Intervista a Francesco Fisotti, gelatiere e fondatore di Quattro Bambole Records - Il Sabato del Vinile
- Edoardo Previti
- 26 lug
- Tempo di lettura: 6 min
Tra le realtà più interessanti del panorama musicale italiano non si può non citare Quattro Bambole Records, etichetta discografica indipendente fondata nel 2018 da Francesco Fisotti e che deve il suo nome al film "Cinque Bambole per la Luna d'Agosto", pellicola diventata un cult anche alla colonna sonora del maestro Piero Umiliani.
In occasione dell'uscita di "Rise", l'ultima fatica discografica del fondatore, nonché gelatiere, Francesco Fisotti, abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con lui per parlare un po' del suo ultimo EP, che vede anche la partecipazione di Lauryyn. Un ep che si rifà ai dischi mix dei primi del 2000 e alle sue due passioni e professioni: la musica e il fare il gelato nel suo regno, ossia la Gelateria Fisotti di Otranto. Nell'intervista abbiamo parlato anche del suo rapporto con i dischi in vinile, formato in cui esce ogni pubblicazione di Quattro Bambole Records.

Ciao Francesco, benvenuto su IndieVision, come stai? Come ti sembra che stia venendo recepito, dopo alcune settimane, il tuo nuovo EP "Rise"?
Ciao, sto molto bene. Sicuramente ho capito un po' del sound che ho sperimentato negli ultimi anni che alla gente le sonorità che sto esplorando piacciono, apprezzano le collaborazione che ho instaurato e quindi sì, credo che stia piacendo.
Per questo tuo nuovo progetto hai collaborato con Lauryyn, astro nascente del panorama musicale italiano, come dimostra il suo essere selezionata all’interno della cinquina della miglior opera prima delle Targhe Tenco 2025. Volevo chiederti, com'è nata questa collaborazione?
Aurora (Lauryyn) è una voce meravigliosa del Salento. Ci conosciamo da un po' di anni e un po' di tempo fa l'ho contattata perché volevo fare musica insieme a lei. Per questo motivo ci siamo sentiti e ho scoperto che lei lavora Filippo Bubbico che ha curato una parte degli arrangiamenti del mio disco e quindi, questa collaborazione è nata in maniera naturale e spontanea.
Perché hai voluto scegliere proprio la sua voce per questo tuo brano?
Perché secondo me era perfetta. Fin da quando ho iniziato la produzione della traccia ho pensato subito a lei, le ho mandato la prima demo e lei poi ci ha lavorato e mi ha mandato delle take. Infine, ho lavorato interamente sulla musica ed è stato automatico, senza pensarci troppo.
Diciamo che, quando stavi lavorando alla musica hai pensato per la parte vocale di voler lei
Sì sì, anche perché mi avrebbe fatto piacere sentire la sua voce su un sound che potesse essere anche un po' diverso da quello che fa. Lei di solito fa musica più soul, new soul, pop soul, mentre la mia canzone ha un sound un po' più broken beat.
"Rise" è il primo capitolo di una trilogia che racconterà il corpo, la notte e il ritmo e che proseguirà nei prossimi mesi con la pubblicazione di due altri LP, Move e Drop. Tutti i lavori di questa mini saga avranno in comune la stessa formula ossia una versione vocale, delle versioni strumentali e alcuni remix. Volevo chiederti, qual è stata la scintilla che ti ha spinto a realizzare questa trilogia, se così possiamo chiamarla?
Le tre tracce che faranno parte di questa saga le ho prodotte tutte e tre nello stesso periodo. Sono tre brani che a livello di produzione hanno avuto un po' la stessa formula. In tutte e tre ho lavorato con Filippo Bubbico nella stesura di una parte dell'arrangiamento e rientrano tutte e tre in quel macro genere della broken beat. Nonostante abbia anche altre tracce simili queste tre canzoni mi piaceva vederle in una saga insieme.
Per questa tua saga quanto sono importanti i remix? Rise è stata remixata da due altri artisti e così immagino che lo saranno anche Move & Drope. Quanto è importante il fatto che siano coinvolti anche altri artisti nel remix di queste tracce?
In questo tipo di dischi il remix è fondamentale perché si rifà a quella scena house o broken beat, trip house di inizio 2000, che al giorno d’oggi è molto viva. Il fatto che le tracce mi riportino a quella scena di inizio secolo mi ha fatto pensare anche al format del periodo: due, tre, quattro versioni dello stesso brano con sound magari leggermente diverso tra loro. Di solito, in questi lavori e vinili, si trova la original mix, poi magari una dub di un altro producer, un remix di un altro artista e via dicendo; dunque, volevo fare anche io una cosa simile.
Oltre ad essere un DJ, producer, beatmaker la tua attività lavorativa è incentrata principalmente in due rami: la Gelateria Fisotti, attività commerciale fondata nel 2012 sul lungomare di Otranto e l'etichetta Quattro Bambole Records, nata nel 2018. Quali elementi hanno in comune, se ne hanno, il lavoro da gelataio e la gestione di un'etichetta discografica indipendente?
Apparentemente nessuno, però negli anni ho capito che il processo di miscelazione e creazione del gelato alla fine aveva in comune molte cose con la produzione musicale, col lavoro di un musicista, di un artista in generale. La cosa è stata automatica, negli anni si è creato questo connubio tra le due cose. Secondo me, qualunque attività creativa ha qualcosa in comune con l'altra. Anche il semplice gelato fatto nella maniera in cui lo faccio io - artigianale non usando semi lavorati - è molto simile a un certo modo di fare musica. Ci sono casi in cui la musica viene fatta utilizzando ingredienti artificiali o dei pacchetti pronti, mentre io cerco di produrre musica come esattamente con il mio gelato: senza usare elementi artificiali, insomma musica vera.
Quant’è importante, in entrambi i due settori, riuscire per te a curare nel minimo dettaglio le proposte che si fanno, che fai?
Ci provo sempre. Nell'ambito dell'etichetta, alcune volte ho prodotto dei dischi che erano più o meno già fatti e finiti che mi sono stati proposti e che dopo averli valutati ho deciso di produrre. Solitamente, invece, nella maggior parte dei casi faccio un lavoro di direzione artistica o arrangiamento, ossia curo e seguo la base artistica del progetto. Stessa cosa faccio con il gelato, dove sono io il “direttore artistico” della proposta che facciamo in gelateria, ma ho dei miei collaboratori che si occupano anche loro di produrre il gelato. In laboratorio ho diverse persone fidate con cui lavoro da anni, ma la direzione artistica è sempre la mia e nell'etichetta discografica ho dei musicisti con cui lavoro che mi aiutano negli arrangiamenti, nelle produzioni, ma sono io che coordino e segno la strada da prendere.
Uno degli aspetti che più mi piacciono della Quattro Bambole Records sta nel fatto che ogni sua pubblicazione viene sempre pubblicata anche nel formato fisico del vinile, in modo tale che non si perda nel mare dello streaming ma possa anche restare una traccia vera e materiale dei suoi lavori. Volevo chiederti, da dove nasce questa volontà di pubblicare in vinile tutte le uscite dell'etichetta?
Da una parte da un fanatismo mio personale per il vinile, perché sono un collezionista, colleziono dischi da vent'anni ed essendo il primo appassionato di questo formato, voglio pubblicare in vinile le musiche che faccio. Oltre a questo feticismo personale, come hai detto tu, pubblicando in vinile, in questo mondo ormai intoccabile e virtuale, si spera di fare qualcosa che rimanga fisicamente per le prossime generazioni, perché alla fine non sappiamo tra dieci, venti o trent'anni cosa ci sarà, come si evolverà lo streaming, magari tutti gli ascolti che abbiamo fatto su Spotify andranno persi, mentre un vinile è un oggetto fisico, che abbiamo a casa e che puoi prendere dalla libreria, guardare, odorare, toccare, puoi leggere i credits, che ha suonati nei brani e quali musicisti ci hanno suonato, dov’è stato registrato e via dicendo. Tutto questo per me è poesia e perciò faccio fatica a staccarmi da questa attitudine verso la musica. Stiamo cercando di rimanere aggrappati a una specie di ricordo analogico e fisico del mondo.
Visto che stiamo parlando di vinili, qual è il tuo primo ricordo legato al formato del vinile?
Dovrei un attimo pensarci perché sono passati troppi anni. Il mio primo ricordo guarda è legato ai dischi mio padre, ai vinili di musica italiana di Pino Daniele, Lucio Dalla, Franco Battiato, dischi che avevo a casa da bambino e che magari mettevo su con mia sorella. Invece, i primi ricordi da fruitore vero e proprio di questi dischi risalgono a quando avevo 13-14 anni e con i miei amici iniziavamo ad avvicinarci all'hip hop, rap, eccetera. Mi ricordo che per il compleanno di uno dei nostri amici, che era il dj del gruppo, andammo in un negozio di Lecce che si chiamava Mister Jam a comprargli dei dischi come regalo ed erano tutti dischi hip hop, erano dei mix hip hop di singoli.
Chiudiamo l’intervista con una domanda che unisce il tuo lavoro come gelatiere e il tuo lavoro nell’ambito della musica. Quali gusti di gelato assoceresti alle tracce che compongono l'EP?
Dovrei rifletterci (risata), ma così su due piedi ti posso dire: la “Vocal Version” l’assocerei al blu naturale, un gusto che facciamo noi, fatto con un fiore e che ha un colore blu, tipo il puffo, ma noi lo chiamiamo blu naturale. La versione “House Kitten”, quella un po' più da aperitivo, ti direi cucumezza menta e lime, un gusto che facciamo con il cocomero pugliese. La versione “Dub” sicuramente un cioccolato fondente perché è un brano molto molto dark.
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