La XIV edizione di Spring Attitude Festival chiude con 18.000 presenze
- Michela Ginestri
- 6 giorni fa
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Diciottomila persone, due giorni di musica e un luogo che nessuno si sarebbe mai immaginato di vedere trasformato in dancefloor: così si chiude la XIV edizione di Spring Attitude Festival, che quest’anno ha trovato casa dentro La Nuvola all’EUR. Non un semplice cambio di location, ma una vera e propria svolta: gli spazi ariosi e futuristici della struttura hanno accolto concerti e dj set, diventando un punto di incontro dove abbiamo respirato musica contemporanea in tutte le sue sfumature.
“Portare il festival dentro La Nuvola è stata una sfida che si è rivelata vincente. Abbiamo visto un pubblico pronto a farsi travolgere da artisti con visioni forti e da un programma che mescola senza barriere generi e generazioni. È questo il senso di Spring Attitude: creare uno spazio in cui il presente della musica si mostra in tutta la sua urgenza e lascia intravedere il futuro” come racconta Andrea Esu, direttore artistico.
Il cartellone 2025 ci ha confermato la vocazione di Spring Attitude come laboratorio di suoni e linguaggi. Sul palco si sono alternati momenti intimi e potenti, come il live viscerale di La Niña, e sorprese capaci veramente di stupirci, come l’ingresso a sorpresa dell'attore Luca Marinelli accanto a Giorgio Poi. L’esordio live di Golden Years si è trasformato in una vera festa collettiva con ospiti come Coez, Frah Quintale, Fulminacci e Franco126, in un concerto che è stato forse la vera chicca di tutta la lineup. I ritorni di Apparat ed Ellen Allien hanno riportato sul palco una forte alchimia di emozione e ipnosi. E poi ancora: la Rappresentante di Lista ha portato una carica emotiva sul palco degna del suo nome, mentre il pop elegante de L’Impératrice, i ritmi psichedelici degli Altın Gün e l’energia solare di Marco Castello hanno reso le due serate davvero interessanti.

Insomma, tornare anche quest'anno allo Spring Attitude e vederlo evolvere in una location così originale e con un'organizzazione così ben strutturata è stata davvero una piacevole conferma del lavoro svolto dal festival ormai da anni, iniziando a proiettare finalmente Roma sempre più al centro della scena internazionale.
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