Guarda in anteprima il videoclip di "School", il nuovo singolo di AGA
- Federica Viola
- 2 giorni fa
- Tempo di lettura: 2 min
Dopo il singolo "Ambient 2.0" pubblicato lo scorso giugno, AGA torna a far parlare di sé con "School", nuovo brano estratto dal futuro SPOT EP, in uscita il prossimo 22 ottobre per Drummer Caffè.

L’artista, al secolo Alessandro Antolini, ci propone un viaggio che intreccia musica e immagini, sfruttando il potere evocativo della musica elettronica e della new wave, in un esplicito tributo agli anni '80.
Impossibile non pensare ai New Order ascoltando "School", costruito su un ipnotica ripetizione di suoni e voci che trasporta l’ascoltatore in un’atmosfera malinconica, minimale e autentica.
Il videoclip, in esclusiva da oggi sul nostro sito, ripercorre ricordi di infanzia e diventa un omaggio a tutti coloro che, da bambini, guardavano fuori dalla finestra invece che alla lavagna: firmato dal regista Alexios Ciancio e basato su un’idea dello stesso AGA, vede il susseguirsi di immagini confuse e mescolate, un bambino che corre tra i banchi, si guarda attorno con irrequietezza, circondato da un grigio che tenta di colorare e spezzare a tutti i costi.

E proprio da quel grigio, da quel caos, viene fuori la libertà: compassi e squadre prendono vita, tutto si colora di visioni surreali ed ipnotiche in un tripudio di creatività. L’immaginario di ribellione, anch’esso parte degli anni ‘80, si reinventa in pura scintilla creativa, lasciando spazio al sé bambino che tanto voleva uscire da quel turbine di conformismo.
"School" si trasforma così in un invito a ritrovare sé stessi nella propria immaginazione: AGA reinterpreta, suggerisce e continua a credere nella musica come strumento e spazio di libertà e rinascita. Nostalgia e modernità, sogno e concretezza.
Il motto dell’artista è "Preferisco il silenzio bianco alle parole vuote", laddove il silenzio non è altro che il rumore che ci circonda proprio nel quotidiano. Il videoclip diventa così cruciale nell'intepretazione di questo concetto, lasciando lo spettatore libero di rivedersi in quel bambino irrequieto alle prese con un sistema chiuso che si scontra, ancora oggi, con un problema di comunicazione e sincerità.
Non è un messaggio di protesta, ma di riconoscimento. Spetta a ciascuno di noi provare a rompere i propri schemi, lasciando ognuno libero di crescere e riscoprire il proprio colore.
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