---- Dietro le righe ---- “Irene- Pinguini Tattici Nucleari ”
In attesa del loro nuovo album “Fuori dall’Hype” in uscita il 5 aprile, (già preannunciato da tre singoli: Verdura, Sashimi e Fuori dall’hype), oggi vi portiamo dietro le righe di uno dei loro brani più amati: "Irene". Come quasi tutti i brani dei Pinguini, Irene è un brano autobiografico, e come loro stessi affermano Irene è un misto di almeno tre ragazze diverse. Ma siamo così sicuri sia solo la fine di una storia d’amore?
Ad un primo ascolto si potrebbe quasi rimanere nella trappola di una canzone semplice, allegra e orecchiabile, quasi ironica. Una dedica ad una ragazza di nome Irene che però, nonostante i plurimi sforzi, il protagonista non riesce a conquistare e finisce con l’augurarle comunque il meglio per il proprio futuro, dandole dei consigli e sperando che prima o poi si ricordi ancora di lui positivamente, (“Ricordami come Neville Paciock, In un mondo di Draco Malfoy”).
In realtà questa Irene potrebbe essere interpretata anche in maniera diversa: Irene è la musica. E in questa chiave il messaggio diventa subito chiaro: è la condizione del musicista che cerca di guadagnarsi il pane con il proprio lavoro. Tema più che attuale, soprattutto nel panorama indipendente. Nonostante la presenza di metafore e immagini da decifrare e parafrasare, il messaggio è ben chiaro: “la musica il pane quotidiano lo dà solo a chi è celiaco”.
Il protagonista è innamorato follemente di questa ipotetica Irene, tanto da volerle strappare via il viso, così che il mondo ne abbia paura e resti per sempre sua, (“Irene, questa sera la faccia te la strapperei via, Così faresti paura al mondo ma resteresti sempre mia”).
Irene in un primo momento si lascia avvicinare dalle mani vuote del musicista che non ha nulla da offrirle, se non i vinili che continua a comprare e dimenticare in soffitta. (“Il futuro che ti potevo dare l'ho barattato per i vinili che ho in soffitta”).
Irene vive di sogni, di illusioni, preferisce affidarsi alle stelle piuttosto che essere realista, preferisce continuare a credere al “dolce miele proprio delle muse” (citando Tasso) e si lascia ingannare dalle parole rassicuranti dei cantautori. Nella seconda parte del brano il protagonista le consiglia di “scappare forte” finchè può, ma Irene è la speranza di riuscire prima o poi e di credere sempre e comunque nel sogno della musica.
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