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MI AMI Festival, un miscuglio di desideri irrazionali - LIVE REPORT

Distrattamente mi guardo in giro e un fermento generale si amalgama in un miscuglio di desideri irrazionali. Sono avvolta nell’entusiasmo di un vortice di persone che invadono raggianti il Circolo Magnolia di Milano per il Mi Ami Festival, l’evento che più è mancato in questi ultimi tre anni, già giunto al termine della sua sedicesima edizione piena di successo.


“Umano irrazionale, magico animale”. Il varco d’ingresso del festival mi accoglie con queste parole. Sembra l’inizio di un nuovo sogno. Tutti finalmente liberi, forse un po’ cambiati, ma tutti profondamente fervidi di recuperare ogni desiderio andato perso durante una lunga pausa di riflessione obbligata, sulla vita e su noi stessi. E in questo clima quasi onirico tra ripristino e rinnovo, dove appare tutto più amplificato, un po’ surreale, a tratti magico così come mai me lo sarei aspettato, tornare a rivivere la musica nella sua forma più suggestiva è stato qualcosa di memorabile che credo ricorderò allo stesso identico modo del pregresso assordante silenzio.


Ritrovarmi dopo tempo immersa in quel flusso pulsante, potente, vivo e variegato di suoni e di energia pura è stato un po’ come attraversare un fitto bosco di bellissime emozioni sbloccate dall’intensità della musica e da quell’atmosfera concitante che per tre giorni consecutivi è diventata sempre più viva. In mezzo alla natura, tra cielo e terra, sotto le stelle e sotto la pioggia di fine maggio, il Mi Ami Festival di quest’anno ha presentato una line up super eterogenea e del tutto sorprendente che ha connesso la musica italiana del passato, del presente e del futuro, con un cenno per la prima volta anche di artisti internazionali, una novità che mi è sembrata voler preannunciare successive edizioni ancora più ricche di bellezza.


Quasi cento artisti diversi nel loro genere e nella propria storia artistica, si sono avvicendati su ben quattro palchi dai quali tutti hanno mostrato la stessa voglia di far esplodere la loro musica davanti ad una massa di cuori palpitanti pronti a ricevere e vivere quante più belle sensazioni possibili. Avrei tanto voluto possedere il dono dell’ubiquità, per poter ascoltare in contemporanea tutti gli artisti che si sono esibiti sui differenti palchi ma nonostante l’atmosfera così surreale non son riuscita a trasformarmi in un super eroe e per questo la mia curiosità ha dovuto per forza contenersi.




Ma tra il ritorno sotto i riflettori di vecchi nomi e la scoperta sensazionale di future promesse della musica italiana porto a casa con una buona fetta di musica che sono riuscita a godermi. Tra questi la regina del pop elettronico Meg che a distanza di sette anni dal suo ultimo disco è tornata ad esibirsi con un fascino incredibile, così come Alan Sorrenti che assente dal palcoscenico da ancora più tempo ha fatto ballare tutti con i suoi successi storici, Giorgio Poi che con un cantautorato raffinato ha trasmesso tutta la sua delicatezza , La rappresentante di Lista con il suo pop travolgente e mai banale ha coinvolto adulti e bambini; i suoni eclettici di Iosonouncane che con IRA e i capolavori del passato è salito sul palco con una formazione di ben sette musicisti e poi ancora Venerus con uno show unico, speciale e commovente, De Leo invece ha presentato il suo nuovo disco "Swarowski" e ha ospitato sul palco la mia amata Maria Antonietta; Mobrici si è esibito con il suo nuovo progetto da solista ma ha cantato anche brani dei Canova con l’ospitata a sorpresa di Fulminacci con cui ha duettato la cover di Fibra “stavo pensando a te”, Tutti Fenomeni ha portato al festival per la prima volta dal vivo il nuovo disco prodotto da Nicolò Contessa così come lo è stato anche per Generic Animal che ha suonato il suo ultimo disco “Benevolent” gasando tutti i presenti con una personale rivisitazione elettronica del brano “sere nere” di Tiziano Ferro, i regaz de Lo Stato Sociale hanno scelto il Mi Ami Festival per festeggiare i dieci anni di “Turisti della democrazia”, e poi ancora il pop internazionale della band francese l'Imperatrice a cui è seguita la potenza della musica napoletana dei Nu Genea. Tra gli artisti della generazione Zeta, anche i bravissimi Marco Castello, Ibisco, Post Nebbia e Studio Murena che mi auguro di riascoltarli in giro questa estate, letteralmente conquistata dai ragazzi del collettivo napoletano Thru Collected che andrò sicuramente ad approfondire ed anche BigMama artista iconica del momento con un rap al femminile mai sentito prima. Di sfuggiata ho ascoltato Elasi con un pop molto fresco, Giallorenzo con un altro clamoroso stage diving e in fine Lepre con una scrittura interessante.


Mi avvio verso il varco d’uscita, lo stesso dal quale ho fatto accesso a questa grande festa, nelle orecchie risuona l’eco di tutta la musica. Mi fermo un attimo, una navetta mi sta riportando indietro, sto per tornate alla realtà. Ciao Mi Ami , è stato bello !





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