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Con "DIY crochet" Prim ci mostra le sue canzoni fatte all'uncinetto - Intervista

Aggiornamento: 2 giorni fa

Durante la stagione estiva sono sempre di meno le uscite discografiche, ma nelle ultime settimane c’è un nuovo progetto musicale che merita la giusta attenzione. Stiamo parlando del nuovo ep della cantautrice Prim, “DIY crochet” (Carosello Records).


Rispetto al precedente lavoro “Luna in acquario ascendente sagittario” , focalizzato sulle dinamiche relazionali tra l’artista e la sua famiglia, in “DIY crochet” il fil rouge di questi quattro brani è il concetto di handmade. Proprio come nella tecnica dell’uncinetto, queste canzoni sono nate come se fossero un intreccio di fili, da cui emergono ricordi e storie vissute dall’artista stessa e dalle persona a lei care.


Prim attraverso la metafora dell’uncinetto e del ricamo ci mostra il suo modo di fare musica in maniera artigianale, partendo da brani scritti inizialmente in inglese e che solo in un secondo momento vengono tradotti in italiano, processo che aiuta l’artista a mostrare la vera essenza dei suoi brani.


In occasione dell'uscita di "DIY crochet" abbiamo avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con l'artista!


Cover "DIY crocket"
Cover "DIY crocket"

Ciao Prim! Il 18 luglio è stato pubblicato il tuo nuovo ep “DiY Crochet”. Come nasce questo progetto?

Questo progetto nasce da un collage di pezzi, canzoni che sono state scritte in questi ultimi due anni da quando ho iniziato a scrivere in italiano. Ci siamo focalizzati sulla tematica fili, uncinetto, ricamo e via dicendo per mettere poi insieme questi quattro brani.


Il titolo riporta alla tua passione per l’uncinetto. Quando è stata la prima volta in cui hai pensato alle tue canzoni come ad un lavoro creato con intrecci e ferri?

Ho sempre utilizzato la tecnica del ricamo e dell’uncinetto per “sponsorizzare” la mia musica. Ho iniziato a ricamare delle magliette con la scritta prim. Poi ho iniziato con l’uncinetto e ho pensato di unire questa mia passione per i fili con il mio lavoro musicale, tutto ciò ha portato alla realizzazione di questo progetto che vede sia la musica che i fili uniti insieme


Questa parallelismo tra canzone e uncinetto, sottolinea l’importanza di creare un qualcosa con le proprie mani. Pensi che nel mondo musicale attuale l’handmade si stia perdendo con il passare del tempo?

Difficile a dirsi. Penso che ogni artista ha un suo modo di lavorare e che ogni artista sia unico e faccia le cose nella maniera più unica possibile. C’è sempre un qualcosa di caratteristico che è fatto a mano. Magari è un po’ di verso per chi non lavora in prima persona al proprio progetto musicale, magari essendo soltanto un interprete, ma anche in quel caso, comunque stai usando qualcosa di tuo per esprimere la musica.


Questo ep a differenza del precedente in cui racconti le dinamiche relazionali con la tua famiglia, si concentra maggiormente sul tuo vissuto e su delle storie di persone a te care. Dividere queste due parti della tua vita è stato un caso o ha uno scopo ben preciso?

E’ stato dettato dal caso, nel senso che comunque in questo ep c’è un brano che riguarda  ancora la mia famiglia, però poi abbiamo pescato e scritto nuovi brani  e abbiamo deciso di unirli in questo progetto. L’altro era più un concept album, invece questo è proprio un incollare insieme questi pezzi che parlano di cose diverse e scritti anche in maniera diversa l’uno dall’altro, soprattutto da un punto di vista della scrittura.


C’è stata una canzone in cui hai provato difficoltà a trovare i giusti “intrecci” per esprimere al meglio il racconto?

Ti direi forse “mmh mmh” perché è l’unica canzone tra tutte queste che non riprende un’esperienza personale. E’ stato molto più complicato dare vita ad una storia inventata e invece tutte le altre sono facevano parte di un processo di scrittura fluido.

 

Quando hai presentato i primi brani di questo ep sui tuoi social, una cosa che ho notato leggendo le descrizioni  è che le canzoni di altri artisti che tu ami particolarmente, ti fanno da guida nella stesura dei testi e della musica. Quanto è importante per un artista ascoltare il lavoro dei propri colleghi e che benefici ne trai?

Ascoltare musica di altri è fondamentale. Ho sempre ascoltato tantissima musica da quando ero piccola e in quegli anni volevo proiettarmi in x, per essere lui o lei. Adesso è molto utile per avere vari spunti, dal punto di vista musicale, magari anche ascoltare cose che non avrei mai pensato di traslare nel mio progetto. Secondo me è molto importante ascoltare tante cose differenti per avere tante suggestioni sia a livello musicale, ma anche dal punto di vista della scrittura. Ci sono dei momenti in cui ti senti bloccato durante la realizzazione di un brano  e magari ascoltando una canzone che parla di cosa x,  ti può dare un aggancio per far si che tu possa riniziare a scrivere. Per me è fondamentale.


C’è una canzone di un altro artista che avresti voluto scrivere?

Mi hanno fatto tante volte questa domanda e ho sempre risposto “Jealous Gay” di John Lennon. Invece adesso ti direi che avrei voluto scrivere “Tubature” di Giorgio Poi. La scrittura di Giorgio  Poi in questo periodo mi sta influenzando molto, e sto cercando un mio modo per prendere spunto, perché ovviamente è la sua scrittura e non la mia, però mi ispira sempre molto anche per vedere nuovi scenari.


Il brano mmh mmh è nato originariamente in inglese. Cosa ti ha spinto a tradurlo solo in un secondo momento in italiano?

Io in realtà scrivo ancora principalmente in inglese, perché trovo più facilità a trovare le melodie e secondo me ne escono cose più interessanti. Solo  “Dormire in macchina” è nata in italiano, però per la maggior parte dei brani parto dall’inglese perché mi da più opzioni e sono molto più confident nella scrittura. Infatti “mmh mmh” è stato  il primo esperimento riuscito in cui ho trasformato i suoni inglesi in italiano e questo processo è stato fondamentale per far sì che riuscissi ad inventare questa storia.


Quando arriva il momento di tradurre le canzoni in italiano, scopri altri significati che inizialmente scrivendole in inglese non avevi pensato?

Assolutamente si ed anche la cosa bella di tutto questo processo. Mi dà tanti spunti e punti di vista diversi. In questo momento sto scrivendo una canzone in inglese e che poi voglio tradurre in italiano con lo scopo di dargli lo stesso senso nato nella versione inglese, ma sono sicura che posso dargli  ancora di più riscrivendola in italiano.


I brani di questi ep parlando di storie di persone a te vicine. Come l’hanno presa quando hanno saputo che avevi appunto scritto una canzone su alcune loro storie?

La mia amica Cecilia era molto contenta ed era felice che qualcuno avesse concretizzato la sua storia infelice. Invece c’è un’altra mia amica a cui non vorrò mai spoilerare questa cosa, perché ho paura che poi gli prenda a male. “Dormire in macchina” è stata scritta su di lei. Il bello è che lei mi dice: “Ah io l’ascolto sempre, sembra che parli di me”. La condivide sempre ogni settimana quindi in qualche modo, secondo me l’ha capito.  Però non voglio spoilerarglielo perché ho paura che disconosca.


Se questo ep fosse un oggetto creato con l’uncinetto, cosa sarebbe?

Un berretto da pescatore. Perché io ho sempre fatto i berretti da pescatore con diversi colori e di solito ne uso 4 e questo ep è fatto di quattro canzoni. Infatti è proprio un intreccio di questi quattro fili di colori diversi, che poi vanno  a creare un oggetto che ti protegge dal sole e quindi è anche utile.


Che colore assoceresti a questo ep?

Non ho scelto io i colori i utilizzati nelle cover dei pezzi singoli, però alla fine dei conti sono i colori perfetti che rispecchiano le vibes delle canzoni. Per “Dormire in macchina” c’è il giallo, Per mmh mmh sceglierei il rosso, per “Amore infedele” il bianco e per “Luglio”  l’azzurro.

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