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"Cara maestra ho di nuovo perso": l'intervista a Selenio

Selenio è un artista che si svela attraverso la musica come guida e ispirazione per la generazione nata a cavallo dei due secoli. La sua nuova canzone, “Cara Maestra ho di nuovo perso” feat. Francesco Lettieri, è molto più di una semplice traccia: è una dichiarazione di resilienza, un inno alla forza di affrontare la vita e di risorgere dopo ogni caduta. Questa canzone scoscesa, diretta e atipica è il risultato di un'arte che esorcizza paure, riscatta punti di riferimento smarriti nel corso del tempo e cerca di rispondere ai dubbi di una generazione in continua evoluzione. Selenio emerge come un narratore appassionato, trasmettendo emozioni che vanno ben oltre le note e le parole.


In questa intervista esclusiva, Selenio svela il processo creativo dietro questa traccia e il significato più profondo che si cela dietro ogni accordo.



Selenio è il tuo nuovo inizio. Cosa ha ispirato questa nuova fase della tua carriera e cosa possiamo aspettarci dalla tua musica in questo "nuovo inizio"?

Molto sinceramente questa nuova fase è nata da una profonda riflessione e da diversi mesi di psicoterapia che ho affrontato tra la fine dello scorso anno e del 2023. Sono stato molto vicino a lasciar perdere la musica, ma ho capito che non posso farne a meno e che la musica continuerà ad influenzare la mia vita come fa da quindici anni a questa parte (e in particolare dal 2016 da quando ho avviato il mio primo progetto solista).


Restando comunque in tema ti chiediamo di raccontarci a cosa devi la scelta proprio del nome Selenio.

La scelta del nome Selenio è avvenuta tramite un insight che è una parola inglese che vuol dire “illuminazione” un concetto avvicinabile al nostro “colpo di genio” e alla fine ci ho ritrovato dentro tutto quello che un po' mi rappresenta: dalla chimica che è stata un pilastro della mia formazione accademica (poiché sono laureato in Scienze Agrarie) alla Luna che è spesso presente insieme ad altri elementi astronomici nei miei testi e al fatto che il selenio sia un elemento che è fondamentale a basse concentrazioni ma diventa tossico ad alte concentrazioni, e questo concetto mi ricordava un po' quello che mi stava accadendo con la musica.


Parliamo del tuo nuovo singolo "Cara Maestra ho di nuovo perso", in featuring con Francesco Lettieri. Come nasce questa collaborazione e quali punti ti va di condividere con noi di questa creazione con Lettieri?

La collaborazione in sé per sé nasce a settembre dello scorso anno quando ho chiesto a Francesco di arrangiare la parte di pianoforte del provino del brano e poi si è espansa fino ad arrivare a quello che è il risultato che oggi possiamo ascoltare.


La tua musica possiamo descriverla come a tratti malinconica, altre volte luminosa, caratteristiche che rispettano, appunto, la dualità della Luna. Come hai sviluppato questo equilibrio di emozioni nella tua musica?

Non so se hanno sempre equilibrio queste due emozioni! Certamente sono due qualità che sento di avere nella vita di tutti i giorni e che quindi con facilità trasmetto poi alla musica che scrivo.


Hai condiviso il palco con artisti noti come Marlene Kuntz, Maria Antonietta, Giorgio Canali, ed Edda. Che cosa ti porti a casa da queste esperienze live?

Sono state quattro esperienze diverse ma ce ne sono state tante in realtà e sicuramente la più importante per me a livello emotivo è stata la possibilità di aprire il concetto dei Marlene Kuntz poiché sono fan della band di Cuneo da quando ho messo piede al liceo scientifico. Quindi si, quando qualche anno fa ho avuto la possibilità di trovarmi faccia a faccia con Godano, non nascondo che mi sono emozionato. La cosa che posso dirti con certezza è che oggi non mi emoziono più per qualcosa del genere.


La tua musica esplora i sentieri del pop moderno, in continua contaminazione con l'arte e gli artisti con cui interagisci. Quali sono le influenze principali che guidano la tua esplorazione musicale e creativa?

Le influenze principali che ruotano attorno alla mia musica in realtà non vengono dalla musica. Credo che il nocciolo focale delle mie canzoni venga dal fatto che io sono appassionato da un po' tutte le arti moderne, in particolare di cinema e videogiochi ma, al contempo, guardo sempre con estrema attenzione al mondo della poesia come fonte di ispirazione dei testi.


Selenio canta della generazione nata a cavallo fra due secoli. In che cosa ti senti più Millennial e in cosa vorresti invece sentirti più Gen Z?

Ma, guarda, vista la mia età credo di essere a pieno titolo un millennial e sono anche molto contento di esserlo. Quello che mi piace della mia generazione è questa sorta di grande adattamento che abbiamo sviluppato collettivamente (intendo proprio a livello generazionale) poiché proveniamo da un mondo che oggi appartiene alla preistoria… ma che non abbiamo dimenticato. Noi millennial siamo la generazione a cui è stata detto da piccolini “se vuoi puoi”. La nostra generazione è cresciuta nutrendosi con questa bugia e impegnandosi per far avvenire questa “profezia” che alla fine si è rivelata scellerata e dannosa. Nonostante questo, due crisi mondiali, una guerra in Europa e una pandemia, siamo ancora qui e proviamo a dare il nostro contributo per rendere il mondo un posto più decente. Direi che a volte ci riusciamo, altre volte no.



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