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Crescita artistica e bellezza dell’unknown: Rbsn racconta "Here" - Intervista

Venerdì 28 novembre è uscito "Here", il nuovo album di Alessandro Rebesani, in arte Rbsn, pubblicato per ODD Clique e distribuito da The Orchard.

Anticipato dai singoli "This Life", "Here" e "Small Town Love", il disco segna un nuovo capitolo nella carriera di Rbsn, ampliando e ridefinendo il suo sound rispetto al suo esordio con "Stranger Days".

I testi attraversano temi come appartenenza, comunicazione, amore, perdita, cura e alterità, intrecciandosi in una narrazione sognante e coerente che guida l'ascoltatore lungo tutto il viaggio del disco. Alle tracce dell’album hanno contribuito diversi produttori e musicisti provenienti da tutta Europa, tra cui Federico Romeo, Emanuele Triglia e Pasquale Strizzi.

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Ciao Alessandro, benvenuto su IndieVision! Per chi non ti conosce, chi è RBSN? Come ti descriveresti? Ciao! Grazie per il benvenuto. A livello artistico, credo di fondere un mondo sonoro dettagliato con un linguaggio più immediato. Credo di esprimere emotività e sensibilità. Le mie canzoni sono delle storie molto personali che ovviamente risuonano con chi le ascolta, scrivere per Me e cercare di richiamare è creare qualcosa di potente che mi ha stupito, un suono o un concetto, spero di comunicare la stessa energia a chi mi ascolta per la prima volta.

Sei italiano, romano doc, eppure canti in inglese. Da dove deriva questa tua scelta artistica?Non è una scelta direi più una necessità, il mio linguaggio musicale prevede l'uso dell'inglese. È la prima lingua che ho imparato!

Oltre alla lingua, cosa ti ha colpito e influenzato della scena musicale inglese? Quella che ho vissuto io è stata interessante e giusta per me quando vivevo lì. Il jazz muscolare e performativo di quegli anni mi ha fatto studiare molto e ha migliorato la mia disciplina, in generale sono cresciuto con un occhio di riguardo per la musica estera, che è quindi un pilastro della mia formazione.

"Beautiful Unknown" mi ha colpito particolarmente già dal titolo, in cui accosti due parole quasi opposte e poi le richiami nel finale con "I'm just another unknown". È una sensazione che hai vissuto davvero? Quel sentirsi un po' invisibili davanti a una persona, al pubblico o, più in generale, di fronte alla società? Credo che nel "non sentirsi sentirsi speciali affatto" risieda un grande saggezza. Questo brano ruota intorno al concetto di sentirsi speciali con qualcuno. Autobiografica? Si decisamente! Descrive la possibilità di cominciare qualcosa con qualcuno, con uno straniero, che forse può svelarci una nuova verità e migliorarci, insegnandoci ad amare.

Sono passati 3 anni dal tuo disco d'esordio "Stranger Days", come sei cambiato in questi anni? "Here", qui, ora, quali sono i valori e le esperienze che hai costruito in questi anni e che ti hanno portato alla realizzazione del nuovo album? Rispetto al mio precedente lavoro, questo disco può risultare come un salto di qualità o più maturo o, quantomeno, spero che lo faccia. La possibilità di scavare di più in questi brani e spendere più tempo con gli arrangiamenti mi ha dato la possibilità di fotografare molti dei miei ascolti principali e scrivere della musica davvero significativa per me. Il percorso è stato lungo e pieno di imprevisti, ma molto importante, e ha toccato varie scene in Italia.

Ho imparato il grande valore della collaborazione e della condivisione e anche quanto è importante prendere delle scelte in maniera più o meno perentoria. Alla base di questo nuovo disco, c'è una forte comunicazione con i miei colleghi e compagni di viaggio, credo la stanza suoni forte in questi brani carica di tutte le emozioni che stavamo provando nei giorni di registrazione. Dopo le prime settimane, gli eventi e i gathering che abbiamo fatto per il disco, siamo molto felici del risultato e del modo intenso e intimo con cui sta girando questa musica.

Nel 2024 hai pubblicato "Muro", una collaborazione molto interessante con Marco Castello che mescola italiano e inglese. Hai già pensato di lavorare nuovamente con artisti italiani per creare altri brani sulla scia di questo? Certo, c’è già qualcosa in cantiere: sia chiaro che per me l'italiano non è un limite, mi piace molto collaborare con artisti che lo usano e magari essere d'aiuto alla scrittura di un brano in italiano è solo qualcosa che non parte da me. Spero di avere un po' di tempo per sperimentare con gli amici talentuosi come Lauryyn Evita Polidoro e Dario Jacque.

Su quali aspetti ti concentri maggiormente durante un live? Sei emozionato per i prossimi in programma? Sono molto contento di tornare a suonare live, soprattutto con la stessa squadra che ha registrato il disco. Per me suonare dal vivo costituisce la prova del nove e anche un'occasione per sperimentare ed ampliare il discorso musicale cominciato nelle registrazioni. L'aspetto più importante è comunque il presente e riuscire a comunicare con il pubblico in maniera narrativa. Vorrei richiamare quell'aspetto di raccoglimento che a volte si crea in situazioni più intime, stiamo comunque montando uno show per il tour di gennaio. :)

Questa è una domanda che mi piace sempre fare agli artisti che intervisto: hai un aneddoto curioso e/o divertente che riguarda la composizione o la realizzazione dell'album "Here"? Il disco è stato registrato nel vecchio studio dei Planet Funk. Ho preso in prestito molta strumentazione da diversi amici tra cui una Martin che sta in un film di Virzi e una rubber bridge degli anni '60. L'album è principalmente live e dall'inizio delle registrazioni con This life a SCILLA questo disco ha dentro qualche migliaio di chilometri.

Sette ispirazioni: Il pasto Nudo, la pergamena , le muse , il rituale , il viaggio , l'oblio , l'amore.


Se questa intervista ha stuzzicato la vostra curiosità, ecco le prossime date live di Rbsn: il 29 gennaio al Baumhaus di Bologna, il 30 gennaio al Biko di Milano, il 31 gennaio al Glue di Firenze e, infine, il 10 febbraio al Teatro Basilica di Roma.


Prima di tutto però, ascoltate l'album Here.


 
 
 

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