Da un paio d'anni l'industria discografica ha intrapreso la strada delle edizioni deluxe, ossia quell'abitudine di ri-pubblicare album di successo aggiungendo alla loro tracklist contenuti inediti come nuovi brani, pezzi eseguiti dal vivo - in duetto con altri artisti o usciti come singoli - e perfino canzoni in versione demo. Questa mania del repack colpisce sia artisti nuovi, come gli ultimi album di The Weeknd, Dua Lipa, Ed Sheeran, che gruppi e cantanti dei decenni passati come gli U2, i Red Hot Chili Peppers, i Nirvana, i Pink Floyd e via dicendo. Anche in Italia diversi musicisti sia del panorama pop, come Tiziano Ferro e Annalisa, sia del mondo rap, come Achille Lauro e Mecna, e sia dell'immaginario it-pop e indipendente, come Calcutta, Ex-Otago, Levante e recentemente Fulminacci, hanno pubblicato un'edizione deluxe dei propri lavori migliori.
"Il Sabato del Vinile" di oggi è dedicato ad un disco uscito originariamente nel 2017, ma ri-pubblicato in questa nuova veste e per la prima volta in formato vinilico solamente nel 2018. L'album in questione è "Megasuperbattito", edizione deluxe di "Superbattito", disco d'esordio del cantautore Gazzelle, pubblicato il 3 marzo 2018 dall'etichetta indipendente Maciste Dischi.
Del Gazzelle, nome d'arte di Flavio Bruno Pardini, pre 2016 non si sa molto. Le uniche coordinate certe, deducibili da alcune sue dichiarazioni, sono che il cantante classe 1989 si dilettava a scrivere canzoni fin da quando era bambino però, solo verso il 2012 iniziò ad esibirsi in alcuni locali di Roma. Nel 2014, utilizzando il suo vero nome, pubblicò "Tutto", il suo primo EP di cui però si sono perse alcune tracce, eccezion fatta per alcuni brani in versione chitarra e voce disponibili su YouTube ("Resto con te"; "Tutto"; "Ventidue"; "Con me") e "Coprimi le spalle", canzone che, quattro anni più tardi, Gazzelle ha rispolverato ed inserito come traccia di chiusura di "Punk", suo secondo album in studio.
"Solo te che mi sconvolgi ancora il sabato mattina Con la felpa sporca della sera prima Che diluvia, "Ma dai Flavio, cammina" Cammina, cammina, cammina" (da "Quella te")
Il 2016 fu l'anno della svolta per Flavio, il quale, deciso a voler intraprendere la carriera musicale, adottò il nome d'arte Gazzelle, scelta abbastanza casuale e settata sia dal piacevole suono di questo termine, sia dalla sua passione per le quasi omonime ed iconiche scarpe Adidas. Nello stesso periodo il cantante originario di Prati iniziò a registrare, grazie all'aiuto del fratello Igor Pardini, gli otto brani che avrebbero composto "Superbattito" e a mandare in giro alcune demo nella speranza di poter attirare l'attenzione di qualche label. Tra queste etichette c'era anche Maciste Dischi, allora piccola ed indipendente casa discografica milanese, che fin dal primo ascolto apprezzò ed entrò in contatto con l'immaginario di Flavio. Oltre al supporto dell'etichetta e all'aiuto del fratello, questo primo album di Gazzelle venne supervisionato da Leo Pari, un pilastro della scena indipendente romana che venne contattato direttamente da Flavio dopo che aveva ascoltato e apprezzato "Spazio", disco di Pari uscito proprio nel 2016. Il cantautore romano aiutò Gazzelle sia fornendogli alcuni utili consigli, sia prestandogli i suoi synth analogici risalenti agli anni '80, strumenti che hanno dato un'impronta decisiva al sound del disco rendendolo più caldo, avvolgente e accattivante.
"Non mi ricordi più il mare Se penso a te ora vedo un albero che cade O le scorse serate A uscire coi tuoi amici del mare" (da "Nmrpm")
Fin dagli inizi lo stile di "Superbattito" e di conseguenza di Gazzelle è stato definito "sexy-pop" termine a cui il cantante non ha rinunciato poiché esso faceva da perfetto e sensuale contraltare ai contenuti malinconici e, in alcuni casi, sdolcinati toccati dai brani del disco. Questo contrasto testi tristi e smielati ed elementi sonori e grafici leggeri e accattivanti è uno dei cardini della poetica di Flavio; infatti, questa volontà di entrare in contrasto ed allontanarsi dai temi dei brani si riscontra anche nel titolo "Superbattito", parola inventata dal cantante e ripresa da una strofa di "Meltinpot", e nell'originale, provocante e sensuale immagine di copertina.
"Sei come sei Ma non sei come vorrei Io e lei eravamo più belli" (da "Martelli")
Le sonorità synth-pop del disco sono vicine all'immaginario de I Cani e dei Thegiornalisti, mentre i testi diretti, per certi versi semplici ma emotivamente potenti a molti hanno ricordato Calcutta. Nonostante questi paragoni l'originalità di Gazzelle sta nel fatto che i suoi brani nascono da sue esperienze di vita quotidiana e per questo parlano, senza giri di parole, di situazione che ha vissuto, gli sono capitate e in cui l'ascoltatore si può facilmente immedesimare. L'artista romano ha voluto fissare in musica, come fossero delle polaroid, alcuni momenti tratti dalla sua esperienza personale di vita perché, probabilmente, sentiva la necessità di buttar fuori questi ricordi sia per sfogarsi, sia per non dimenticarli, conservarli. Queste sonorità synth-pop, unite alle immagini quotidiane dei testi e alla voce malinconica e quasi svogliata di Gazzelle hanno fato sì che il cantautore originario di Prati, nel giro di poco tempo, diventasse uno degli artisti più apprezzati del panorama indie pop italiano.
"Ho passato una notte fantastica Hai distrutto il mio cuore di plastica E adesso che restano i pezzi e basta Non so cosa farci Riprendili te" (da "Sayonara")
Grazie al successo di "Superbattito" e per consolidare l'ascesa di Gazzelle nell'olimpo dell'indie italiano, Maciste Dischi decise di pubblicare nel marzo del 2018, un anno dopo l'esordio di Flavio, una versione deluxe di questo lavoro "Megasuperbattito". Questo repack, uscito anche in formato vinilico, presentava al suo interno i cinque singoli che seguirono l'uscita di "Superbattito", i quali segnarono l'inizio della collaborazione tra Flavio e il produttore Federico Nardelli. Oltre all'inserimento dei singoli, collocati sul Lato B del vinile intitolato "Megabattito", l'edizione deluxe presenta anche una copertina diversa che segue la stessa linea del contrasto tra i testi e le immagini provocanti, sensuali; infatti, il nuovo artwork rappresenta un carro armato, simbolo della forza e del machismo, colorato completamente di rosa, colore attribuito dalla società maschilista all'immaginario femminile.
"E quindi cin cin mentre affogo nei tuoi jeans E tu domani parti davvero, sì Con uno stronzo, un pezzo di fango Io piango, ora io piango" (da "Meglio così")
Lato A - "Superbattito"
Il disco si apre con "Non sei tu", il brano che forse ha segnato più di tutti l'ascesa al successo di Flavio. Questo pezzo si regge su un crescendo di sintetizzatori, il quale si fonde alla perfezione con la malinconica voce del cantante romano. La canzone racconta una situazione che chiunque ha vissuto almeno una volta durante il corso della propria vita, ossia la fine di una relazione e il conseguente sprofondare in un senso di tristezza che rende difficile vedere un nuovo inizio per la propria vita. Per provare a distrarsi da questo malessere si cerca di uscire per distrarsi e si prova anche ad instaurare nuovi rapporti con altre persone però, solitamente, tutto ciò non funziona perché chi è stato lasciato, prima di riprendersi, ha bisogno di un po' di tempo. Infatti, la scottatura, il cuore spezzato necessita di riposo perché, nonostante la voglia di ricominciare e il sostegno degli amici, nel post relazione spesso ci si abbandona nei ricordi e si fa fatica a "non vederti più dentro gli occhi blu / di una sconosciuta che sta al posto tuo e che non sei tu", ossia a scordare la persona amata ma perduta, instaurare nuovi rapporti e riprendere in mano la propria vita.
"E che ne sanno gli altri Di quando correvamo come pazzi E che ne sanno gli altri Degli occhi nostri mescolarsi e diventare tanti" (da "Non sei tu")
La seconda traccia è "Quella te", pezzo sempre dall'aria malinconica e caratterizzato da un sound in cui synth la fanno da padrona soprattutto nella, a parer mio, meravigliosa parte finale. Nonostante tratti sempre il tema della sofferenza post-rottura, a differenza di "Non sei tu", in questo brano la mancanza sembra colpire sia il lasciato, che l'ex partner, poiché il "Quella te" che manca può essere sia urlato da chi ha il cuore infranto e sia pensato da chi ha messo la parola fine sulla relazione. Infatti il "quella te che rideva", può essere rimpianto da chi ha lasciato poiché esso era un momento in cui la fiamma scintillava, ossia si sentiva vivo, felice ma che con il passar del tempo si è pian piano spento, deteriorato fino a portare il non innamorato alla sofferta decisione di chiudere quel rapporto. Uno degli aspetti più belli di questa traccia è che l'ascoltatore ci si può facilmente immedesimare perché, oltre che ad una relazione, essa si può facilmente traslare anche nei rapporti d'amicizia, relazioni che possono terminare per simili motivi, ossia perché si prende atto che non si sta più bene che una determinata persona e perciò si cercano nuove esperienze per tornare a ridere.
Il lato prosegue con "Zucchero filato", la canzone in cui il sound dei synth è messo maggiormente in risalto. Il testo di questo pezzo non è altro che un elenco di immagini di vita quotidiana introdotto, intervallato e concluso da una domanda ripetuta in maniera ossessiva "Te lo ricordi lo zucchero filato?". Questa semplice figura ha un forte impatto evocativo perché è collegata ad un luogo, come le giostre, di spensieratezza e svago e soprattutto al periodo più incasinato delle nostre vite ma in cui facciamo tutte le nostre prime esperienze, ossia l'adolescenza.
La quarta canzone è "Meltinpot", traccia da cui Gazzelle ha estrapolato il titolo per il disco. Il testo si caratterizza per essere un misto tra immagini dall'aria surreale e descrizioni di situazioni legate alla quotidianità . Questo brano tratta di un amore non ricambiato, ossia della classica cotta considerata fuori portata che si cerca di far passare in tutti i modi ed ignorare perché si ha il timore che, una volta venuta a conoscenza della tua esistenza, essa ti possa far soffrire non ricambiandoti o mettendoti nella friendzone. Detto ciò, nonostante io sappia perfettamente cosa si provi in una simile situazione, alla fine vale la pena buttarsi e andarci a parlare, poiché è meglio sapere di non essere ricambiati che vivere con l'eterno dubbio.
"La luna gela e la mia faccia, ghiaccerò Persone miste nella stanza, Meltinpot Mi perderò negli occhi tuoi due volte al giorno come sport" (da "Meltinpot")
In "Balena", il quinto pezzo, si inizia ad intravedere l'attenzione che Gazzelle pone sulla scelta delle parole, sul loro accostamento e suoi giochi che possono creare. In questa traccia il cantante mostra un lato speranzoso poiché il protagonista sceglie un ipotetico lunedì, il giorno più triste della settimana per antonomasia, come il momento ideale per cambiare qualcosa nella propria vita, stravolgere le proprie paludose abitudini e rinforzare la propria relazione. Non sappiamo se questa speranza, voglia di fare alla fine sia attuata veramente o sia come l'ultima sigaretta per Zeno, però il testo mostra uno spiccato senso di ottimismo da parte del protagonista, rafforzato dal meraviglioso e trascinante sound.
"A colazione mangio cerotti E frutta di stagione E di stagione, stagione Mangio cerotti a colazione (da "Balena")
La facciata prosegue con "Démodé", termine che vuol dire fuori moda. Questa parola rispecchia alla perfezione il testo della canzone, il quale, accompagnato dai soliti synth e tracce di chitarrina dagli echi funky, non è altro che un elenco di luoghi, situazioni ormai superate che generano nel protagonista un senso di malinconia. Questo concetto di démodé è molto vicino all'immaginario giovanile perché, per essere accettati e non sentirsi esclusi, i giovani seguono le mode ritenute in voga e abbandonano, anche controvoglia, quelle situazioni oramai considerate superate. Tutti noi, ammettiamolo, abbiamo seguito delle usanze solo per sentirci accettati però, secondo me, questo atteggiamento, indottrinamento, soprattutto in età adolescenziale, non è positivo perché ognuno di noi dovrebbe essere libero di esser sé stesso, seguire le proprie passioni, ascoltare la musica che vuole senza aver paura di essere giudicato, escluso o definito démodé.
"Ma da dentro il bar il cielo è grande Solo la metà E da dentro il bar il cielo è bello Solo la metà " (da "Démodé")
Il penultimo brano del lato A è "Nmrpm", il brano più malinconico dell'intero disco grazie al suo testo evocativo, forse il migliore tra tutte e tredici le tracce, e al suo sound dominato per lunghi tratti da uno struggente pianoforte. Il titolo è l'acronimo di "non mi ricordi più il mare", strofa che apre la canzone e che riassume immediatamente il suo senso, ossia il prendere atto che l'amore che si provava per il proprio partner è ormai finito. Questa conclusione è metaforizzata da Gazzelle tramite delle immagini dalla forza potenza evocativa; infatti, all'inizio la persona amata ricordava il mare, luogo felice e dal potente fascino sia in estate che in inverno, mentre negli ultimi istanti della relazione l'ex partner nella mente del protagonista evoca un centro commerciale e un albero che cade. Il centro commerciale è uno dei non luoghi per eccellenza secondo l'antropologo Marc Augé poiché è un ambiente monotono e solitario, nato per fini consumistici, senza una storia e una sua precisa individualità in cui si è solo di passaggio e non si instaurano relazioni, rapporti sociali duraturi. Per quanto riguarda l'albero che cade, questa è un'immagine molto poetica e che simboleggia alla perfezione la fine dell'innamoramento il quale, all'inizio e al suo apice è rigoglioso, robusto e sembra indistruttibile ma con il tempo, pian piano, le foglie dell'amore iniziano a cadere e se non si ha la forza per non appassire questo sentimento è destinato a cadere sia a causa degli eventi naturali, come il passar delle stagioni, sia per via di interventi esterni, come il tradimento o l'attrazione verso altre persone.
Questo lato, e di conseguenza "Superbattito", si chiude con "Greta". Questo è il pezzo più disilluso dell'intero disco poiché nonostante l'amore sia il sentimento più gioioso per gli esseri umani, allo stesso tempo può causare sofferenza lancinanti. Questo negativo lato della medaglia sembra essere ben noto a Gazzelle il quale non fa altro che ripetere, come un mantra, ad un'immaginaria Greta di non innamorarsi mai, poiché in questo modo eviterebbe solo il cuore frantumato che un amore può far nascere.
"Greta non innamorarti mai Delle cose troppo vere, vere Dimmi un sacco di bugie E ti dirò le mie, e io ti dirò le mie" (da "Greta")
Lato B - "Megabattito"
La seconda facciata si apre con "Martelli", singolo caratterizzato da un ritornello catchy e da un forte senso di dark humour che parla dei momenti successivi alla fine di una relazione. Il periodo post rottura è una fase molto delicata poiché i giorni che passano colpiscono come martelli, ogni nuova storia o flirt, inconsciamente, viene paragonato alla precedente relazione e si soffre poiché si vorrebbe solo stare bene e ritrovare il proprio colore, ossia ritornare a vivere senza buttarsi giù ogni qualvolta si pensi al partner che ha spezzato il nostro povero cuore.
Il lato prosegue con "Meglio così", brano sempre incentrato sulla fase post rottura ma che, a differenza degli altri pezzi, si caratterizza per un sound non synth pop, ma che omaggia, sia musicalmente che visivamente nel videoclip, l'immaginario pop, brit pop degli anni '90. Il testo traspare tutta quella sensazione di tristezza che si prova una volta che si scopre che l'ex partner non era come lo si era idealizzato e che ormai ha un altro "pezzo di fango" che lo rende felice.
"Stelle filanti", la terza traccia, è un brano caratterizzato da un ritmo trascinante e da un testo in cui immagini taglienti e quotidiane si fondono alla perfezione con studiati e accattivanti giochi di parole. Secondo me la canzone parla della prima fase di una relazione, ossia di quel periodo in cui ogni momento, bacio rubato alla persona che si sta frequentando ci fa dimenticare di tutto il resto, di tutti i problemi che affliggono la nostra quotidianità . Al protagonista sembra piacere questa fase e sembra temere, allo stesso tempo, l'evoluzione della relazione, ossia la nascita dell'amore vero e proprio. Questo timore verso il fatidico ti amo, probabilmente, deriva dalla preoccupazione del legarsi seriamente ad un'altra persona, di condividere con essa anche i propri lati più fragili e nascosti.
La penultima canzone è "Sayonara", pezzo che insieme alla precedente "Stelle filanti", formava l'Ep "Plastica", pubblicato su 45 giri nel giugno del 2017. Il sound ritmato della traccia fa da perfetto contraltare al testo triste e malinconico che tocca il tema, così come più volte è capitato in questo disco, del momento immediatamente successivo alla fine di una relazione, fase in cui si soffre ripensando al passato e ci si interroga su come sia possibile andare avanti, rialzarsi.
L'album si chiude con "Nero", brano caratterizzato, anche in questo caso, da un testo che elenca una serie di situazioni, immagini malinconiche, ricche di spiacevoli fraintendimenti tipiche di quei momenti no che ognuno di noi affronta, prima o poi, durante il corso della propria vita. Nonostante l'aria disillusa il testo, al suo interno, presenta anche un bagliore di speranza, ossia il "nemmeno è tutto nero" ripetuto come un mantra con cui si apre e si chiude la canzone. Questa semplice frase ci fa capire che anche nei momenti più difficili, dove sembra che il mondo ci stia accadendo addosso, si possono trovare degli appigli che ci permetteranno, prima o poi, di non naufragare e di risollevarci.
"Megasuperbattito" è stato pubblicato il 3 marzo 2018, ad un anno ed un giorno dalla pubblicazione di "Superbattito". Quest'edizione deluxe è uscita sia in doppio cd, autografato e non, sia in formato LP; la versione vinilica è caratterizzata dal codice MDLP03 ed era reperibile sia in formato normale, ossia classico vinile nero, sia in un'edizione autografata, quella in mio possesso, venduta per un periodo limitato sul sito di Artist First.
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