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Marrano, "Carne Ossa" è il loro ultimo disco, scopriamolo Track by track

Anticipato dai singoli "Poveri diavoli", "Bruciare" ed "Ekomostro", Carne ossa è il terzo album in studio dei Marrano, fuori il 17 febbraio 2023 per Lostdog Records/ADA Music Italy. Prodotto sotto la supervisione di Davide "Divi" Autelitano de I Ministri, Carne ossa è un disco rock alternativo tirato e sentito, caratterizzato da schitarrate potenti, scariche elettriche emotive e ritornelli travolgenti, ma capace anche di rallentare i ritmi e crogiolarsi nelle sonorità cullanti di brani come "Poveri diavoli" o "All'inferno c'è il sole". Un disco variegato e ben pensato, troviamo brani nati e volti alla dimensione live e al casino sottopalco e brani più intimi ed emotivi su cui lasciarsi andare, riflettere su se stessi e sul mondo che ci circonda.


Abbiamo chiesto alla band di raccontarci la nascita e le emozioni dietro ogni brano che compone il disco, ne è nata una riflessione su ogni momento passato in studio, su ogni parola scelta e su tutte le storie che si nascondo dietro un album di una band ormai ben unita.


TUTTO (È NIENTE) È un brano nato nell’aprile del 2020 in piena “reclusione” e risente fortemente dell’influenza di quel periodo. Lo strumentale è stato pensato da Nicola (batteria) che sicuramente è il vero mago musicale tra noi: artisticamente non si ferma mai e qualunque strumento ha in mano riesce a tirare fuori qualcosa di speciale. È un brano che si lega molto alle nostre influenze, alla nostra identità, ed è uno di quelli che da suonare live ti dà gusto. Perfetto per iniziare un disco, dritto in faccia, disillusione pura, come piace a noi.


EKOMOSTRO Ekomostro va a braccetto con il brano precedente, in quanto a periodo di scrittura. Sapevamo di avere per le mani un pezzo efficace, di quelli che ti fanno salire l’adrenalina. Il titolo è uscito fuori quasi da subito, sin dalle sue origini -cosa strana da queste parti. Girato e rigirato come un calzino, ha subito un processo di scrittura e di costruzione allo scopo di raggiungere un solo obiettivo: liberarci da tutti i mali. Con questo pezzo ti viene voglia di toglierti di dosso pesi, pregiudizi, limiti e paranoie che ti tormentano sistematicamente. Ti lascia esausto, ma col sorriso.


BRUCIARE Convivo spesso e volentieri col timore di non riuscire a godermi appieno le emozioni. Come se da un momento all’altro ricadessi in uno stato anestetico perenne. Per questo avevo bisogno di oggettivizzare, anche se con un concetto -ammetto- banalissimo, il dolore o più in generale una sensazione forte. E così, il fuoco, il rosso, l’inferno che sono elementi ricorrenti nel disco sono diventati un semplice “Bruciare”, una specie di mantra da ripetere ogni giorno, una fiamma da coltivare e tenere viva. Brano che continuava, oltretutto, a non convincerci, perché non lo sentivamo molto efficace. Tant’è che siamo arrivati in studio con le idee poco chiare. Poi è diventato un singolo. Fine della storia.


PRESTO L’ansia è una mia e nostra compagna di viaggio. Era un po’ che non scrivevo una canzone nuova e, quando accade, mi assale appunto l’ansia da prestazione. Venivo fuori da un periodo molto particolare e di cambiamento della mia vita. Volevo scrivere un brano un po’ più leggero, più semplice, e in quel momento, nonostante il testo non sia proprio una passeggiata di salute, è uscito fuori un pezzo a tutti gli effetti punk, veloce, con cui fare presto.

PUGNO Come per ogni nostro disco, arriva un brano che non riusciamo a non inserire in “zona Cesarini”. Pugno è l’ultima canzone che abbiamo scritto di quest’album, e solitamente quelle che arrivano in sordina sono poi quelle che ti sorprendono di più. Avevamo voglia di scrivere una canzone che fosse “arrembaggio” puro, travolgente e che lanciasse un messaggio forte e chiaro: “Qui si sta a pezzi, ma state certi che sopravviveremo”.


CARNE OSSA Carne Ossa è forse una delle nostre preferite. Non ho una gran memoria, soprattutto del momento preciso in cui scriviamo, ma dovrebbe essere una delle prime e quella su cui abbiamo dovuto lavorare meno. Andava già bene così. Se trovassi il primo provino, potrei scommettere che testo e struttura sono cambiati veramente poco. Un brano a tratti profetico, perché di lì a poco la strada con la mia macchina l’avrei presa veramente contromano. Per quanto ci riguarda è il manifesto del disco: dice esattamente quello che ci attraversava in quel periodo, senza mezzi termini; la domenica era un vero magone. Molto facile poi sceglierla come title track, anche se agli altri è stata dura far capire che non c’era la “e” tra Carne e Ossa.


POVERI DIAVOLI Da qui in poi il disco prende sicuramente un’altra piega. Poveri Diavoli è un brano diverso dal nostro classico mood. L’idea nasce da Andrea (basso) che tira fuori questo giro di basso; poi era da tempo che continuavamo a utilizzare questa espressione, “poveri diavoli”, in forma ironica per autocommiserarci. Da qui esce questo testo che è la fotografia delle mie alzatacce per andare al lavoro alle quattro del mattino. Mi ricordo ancora Andrea che mi chiama e mi dice commentando il testo: “Dio bo, vuoi fare Lodo Guenzi?” Gli ho buttato giù in faccia.


IN MENTE

La nostra vena anni ‘90 non ce la leva nessuno, lo ammettiamo candidamente e ne siamo fieri. Siamo figli di quella roba lì, spesso criticati perché troppo ancorati a quegli schemi. La cosa divertente è che in questo brano c’è pure un assolo (nato in un momento di delirio puro in studio), parte che difficilmente inseriamo nelle nostre canzoni, tra incapacità nostre e gusto artistico. In realtà è un brano che racchiude entrambe le nostre facce: la voglia di far casino e saltare, e la necessità di esplorare sonorità diverse.


ALL’INFERNO C’È IL SOLE

All’Inferno C’è il Sole è la canzone, senza dubbio, più ambiziosa del nostro intero lavoro. C’è il pianoforte come strumento di accompagnamento principale, ed era la prima volta che mi trovavo a suonarlo e a registrarlo in studio. Nasce da un provino fatto da me a casa; suonavo da un paio d’anni lo strumento da assoluto autodidatta e mi è venuto fuori quasi tutto in una mezz’oretta. Sai quando ti parte il flow inarrestabile e non sai davvero cosa sta accadendo? Poi l’ho fatto ascoltare agli altri: quando scrivo brani più “ballad” me la faccio sempre sotto per come potrebbero reagire. In realtà poi è piaciuto a tutti. A mio parere, è il brano perfetto per chiudere questo disco, fatto di fuoco, fiamme e buio interiore. È l’accettazione del dolore e la convivenza con lo stesso. Un modo per rivedere la luce.



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