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Beatrice Gatto racconta i "Frammenti" delle proprie esperienze di vita


"Frammenti" è il titolo del primo EP dell'artista romana Beatrice Gatto, uscito il 3 maggio per T-Recs Music e prodotto da Alessandro Casagni. Con questo EP la cantautrice è riuscita a mescolare mondi musicali diversi, partendo dal Jazz e arrivando al Pop e al Neo Soul, realizzando così un lavoro dal sapore internazionale, caratterizzato dal sound fresco e personale tipico di una giovane artista. I testi sono puramente personali e trattano di diverse tematiche tanto toste quanto reali, dalle critiche ironiche al periodo storico in cui viviamo, all'esperienza dell'abbandono, agli attacchi di panico, fino ad arrivare alle relazioni e alla capacità di sapersi rialzare dopo i momenti difficili.



"Frammenti" è il tuo primo EP, com'è stato il percorso che ti ha portato alla sua realizzazione?Successivamente alla fine del mio percorso di studi mi sono ritrovata a dover fare i conti con me stessa. La necessità di lavorare alla mia musica era molto forte e sicuramente ha aiutato avere più tempo a disposizione per potermici dedicare. Avevo tante idee e canzoni scritte anche nel periodo della pandemia e ho potuto finalizzarle, con l'aiuto del mio producer Alessandro Casagni. Da qui è nato l’EP. 


In "Universo" è presente una frase quasi provocatoria:  "Non mi fermi così, dimmi cosa vuoi?", a cosa ti riferisci in particolare? Cosa non ti deve fermare?

Indubbiamente il mercato musicale va in una certa direzione e a volte pur di raggiungere i propri obbiettivi bisogna adattarsi e trovare dei compromessi. "Universo" parla di questo. È la storia di un artista che pur di sfondare alla fine si "vende" per così dire ad un mercato che cerca spesso cose frivole e non la vera essenza di un artista.


Quanto pensi che sia importante per te essere capace di andare "lenta" in una società così frenetica in cui ormai tutto accade velocemente? A cosa ti riferisci in particolare nel testo della canzone?

Spesso la lentezza viene intesa come una cosa negativa. In realtà l'andare "Lenta" lo intendo in tanti modi. Per prima cosa siamo bombardati ogni giorno da influencer di tutti i generi che fanno 3000 cose e inevitabilmente ci si sente sbagliati, da meno e che non si sta mai facendo mai abbastanza. Ho capito che bisogna imparare e razionalizzare e capire che quella non è la realtà, smettere di colpevolizzarsi. A volte fermarsi e prendere una pausa è sano. Respirare fa bene e va bene. L'altro discorso (che in realtà è un altro importante tema sociale a mio avviso) è legato all'inadeguatezza che si vive sulla propria pelle se non si riescono a rispettare le tempistiche imposte dalla società, mentre non è detto che pur facendo un giro più lungo o più articolato non si possa raggiungere lo stesso obiettivo. Ognuno ha il proprio ritmo.


In "Panico" mi ha colpito particolarmente la frase tanto cruda quanto vera (e che almeno tutti abbiamo pensato almeno una volta): "Come si può fare? Come si può non mollare?". Tu, personalmente, hai trovato dei metodi per non mollare anche quando tutto sembra crollarti addosso?

Non ho un vero e proprio metodo, a volte mi aiuta cercare di pensare alle cose belle e essere grata. La musica, la mia famiglia e i miei affetti mi aiutano ad affrontare la pesantezza della vita. Amo la vita per quanto sia difficile a volte.


Hai intitolato una canzone del tuo EP "Musica", la mia domanda sembrerà forse banale ma sono sicura che per un artista non lo è: Come descriveresti il tuo rapporto con la musica? Com'è cambiato nel tempo da quando hai iniziato fino alla realizzazione di questo EP?

Il mio rapporto con la musica è spesso conflittuale. È difficilissimo vivere di musica e questa cosa a volte te la fa odiare. Allo stesso tempo è una passione che va coltivata ogni giorno e mi rendo conto di non avere sempre le forze di farlo. E anche la creatività va stimolata ogni giorno. È un lavorone insomma. Ma allo stesso tempo non potrei vivere senza, il nostro rapporto dura ormai da troppo tempo e cambia di continuo non so spiegare bene in che modo ma so solo che non la lascerò mai. È un amore troppo grande.


In "Lasciarsi un po'" racconti di quanto sia fondamentale saper lasciare e ricominciare, ti riferivi a qualche situazione in particolare o è un consiglio generale che vuoi dare a chi ti ascolta e sta affrontando delle difficoltà?

Sì, ho capito che saper lasciare andare è importante. A volte fa paura ma è quasi sempre la cosa giusta quando le cose non vanno e ci fanno stare male. Ci ho riflettuto dopo aver chiuso una relazione molto lunga e quel pensiero è diventato una canzone. 


Questo EP risulta fortemente autobiografico, e il brano "Da sola" lo conferma pienamente, quanto è importante prendersi cura di sé stessi?

Prendersi cura di se stessi credo che sia la chiave di tutto. Non si può stare bene se non si coltiva questa cosa e lo dice una persona che non si è amata per tantissimo tempo.


Quest'ultima è una domanda che faccio sempre agli artisti che intervisto: hai qualche aneddoto particolare o curioso che riguarda la creazione o la registrazione del tuo EP?

Due aneddoti: il primo è che sono una gran dormigliona e "Panico" è stato l’unico brano a essere stato interamente suonato. Il batterista ha registrato tutta la batteria dentro al box con me dentro che dormivo. Il secondo è che per la copertina insieme alla fotografa abbiamo dovuto rompere veramente uno specchio per realizzare la foto che avevamo in mente ma fortunatamente non sono scaramantica. 







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