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"La musica amichevole rende commestibili le lenticchie crude". Il "non detto" di Coladigirienzo - Intervista

Durante le mie interviste ho ascoltato gli artisti raccontare di progetti ambiziosi, come portare un nuovo genere in Italia, o riuscire a trasmettere un sentimento complesso come l'amore o la perdita. Ma mai mi era capitato di trovarmi davanti ad un progetto di musica amichevole.


Così l'ha definito Coladigirienzo, cantautore di Bolsena che crede nell'amicizia, tanto da iniziare a scrivere canzoni per questo. Il suo obiettivo, infatti, è quello di far diventare amici gli sconosciuti che vanno ai suoi concerti. Tipo Sleepover Club ma senza pigiama party. Se vi state chiedendo come nasce il suo nome d'arte, sappiate che non lo sa nemmeno lui. Semplicemente è divertente da pronunciare.


"Non andare, non scherzare. Va bene se poi mi paghi l'Estathè. Ti porto a casa, se prima però Ti lancio la sabbia, dalle flip flop. Si torna a casa e prima però Miro alla faccia, con le flip flop"

Nicola utilizza le cose "non dette" nei discorsi, tutto quello che viene omesso, che si ha paura di dire, o che semplicemente passa in secondo piano. Il tutto utilizzando un dream pop nostalgico, di cui potete tranquillamente fare a meno. Se non fosse che le canzoni incuriosiscono, ed il sound ti fa continuare l'ascolto. Arrivi alla fine della canzone che dici "In effetti non sta a dì na cazzata". Perciò cominci ad apprezzarlo, anche se non sai perchè. Poi quando scopri che ad un suo concerto si è mangiato una ciotola di latte e lenticchie, lì sei fregato. Vuoi sapere ogni dettaglio, ed arrivi perfino ad intervistarlo.

"È una cosa che faccio sempre ai miei concerti" - ci racconta - "Mangio le lenticchie nel latte, mentre canto “lenticchie nel latte”. Però, se tu ti mangi le lenticchie crude, di base non sono pesanti. È giusto una rottura per masticarle. Ma almeno le digerisci facilmente. Non ti consiglio di mangiarle cotte. L’ho fatto una volta, e non è finita bene"

Eccomi qua, che cerco di capire cosa ci sia nella testa di Coladigirienzo, che ultimamente ha partorito l'ennesima idea geniale. Sto parlando di "Amore federale", il suo ultimo singolo in cui fa un parallelismo tra l'amore tossico ed il mondo criminale. Ma come gli è venuto in mente.


Ne approfitto per dire ad un'amica di Nicola delle medie, che "Pop corn" è dedicata a lei. Se vuoi saperne di più, buona intervista.



Ciao Nicola, come nasce il tuo progetto musicale?

Il mio progetto nasce dalla voglia di portare l’amicizia sotto il palco. Si tratta di un progetto di musica amichevole! Tutto ciò per aiutare le persone ai miei concerti a trovare dei punti di connessioni tra loro, in modo che gli sconosciuti diventino amici. Io stesso non ho amici, quindi ho pensato di farmene qualcuno attraverso questo progetto

 

Come mai questo nome d’arte?

Volevo un nome che fosse divertente da pronunciare. Non ha un vero e proprio senso, ognuno può trovare il significato che vuole. È proprio quello il senso.

 

Il tuo stile è un mix di dream pop e ritmi nostalgici. Secondo me la tua essenza malinconica viene fuori soprattutto in “BULLISMO ITTICO”, uno dei tuoi primi brani. Com’è nato?

“BULLISMO ITTICO” è nato grazie a delle vecchie cassette dei miei compleanni che ho ritrovato. Ed ho notato di come ai compleanni si sia sempre felici, ma poi ad un certo punto c’è sempre quel compagno di scuola che viene a darti fastidio. Per i bambini si crea sempre una sorta di legge della giungla. Le mie canzoni nascono dalle cose che noto, che di solito sono sempre quelle più sottili, o stupide. Mentre le cose evidenti spesso me le perdo.

 

La storia che racconti in “MARIKA E FRANCESCA” è vera? Veramente sei andato ad una festa e non ti ricordavi il nome di una ragazza?

Sì, è nata così. Sono andato a questa festa, non ricordavo il nome di una ragazza, e ho cominciato a fare come facciamo noi romani che per chiamare l’altra persona diciamo “A fantastica”, “a grande”. Per evitare di dover pronunciare un nome che non conosciamo. In quei casi si cercano degli argomenti comuni per poter far pronunciare il nome all’altra persona, e salvarsi dalla figuraccia. Ancora oggi non mi ricordo il suo nome.

 

La tua scrittura è molto particolare, piena di giochi di parole. Come nasce il tuo processo di scrittura?

Presto attenzione alle cose “non dette” che vengono fuori nei discorsi. Molto spesso tra di noi parliamo usando parole che fanno riferimento a qualcos’altro. Difficilmente ci esponiamo in maniera diretta. Mi piace cercare quelle parti e scriverci le canzoni.

 

Le copertine dei singoli sono molto interessanti, come sono nate? Le fai tu?

Ho iniziato a disegnarle utilizzando delle immagini stock giapponesi che venivano date ai giornalisti negli anni ‘2000. Le stesse con cui poi hanno fatto le carte di Pokemon.


A chi è dedicata “Pop corn”?

È dedicata ad un’amica delle medie che è cresciuta più velocemente di me. Il ricordo che mi avvicina di più a lei sono le scodelle di plastica che si utilizzano per mettere i popcorn. Poi però, con una persona non ti ci vedi più, e l’unico ricordo che hai con lei rimane una scodella di popcorn. Nonostante uno dica, tra sé e sé “Avremo altre occasioni per rivederci”, poi passano gli anni, e non succede. Così va la vita.

 

Sei stato tra i finalisti del Primo Maggio Next, che esperienza è stata?

Non mi aspettavo tanta partecipazione, perciò è stato bello ed inaspettato!

 

Il tuo ultimo singolo è “Amore federale”, molto catchy e travolgente. È molto interessante il paragone tra l’amore tossico e il mondo criminale.

Ci sono quelle relazioni dove una delle due persone è tranquilla e posata, mentre l’altra fa le cose losche. Quando quest’ultima persona esce di casa, tu non sai se ritornerà. La paura di vederla finire in gattabuia fa mantenere una certa frizzantezza al rapporto. Tutta la situazione ti richiede una fiducia che poi l’altro non ti dà. 

 

Con chi ti piacerebbe collaborare in futuro?

Mi piacerebbe lavorare con Iosonouncane, anche se non c’entra niente con quello che faccio io.

 

Prossimi progetti?

Più avanti uscirà qualcosa di più grande e strutturato. Non posso svelarvi il nome, ma vi dico che è molto bello. Nella copertina ci sarà un peluche che sto creando io.

 

Dove potremo venire a sentirti live? Tra l’altro, è vero che al Civitavecchia Summer Festival hai mangiato una ciotola di latte e lenticchie?

È una cosa che faccio sempre ai miei concerti. Mangio le lenticchie nel latte, mentre canto “lenticchie nel latte”. Però, se tu ti mangi le lenticchie crude, di base non sono pesanti. È giusto una rottura per masticarle. Ma almeno le digerisci facilmente. Non ti consiglio di mangiarle cotte. L’ho fatto una volta, e non è finita bene. Per quanto riguarda le mie date live, cominceremo a fare qualcosa da febbraio.




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