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Fulminacci con "Canguro" ci incanta «come la prima volta»

Dopo aver conquistato i nostri cuori e averci incantato con il suo album d'esordio "La Vita Veramente", vincitore della Targa Tenco 2019, esce oggi 9 settembre, "Canguro" il nuovo singolo di Fulminacci per Maciste Dischi.

"Stancami d’affetto e dopo bruciami nel petto come un sogno"

Un brano intimo e incisivo, dal sound particolare e ricercato che si delinea già dal primo ascolto. La ricercatezza del nuovo brano si intravede già dalla sua cover, tra le prime realizzate con l’intelligenza artificiale (IA). Attraverso un sistema creativo informatico chiamato GAN (generative adversarial network o rete generativa avversaria), vengono create nuove immagini combinate a partire da centinaia di suggestioni trasmesse in input. Le immagini generate sono disorientanti perché simili a qualcosa di riconoscibile ma, con un secondo sguardo, diventano subito aliene. Così un emblematico canguro ci racconta i sogni e i pensieri di Fulminacci, aggiungendo alla canzone anche una prospettiva visiva a rendere il tutto più unico.


« Canguro parla dei pensieri intrusivi, del lato oscuro di tutti noi, di quando ci sentiamo dei mostri pur non avendo mai fatto paura a nessuno. In fase di arrangiamento ho lavorato sul concetto di battito: quello intimo e incombente del cuore contrapposto all'impatto sfacciato di uno schiaffo dato durante un'esplosione. »


Lo stesso battito che sembra accompagnare la voce del cantante nel ritornello, forse la parte più ricercata e di certo inaspettata della canzone, che lascia piacevolmente sorpreso l'ascoltatore al primo ascolto, come era già stato per "Le ruote, i motori!", per poi coinvolgerlo e trasportarlo nel cuore della canzone. Utilizzando la figura del canguro e delle sue «trenta testate al muro», Fulminacci ci racconta la sua «vera natura», del sentirsi mostri e dei pensieri invadenti che spesso ci annebbiano, attraverso uno stile di scrittura semplice, diretto e in continua evoluzione a cui ci ha abituati sin dai primi singoli.

Una cosa è certa: da Fulminacci non sapremo mai cosa aspettarci... per fortuna.



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