle profondità di un sound sempre nuovo, sempre più ricco, sempre più visionario, influenzato dal rock come dal rap, dalla canzone d'autore come dal pop, ma soprattutto influenzato dal futuro.

Un disco pieno di emozioni, che brano dopo brano riesce a catapultarti semplicemente nel nuovo mondo creato da Rkomi stesso, nel quale ogni sonorità è sinonimo di nuovo impatto con la realtà che lo circonda: provare per credere.



bottom of page