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Music for Change - Collective Album #22: Intervista al direttore artistico di Musica Contro le Mafie

Luk, Alo, Olivia XX, Esdra, Riva, Heren Wolf, Vandarko e KyotoLp sono i nomi finalisti che si celano dietro le 8 canzoni di “Music for Change - Collective Album #22”, l'album finale collettivo del premio Music for Change 2022, organizzato da Musica Contro le Mafie, organizzazione che da anni opera nel nostro paese con progetti e iniziative sempre attuali e proiettate al futuro. Dal 2010, organizza il Premio Nazionale “Music for Change”; il primo e più importante premio musicale europeo dedicato a tematiche sociali e civili.

Quest'anno i brani finalisti dell'album sono stati creati, composti e prodotti durante le fasi finali del Premio nei 12 giorni di Sound BoCS, nella residenza artistica più grande d’Europa: i Bocs Art di Cosenza.


Tanti i temi sociali e ambientali affrontati nel corso delle otto tracce presenti, sintomo di un modo di fare musica che non ha paura di affrontare i temi portanti della società in cui viviamo e di farsi voce di quest'ultima. Questi, in particolare, i temi fondamentali sui quali gli artisti sono stati chiamati a comporre:

  • Migrazioni e popoli per il cantautore napoletano, vincitore del Premio Music for Change 13^edizione e della menzione Speciale del Club Tenco, Luk con “Numeri”;

  • Lavoro e Dignità per il soul-singer Alo con “Cameriere” vincitore del Premio Acep/Unemia;

  • Resistenze e Democrazia per la cantautrice Olivia XX con il brano “Bonus Libertà” vincitrice della menzione speciale dell’ass. Musica contro le mafie;

  • Rigenerazione e Futuro per la giovanissima cantautrice palermitana Esdra con “Malasorte” vincitrice del premio Musa Factory;

  • Cittadinanza Digitale e Cyber Risk per la band partenopea dei Riva con “Graffi”, vincitori parimerito della menzione speciale su segnalazione del Club Tenco;

  • Parità di Genere e Diritti Lgbtqi+ Heren Wolf con “Cloe”;

  • Disuguaglianze e Marginalità sociale è il tema del brano “Bassifondi” della rock band Vandarko;

  • Ambiente ed Ecologia per la loop-music di KyotoLp con il brano “Scenari”.

Dal 25 novembre scorso viene stilata inoltre ogni 10 giorni fino al 25 gennaio una classifica di ascolti di ogni singolo brano, volta ad eleggere il vincitore del premio Premio Stream Believe, a cui gli otto ambiscono.


Di Musica contro le mafie e del progetto musicale Music For Change abbiamo parlato con il direttore artistico, Gennaro de Rosa, che ci ha sottolineato l'importanza della musica nella società che ci circonda e del suo utilizzo come mezzo di riscatto.



Ciao Gennaro e benvenuto su IndieVision! Sei direttore artistico di Musica contro le Mafie, realtà che ogni anno amplifica il proprio potenziale e coinvolge tanti artisti emergenti in un progetto musicale ad ampio spettro. Com’è nato e come si colloca il contest “Music for Change” nel contesto di Musica contro le Mafie?

Ciao a tutti voi e grazie per aver voluto fare questa chiacchierata.

Music for Change è il premio musicale che portiamo avanti da 13 anni in maniera cangiante. Crediamo fortemente nel potere del cambiamento come grande opportunità per l’uomo di poter vivere più vite in una sola. Quest’anno si sono iscritti al premio più di 800 artisti. Io non amo molto la parola emergenti affiancata a dei giovani (o meno giovani) music creator. Sono tutti dei fiori pronti a schiudersi per noi, senza emergenze… (Ride ndr)

Musica contro le mafie è una associazione che da anni si occupa di diffondere buone idee e buone prassi attraverso la musica e l’arte in generale. Il premio nasce 14 anni fa a Casalecchio di Reno vicino Bologna. Iniziamo lì con un piccolo contest e poi dopo due anni torniamo a Sud e una volta tornati a casa tutto, paradossalmente, assume e sviluppa una vocazione nazionale ed Europea. Music for Change è un premio che mette in equilibrio capacità artistiche e desiderio di riscatto. È uno strumento culturale nel quale si rispecchiano concretamente i valori espressi nell’articolo 3 della Costituzione.


È uscito da pochi giorni l’album collettivo dei finalisti della tredicesima edizione. All’interno vengono affrontati molti temi, dalla salvaguardia ambientale a temi sociali e civili. Pensi che la musica di oggi sia attenta quanto dovrebbe ai temi di attualità?

La musica ascoltata dalla massa delle persone potrebbe e dovrebbe essere più attenta ai temi sociali, non ci sono dubbi. Ma le persone in generale (anche senza musica) dovrebbero essere più attente ai temi sociali e civili. È su questi temi che il futuro ci chiamerà a rispondere per la salvaguardia dell’umanità e del pianeta.

Noi dall’avvento del Covid abbiamo deciso, proprio per questo, di allargare il nostro bacino di interesse a temi che abbiamo mutuato da Agenda 2030 dell’Onu.

Non cerchiamo artisti eroi che salgano sul palco a pontificare o arringare le folle. Crediamo invece fortemente nel fatto che gli artisti non devono far finta di non vedere quello che gli accade intorno. Siamo certi che si possano trattare temi impegnati con leggerezza (che non è superficialità) e la musica è uno dei mezzi di comunicazione più veloci e potenti che l’uomo sia stato capace di creare per far viaggiare veloci le storie, le idee, le testimonianze.

La musica non può essere svilita a semplice prodotto, va nobilitata e sfruttata al massimo per innescare processi di cambiamento sociale, come ha già dimostrato di poter fare nella storia contemporanea.


Essere socialmente impegnati pensi sia più un diritto o un dovere per un artista contemporaneo?

Non è assolutamente un dovere. L’arte non ha doveri, l’arte deve essere libera di esprimersi in tutti i modi che ritiene opportuni.

Noi quando leggiamo di cordate contro l’artista che ha detto/fatto questo o quello o ha fatto una ipotetica apologia dell’illegalità, non possiamo far altro che storcere il naso.

Non è con la censura che blocchiamo la “globalizzazione delle cattive idee” ma soltanto con un lavoro profondo sullo sviluppo del senso critico e della capacità di scegliere da parte dei giovani “consumatori” di Musica e non solo.


Da dove nasce l’idea di produrre il disco nei Bocs Art di Cosenza?

I BocS Art sono un luogo unico al mondo, ci tengo a dirlo. La più grande residenza artistica d’Europa ed è a Cosenza. Lo produciamo lì perché in quel posto prende vita la fase Sound BoCs del premio Music for Change. Gli 8 finalisti vivono e compongono per 12 giorni in questi cubi di legno in vetrina. Diventa un vero e proprio villaggio creativo. C’è il Change Club che è un vero e proprio club nel quale si beve un drink, si ascolta musica, si fanno jam session, si vivono momenti cardine e formativi; c’è il Recording Bocs un vero e proprio studio di registrazione; il video bocs dove si registrano le interviste; il bocs di Radio for Change e tanti altri.

E’ un luogo magico nel quale ogni anno, da un po’ di anni a questa parte, vediamo nascere collettivi che abbattono totalmente lo spirito di sfida e agonistico che c’è in tutti i concorsi musicali.


Per tre anni consecutivi questi album collettivi sono stati nominati al premio Tenco, l’attenzione alla qualità è quindi sempre altissima all’interno del contest?

Questa è una cosa alla quale teniamo molto e ci fa felici. Ci piace proprio il nome della categoria delle Targhe: “Album collettivo a progetto” perché è praticamente quello che facciamo noi. Sono 3 anni (quasi consecutivi) che entriamo nelle famose cinquine Tenco. Vediamo che succederà quest’anno. La qualità dei brani di Luk, Heren Wolf, Alo, Riva, Vandarko, Esdra, Olivia XX, KyotoLp è molto alta secondo me. È stato fatto anche un ottimo lavoro di produzione dai nostri coach e dai conductor che affiancano gli artisti nel percorso creativo. Io non sono quello che deve o può dirlo, mi auguro invece che piaccia a voi critici e soprattutto al numero più alto di ascoltatori.


Musica contro le mafie è una realtà ben consolidata che negli anni ha portato a compimento diversi progetti sia in ambito scolastico che al di fuori. Qual è il tuo augurio per il futuro?

In questi ultimi anni, per motivi che conosciamo ormai bene, siamo stati un po’ lontani dalla dimensione scolastica, che amiamo fortemente. Abbiamo fatto tantissime altre cose nel frattempo, anche progetti di Rigenerazione Urbana.

Noi crediamo che nelle scuole e nelle università ci sia la forza vera per il cambiamento. C’è bisogno da morire dei giovani. C’è bisogno di ragazzi appassionati, curiosi, sensibili, impegnati e nelle scuole ne troviamo tantissimi. Stiamo iniziando pian piano a tornare, ora che siamo nella fase di convivenza con la pandemia e le regole cominciano a permetterlo. Quando siamo con loro, ci limitiamo ad ascoltarli perché hanno idee incredibili e, quando sono supportati, anche una grande capacità di trasformarle in progetti.

Il mio augurio per il futuro della nostra realtà è quello di continuare ad avere l’opportunità di proseguire e crescere ogni giorno di più, in tutti i sensi. Il mio augurio più in generale invece è quello di conservare la capacità di andare incontro alle sfide del futuro con coraggio senza perdere mai la direzione.


Grazie e buon lavoro!

GRAZIE a Voi per questa opportunità e per il lavoro che fate nella diffusione della musica e per il supporto che date ai giovani artisti.



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