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Corrado Nuccini e Roberta Sammarelli ci presentano la sonorizzazione di "Metropolis" - Intervista

Lo scorso 5 settembre è uscita per Overdrive Records la sonorizzazione di "Metropolis", film cult del 1927 diretto da Fritz Lang e da sempre legato al mondo musicale, come dimostrano le varie citazioni realizzate alla pellicola da artisti come i Queen, Madonna e Lady Gaga, solo per citarne alcuni.


Metropolis intervista

La nuova cornice sonora per questo capolavoro del cinema muto, nonché uno dei capostipiti del genere fantascientifico, è stata realizzata da quattro musicisti, quattro mostri sacri del panorama musicale alternativo italiano.


Infatti, ad inizio 2025, spinti dalla voglia di sperimentare liberamente nell'ambito delle sonorizzazioni, si sono trovati dal vivo e poi in studio Corrado Nuccini (Giardini di Mirò), Roberta Sammarelli (Verdena), Karim Qqru (Zen Circus) e Xabier Iriondo (Afterhours), quattro artisti che già si conoscevano, avevano collaborato insieme in diversi periodi ma che, per questa occasione, hanno deciso di unire le forze, portare ognuno il proprio apporto per realizzare una propria interpretazione sonora di "Metropolis", libera dalla classica forma-canzone.


Il risultato di questo lavoro è un album che ha vita propria, anche al di fuori della dimensione del cine-concerto, in cui si sente benissimo sia la voglia di sperimentare, di libertà creativa che ha accompagnato i giorni in studio presso il Centro Musica di Modena, sia il background alternative rock di questi quattro musicisti, capaci di creare una sonorizzazione in linea con le immagini del film di Lang, ma che, allo stesso tempo, riesce anche a sorprendere e trasportare l'ascoltatore in mondi eterei, grazie alle atmosfere kraut rock, ambient, passando per momenti psichedelici.


In occasione della pubblicazione di "Metropolis", disponibile anche in vinile, in una doppia edizione limitata e colorata, ho avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con Corrado Nuccini e Roberta Sammarelli e di parlare della genesi di questa sonorizzazione, del loro rapporto con il mondo cinematografico e se ci saranno occasioni di assistere, dal vivo, all'esecuzione di questo meraviglioso lavoro.




Ciao a tutti, benvenuti su IndieVision! Ad inizio settembre è uscita la sonorizzazione di “Metropolis”, film capolavoro di Fritz Lang uscito nel 1927, un progetto musicale che condensa le sonorizzazioni dal vivo che avevate tenuto agli inizi del 2025.

Come vi sentite ora che questo vostro lavoro è uscito in formato album, slegato dall’esperienza di sonorizzazione dal vivo?

Corrado: Per me non è una totale novità, coi giardini di mirò abbiamo già registrato sia “Il fuoco” che “Rapsodia Satanica”. E’ stato però molto bello ritrovarmi in studio con altri tre musicisti che stimo e apprezzo molto per avventurarmi in queste registrazioni.


Quali sono state le difficoltà, se ne avete avute, per riuscire a rendere fruibile l’ascolto di questo lavoro anche al di fuori della dimensione cine-concerto?

Corrado: Oggi è al contempo estremamente facile e complesso fruire di ogni tipo di contenuto, difficile ragionare così. A noi interessa altro ovvero mettere quattro background musicali a confronto con un grande classico del cinema. Metropolis è insieme archeologia e futuro: serve un gruppo aperto, pronto a cimentarsi con questa sfida.


Questo lavoro segna anche l’esordio del vostro quartetto. Qual è stata la scintilla che vi ha spinto a realizzare insieme una nuova sonorizzazione per “Metropolis”?

Corrado: Ci siamo scelti più per affinità che per ragionamenti altri. Abbiamo già lavorato insieme in altri progetti, alcuni legati alle sonorizzazioni altri no. La scintilla che ci ha portato a incidere credo però sia stata quella di aver valutato che la musica composta per la sonorizzazione meritava di essere registrata.


Prima della pubblicazione dell’intero lavoro, avete deciso di comune accordo di pubblicare “L’aggressione di Rotwang”, come unico brano anticipatore dell’album. Perché proprio questa canzone?

Corrado: È uno dei momenti più fisici della sonorizzazione. Non racconta tutto il disco, ma dà un’idea della sua natura, anche ruvida. Rotwang poi è un personaggio borderline e ci piaceva iniziare proprio con questo suo delirio.



Qual è il vostro primo ricordo legato alla musica appartenente al mondo cinematografico?

Corrado: Ognuno ne ha uno diverso credo. Non so se sono stati proprio i primi ricordi ma ne provo a citarne due: la colonna sonora di Twin Peaks e Blade Runner di Vangelis

Roberta: Ricordo che da bambina mia madre mi portò al cinema a vedere Fantasia della Disney ma non mi piacque per niente, le musiche non mi avevano coinvolto e pensai che non bilanciavano la mancanza di una trama solida. Non l’ho mai più rivisto, forse dovrei riguardarlo ora! Come momento musicale più epico di sempre invece penso al finale di Fight club con la canzone dei Pixies “where is my mind?”.


Quanto sono importanti le sfumature musicali o la presenza di un dato tema o di una certa canzone all’interno di un film?

Corrado: Non parlerei di sfumature musicali, ma di vero e proprio commento sonoro. La musica può influenzare in modo diretto la dimensione psicologica di una scena. Un tema o un ritmo diverso cambiano il modo in cui lo spettatore percepisce ciò che accade: possono rendere più intensa un’attesa, smorzare una tensione o dare un colore nuovo a un gesto. La musica cambia la percezione del tempo, lo dilata oppure lo restringe. Incredibile.

Roberta: Riuscire ad individuare dei temi all’interno di una sonorizzazione può dare uno slancio emotivo pazzesco, e rafforzarne l’impatto. In Metropolis ci sono 3 temi che ritornano in situazioni simili e credo diano forza alla scena, perché lo spettatore arriva a sentirlo la seconda volta con il bagaglio emotivo della prima volta .


Ascoltando la vostra sonorizzazione di “Metropolis”, si sente in maniera molto netta ed evidente il background rock da cui provenite tutti che si fonde in maniera perfetta con sonorità più psichedeliche e sperimentali. Oltre al vostro background rock, durante le fasi di ideazione di questa sonorizzazione, vi siete fatti ispirare anche dai lavori di compositori di colonne sonore e musiche library?

Corrado: Dal jazz all’ambient, dal rock all’hip hop, rock, colonne sonore, quello che mi colpisce finisce nei miei ascolti. Non c’è un riferimento unico o obbligatorio, ma una serie di suggestioni che entrano in circolo e poi riaffiorano quando si lavora a nuova musica. La bellezza di scrivere a più mani è anche la sorpresa di partire con un’idea e trovarti altrove, dove da solo non saresti mai arrivato.

Roberta: Assolutamente no, non ho voluto ascoltare nessuna colonna sonora fatta da altri, perché quello che volevamo fare con Metropolis era dare la nostra interpretazione personale, fatta da noi 4 con i nostri 4 background, e direi che sono stati più che sufficienti :)


Nell’ascoltare il disco, si sente in maniera fortissima il senso di libertà con il quale avete lavorato, una libertà creativa che ha dovuto sì, tenere in considerazione la pellicola originale, ma che allo stesso tempo è esplosa anche grazie al fatto che, essendo una sonorizzazione, non eravate vincolati dalla classica “forma canzone”. Qual è stato il modus operandi tipico dietro alla realizzazione delle singole tracce della sonorizzazione?

Corrado: Avevamo già qualche idea di giri che ci eravamo scambiati prima, ma il grosso è nato lì: abbiamo registrato quasi tutto quello che ci piaceva senza particolari ragionamenti, e poi in studio abbiamo messo un po’ d’ordine. Più che comporre in senso classico, abbiamo organizzato il materiale sonoro nato in quei giorni.

Roberta: Le colonne sonore in quanto tali permettono molta più libertà artistica rispetto al costruire una vera e propria canzone, e ci hanno permesso di utilizzare anche strumenti diversi da quelli usati nei nostri progetti principali.


La traccia “Rivolta”, la mia preferita dell’intera sonorizzazione, com’è nata?

Corrado: Stavo provando a inserire dentro il brano il tema del Cigno di Saint-Saëns, ma a un certo punto è uscito un giro di chitarra mi ha portato altrove. Da lì abbiamo costruito insieme il pezzo, lasciando che seguisse la sua propria direzione.


Nonostante la composizione sia stata realizzata in sole quattro giornate presso il Centro Musica di Modena, prima di entrare in studio, avevate avuto la possibilità di presentare questa vostra sonorizzazione dal vivo in alcuni cine-concerto ad inizio 2025.

Ora che il disco è pubblicato, avrete modo di presentare questa sonorizzazione in altri cine-concerti in giro per l’Italia?

Corrado: Compatibilmente con gli impegni di tutte e tutti, l’idea è proprio questa!

Roberta: Sicuramente comunicheremo nuove date, per ora possiamo solo dire che saranno a marzo 2026.


Ultima domanda: a quale altra pellicola vi piacerebbe ispirarvi per dar vita ad una nuova colonna sonora?

Corrado: Tutto il repertorio del cosiddetto cinema muto è una miniera: non soltanto le pellicole famose, ma anche quelle meno note che sono arrivate fino a noi perché portatrici di un’urgenza narrativa così forte da sopravvivere a cento anni di film.

Ad esempio quest’estate ho visto la sonorizzazione de L’uomo che prende gli schiaffi (regia di Victor Sjöström, 1924), realizzata da Stefano Pilia, Laura Agnusdei, Simone Cavina e Antonio Raia. Ho trovato che quel film, pur meno proiettato di Metropolis, abbia una forza poetica straordinaria e offra uno spunto ottimo per una rimusicazione

Con questo quartetto non abbiamo ancora un progetto definito per il futuro ma certo non manca materiale cinematografico che ci possa dare slancio creativo.



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