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Laurino, guarda in anteprima il videoclip del brano “Hotel de la ville” - Intervista

In anteprima su IndieVision il videoclip del singolo “Hotel de la ville”, estratto dall’omonimo album d’esordio del cantautore e produttore Laurino, pubblicato il 10 marzo per Garrincha Dischi e Fonoprint Records.


Il giovane artista classe ’96 si è fatto notare sin dall’uscita dei suoi primi brani. Ha già suonato all’Arena di Verona, nel 2018 ha partecipato a Sanremo giovani e nel 2020 a BMA showcase festival, ma la sua più grande soddisfazione risiede nel suo nuovo album che raccoglie tutto il lavoro degli ultimi anni, presentato già dal vivo in tre occasioni: il 9 marzo all’”Ostello Bello” di Milano, il 10 all’”Efesto” a Bologna e l’11 all’”Altrove” di Verona

L’”Hotel De La Ville” diventa l’ambientazione ideale per suo il primo disco dall’impronta marcatamente cantautorale, ma con alcuni elementi che riprendono il neo-soul e la folktronica.


Il musicista veneto ci porta a fare un tour nelle stanze composte dai suoni e dalle emozioni che caratterizzano la sua discografia. La sua scrittura, semplice e profonda, arriva diretta al cuore di chi ascolta già al primo ascolto. Il sound pop e a tratti ballabile si contrappone alla malinconia dei temi che attraversano l’album.



Laurino emancipa il formato fisico del disco distinguendolo dalla versione in digitale grazie all’aggiunta di quattro pezzi strumentali.


“Hotel De La Ville” sono le stanze dove ho racchiuso momenti, riflessioni e alienazioni di questi ultimi anni. Alcune canzoni sono luoghi dove ho cercato di dare un senso a quello che mi stava capitando mentre altre sono luoghi di cura dove cercavo riparo

Abbiamo voluto fare una visita guidata speciale dell’albergo intervistando direttamente l’artista.


Ciao Simone! Partiamo subito con l’argomento centrale di questo articolo: il videoclip della title track “Hotel de la ville”. L’unica grande protagonista, dopo te e la tua musica, è la location; dove ti trovi? C’è una correlazione tra questo posto e l’Hotel de la ville?

Ero a Cervia, al porto. È un’idea semplicissima e che mi è piaciuta molto, questa barchetta che va e a un certo punto ti ritrovi in mare aperto. Lo trovo molto poetico. Non c’era correlazione con l’Hotel De La Ville a cui mi riferisco nell’album però la cornice ci sembrava perfetta.


Sono già passate le due ed io non so cosa fare; Non vorrei svegliarmi, certe volte non mi capita mai; Nei pochi spazi rimasti, rimango io. In gran parte dei brani ho percepito un senso di stasi obbligata, quasi di inettitudine; questo tratto dell’album è dovuto esclusivamente al periodo pandemico o può essere ricondotto ad altri fattori?

Ma pensa che invece tutti questi pezzi lì ho scritti prima di quel periodo. Difatti la pandemia e la relativa reclusione è stata straziante come per molti di noi, scrivevo pochissimo e scrivevo male. È solo uscita “Vicino” durante la pandemia, poi altre persone mi hanno fatto capire che era un buon pezzo, per me era tutto da buttare.


Hai la capacità di saper esprimere concetti complessi e particolari tratti di vita in modo molto semplice; quanto è importante per te questa caratteristica? Che valore dai alla semplicità?

Innanzitutto ti ringrazio di questa capacità che mi dai. Io in realtà non mi sento mai all’altezza di questo, per me è tutto un tentativo nella speranza di riuscirci a esprimere quei concetti che hai riportato nella domanda, specie in modo semplice. Forse magari è per questo che a volte funzionano, perché non lo voglio fare apposta e succede. La semplicità credo sia importantissima, in maniera errata spesso la si confonde con l’effimero e lo dico da prima persona che commette questo errore. Poi vabbè non voglio entrare nel filosofico perché sarei ridicolo, non mi compete. Giorgio Gaber (e Luporini pure credo) secondo me l’ha riassunta benissimo ne “L’equazione”, consiglio un recupero!

La frase ricorrente nella traccia iniziale del disco, “Volume”, fa: Se tutti alzassimo il volume del cuore e abbassassimo un attimo quello della voce. Sfrutto un po’ la tua attività da produttore discografico: secondo te la musica pop italiana di questi ultimi anni è più “volume del cuore” o della voce? Va tutto bene o c’è troppa nebbia, troppa dispersione?

Va tutto bene. Secondo me è tutto lo specchio di tutto, poi possiamo metterci qui a fare dei grandi pipponi sulla qualità della musica o su quanto in passato il pop fosse migliore ma secondo me non è così. C’è ancora musica che viene rilasciata oggi di grandissimo spessore, di grande qualità. È che oggi c’è più confusione rispetto al passato (un passato che tra l’altro non ho vissuto quindi comunque questo discorso è un’ipotesi) e delle cose le perdiamo o ci arrivano dopo, ma alla fine non era così anche in passato?

La musica buona vince sempre e se vince anche quella brutta forse dovremo rivalutare cosa ci sembra brutto e cosa no. Poi viva sempre il gusto personale, liberi tutti, almeno qua.


Dove possiamo e quando potremo sentirti dal vivo? Nei live suonerai anche i pezzi strumentali esclusi dal formato digitale dell’album?

Venite a scoprirlo! Spero di cominciare presto un piccolo tour, i regaz di Antenna ci stanno lavorando davvero di cuore e non vedo l’ora di andare a suonare in giro a caso.


Credits Video

Regia e montaggio: Paolo Mercadante

Camera: Andrea Geminiani

Recording: Claudio Adamo

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