Giulia Imperato e la forza gentile del singolo "Fimmana" - Intervista
- Michela Ginestri
- 2 giorni fa
- Tempo di lettura: 3 min
C’è una forza gentile, ma inarrestabile, nella musica di Giulia Imperato. “Fimmana”, il suo nuovo singolo, nasce da un’esigenza personale, quasi privata, ma si trasforma presto in un messaggio collettivo, capace di risuonare in chiunque si sia mai sentito fuori posto, in lotta con definizioni strette o aspettative imposte. In questa intervista Giulia ci accompagna dentro il cuore del brano e delle sue radici, tra la complessità dell’identità femminile, l’influenza profonda della sua terra - il Salento - e una ricerca di libertà che non ha paura di mostrarsi fragile. Un percorso musicale e umano che guarda avanti, verso il suo primo EP, senza mai dimenticare da dove è partito.
Ciao Giulia e benvenuta su IndieVision! “Fimmana” è un brano che affonda le radici in una riflessione personale, ma che parla anche a un pubblico molto più ampio. Quando hai capito che questo percorso intimo poteva trasformarsi in una canzone universale?
Ciao e grazie per l’accoglienza! “Fimmana” è nata in un momento di riflessione molto personale ma con il tempo, e soprattutto durante i live, ho iniziato a percepire che quel sentimento non era affatto isolato. Persone con storie e percorsi molto diversi dal mio mi hanno raccontato di essersi sentit3 rappresentat3. Ho capito che chiunque, a proprio modo, almeno una volta nella vita si è sentit3 strett3 in una qualche definizione.
Il brano nasce da una ribellione, ma anche da una ricerca di equilibrio. Ti senti oggi più vicina alla consapevolezza o alla lotta?
Non sono brava a trarre conclusioni da questo punto di vista. Di sicuro sono più consapevole di ieri, ma spero, meno di domani. L’equilibrio non lo vivo come un traguardo da raggiungere, anzi, è una parola che mi fa un po' paura. Preferisco pensare che sia importante restare in ascolto, avere sempre la voglia e la forza di mettere in discussione se stessi e quello che ci circonda.
Le sonorità del brano intrecciano elementi della tua terra con un linguaggio più contemporaneo. Come hai lavorato per trovare questo equilibrio musicale?
“Fimmana” è nata in modo essenziale, solo piano e voce. L’arrangiamento è stato un processo molto naturale grazie all’incontro con Vittorio Brigida, che ha prodotto il brano. Condividiamo le stesse radici e un legame carnale con la musica. Il carattere del pezzo è figlio proprio di questa sintonia. La sua esperienza, che abbraccia mondi sonori diversi, unita alla sua sensibilità, ha reso semplice trovare forza ed equilibrio.
Hai parlato della “complessità dell’essere donna, italiana e salentina”. Qual è stato il nodo più difficile da sciogliere, nella tua esperienza, per poterlo raccontare in musica?
La cosa più difficile credo sia far capire che l’idea di realizzazione può essere soggettiva. È complicato anche fare i conti con sé stessi da questo punto di vista. Per tanto tempo sono stata io la prima a pretendere da me cose che, in realtà, erano il frutto di un modello culturale che non mi rappresentava davvero. Ora sto ancora imparando a distinguere i miei desideri da quelli che mi sono stati “insegnati”. È un processo lento, ma necessario, e la musica è il luogo dove riesco a farlo con più sincerità.
Hai un’identità culturale forte, che racconti a volte difficile da abitare. Come convive oggi, nella tua musica, la ragazza del Salento con la cantautrice che vive a Milano?
Paradossalmente, è stato proprio allontanandomi dalla mia terra che ho cominciato a sentirla più vicina. All’inizio scrivevo sotto l’influenza del pop italiano che ascoltavo in adolescenza ma ad un certo punto, quasi senza accorgermene, le radici hanno preso il sopravvento. La distanza e la musica mi hanno aiutato a riconciliarmi con le mie origini, a sentirne il peso e la bellezza. Oggi, la ragazza del Salento e la cantautrice a Milano si parlano e si ascoltano nella musica. Spero si incontrino un giorno, vicino al mare.
Hai detto che speri che ogni ascoltatore possa modellare questa canzone sul proprio concetto di libertà. E per te, oggi, cosa significa libertà?
Per me la libertà è la possibilità di riconoscere e affermare i propri desideri all’interno della collettività. Realizzarli significa confrontarsi con una moltitudine di variabili, ma essere nelle condizioni di vederli con chiarezza è già, di per sé, un atto di libertà. La libertà è un diritto e una responsabilità che richiede spazio, ascolto e un profondo rispetto, per sé stessi e per gli altri.
“Fimmana” è l’inizio di un percorso più ampio: cosa puoi anticiparci del tuo primo EP? Che direzione sta prendendo il tuo lavoro?
Il Salento ci sarà sempre: non è solo il posto da cui vengo, è un modo di guardare il mondo, di scrivere, di stare nelle cose. Sono io. Spero poi che il mio EP sia un posto in cui ci si possa sentire al sicuro. Con Fimmana mi sono esposta tanto, e in cambio ho ricevuto rispetto, ascolto, condivisione. Questo mi ha dato fiducia e mi ha fatto venir voglia di continuare su questa strada.

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