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25 giugno 1967: i Beatles cantano per la prima volta “All you need is Love” - la storia

Il 25 Giugno 1967 andò in onda "Our World", il primo programma televisivo trasmesso in mondovisione nella storia dell'umanità.


Nata da un'idea della BBC, questa trasmissione fu la prima produzione multinazionale e multi-satellite in diretta televisiva della storia, in altre parole, un programma avanguardistico per quei tempi. Andata in onda la sera del 25 giugno in ventiquattro paesi, la trasmissione era divisa in sei frammenti (The Opening / This Moment's World / The Crowded World / Aspiration to Physical Excellence / Aspiration to Artistic Excellence / The World Beyond), composti da esibizioni o interventi in diretta realizzati dai paesi partecipanti.


Nonostante le regole poco stringenti della televisione, gli organizzatori di "Our World" misero alcuni paletti alle reti nazionali partecipanti:

  • Tutti i collegamenti e tutto ciò che accadeva durante la messa in onda doveva essere in diretta.

  • Nessun politico o capo di stato avrebbe potuto prendere parte alla trasmissione.


A partecipare a questa iniziativa furono 14 emittenti nazionali. In origine avrebbero dovuto essere 18, ma per via della Guerra dei Sei Giorni, scoppiata qualche settimana prima, le emittenti del blocco dell'Europa Orientale (Unione Sovietica, Cecoslovacchia, Ungheria, Polonia e Germania Est) decisero di ritirarsi all'ultimo, portando alla cancellazione di un'ulteriore sezione del programma dal titolo "The Hungry World".


In "Our World" la penultima rubrica era dedicata alla "Aspiration to Artistic Excellence" e tutti i paesi partecipanti decisero di mandare in diretta coloro che ritenevano appunto delle "eccellenze". Ad esempio, l'Italia scelse di fare un collegamento sul set del film "Romeo e Giulietta" diretto da Franco Zeffirelli, gli Stati Uniti si collegarono dal Lincoln Center con un'esibizione di Leonard Bernstein e Van Cliburn del "Piano Concerto No. 3" di Rachmainoff, mentre la Francia mandò in diretta due eccellenze artistiche come Joan Mirò e Alexander Calder.


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Il Regno Unito, per questa rubrica, scelse di trasmettere in mondovisione un'esibizione dei Beatles, il gruppo più famoso ed influente del periodo, reduce dal disco-capolavoro e rivoluzionario "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band".


La BBC, anche se avrebbe potuto giocare facile chiedendo ai Fab Four di eseguire un medley dei loro successi, chiese ai baronetti nel pieno della loro maturità artistica di eseguire non una canzone già pubblicata, ma un inedito con un messaggio che avrebbe potuto essere facilmente compreso da tutti, andando così oltre alle barriere linguistiche e culturali.


Per l'occasione i Fab Four, che stavano già iniziando a lavorare al film TV "Magical Mystery Tou"r e al film, poi animato, "Yellow Submarine", scelsero di partecipare ad "Our World" con "All You Need Is Love", una canzone scritta interamente da John Lennon, ma firmata Lennon-McCartney.


Secondo il manager Brian Epstein, questo pezzo sarebbe stato perfetto per il contesto poiché, trasmetteva un messaggio basilare che non avrebbe mai potuto essere frainteso.


Lo stesso Lennon affermò che la "semplicità" del testo di "All You Need Is Love" derivava dalla sua passione per gli slogan televisivi e dalla sua volontà di voler fare un pezzo di propaganda: "I'm a revolutionary artist. My art is dedicated to change".


Nonostante l'apparente semplicità di un brano come "All You Need Is Love", le sonorità di questa canzone erano caratterizzate, ancora una volta, dall'apice artistico e musicale che i Beatles stavano attraversando in quel periodo.


La costruzione della canzone, molto orecchiabile fin dalle prime note, è composta da citazioni, come le note della Marsigliese iniziali o le autocitazioni finali a "She Loves You", "Yesterday", accordi inattesi ed inaspettati ed elementi lontani dalla concezione pop di canzone, come la linea di violoncello aliena che caratterizza tutta la canzone e che, a parer mio, deve molto a "Good Vibrations", canzone capolavoro dei Beach Boys pubblicata nell'ottobre dell'66 e frutto di quel genio musicale di Brian Wilson.


Anche se il programma era in diretta, i Beatles suonarono su una base ritmica preregistrata per via della complessità armonica di "All You Need Is Love", a cui stavano lavorando da inizio giugno.


Gli unici elementi dal vivo erano gli strumenti dei Fab Four, la voce di Lennon, i cori e l'orchestra e perciò all'interno degli Studios si poteva respirare un po' di tensione, soprattutto tra George Martin e gli addetti al mixaggio, poiché quell'inedito del gruppo di Liverpool sarebbe stato ascoltato da quattrocento milioni di persone.


Il collegamento in diretta venne eseguito presso gli Abbey Road Studios che, per l'occasione, cambiarono totalmente la loro faccia venendo addobbati in pieno stile figli dei fiori e ospitando un pubblico vario e folto, composto da vari amici, musicisti e artisti come gli Small Faces, alcuni membri dei Rolling Stones e degli Who, Eric Clapton, il collettivo artistico The Fool, Marienne Faithfull, Pattie Boyd, Graham Nash e molti altri ancora.


Il fatto che gli Studios fossero decorati in questa maniera, derivava dal fatto che i Beatles volevano trasmettere, oltre che musicalmente, anche visivamente il messaggio politico e comunitario di "All You Need Is Love".


Da molti ritenuta come la prima scintilla del Lennon sociale e la canzone più politica mai registrata dai Fab Four, "All You Need Is Love" è un vero e proprio messaggio universale, comprensibile a tutti e dedicato all'importanza dell'amore e della collettività.


Il messaggio di fondo di questa canzone sta nel fatto che nonostante le differenze culturali, sociali, religiose, gli esseri umani sono tutti uguali e l'amore è il Sentimento comune a tutti coloro che vivono sul pianeta terra.

Un amore che deve essere, però, universale, diretto sia verso gli altri esseri umani, diversi ma uguali a noi, sia verso la terra, la nostra casa che ci ospita e di cui dobbiamo prenderci cura.


Infine, con "All You Need Is Love" i Beatles hanno voluto mandare un altro messaggio, un messaggio forse importante quasi quanto quello dell'amore universale e dell'uguaglianza tra gli esseri umani.

Hanno voluto fare vedere, attraverso una canzone "superficialmente" dall'aria semplice e leggera, che la musica non ha solo il compito di intrattenere, di distrarre, ma ha anche un compito sociale e politico.


Le canzoni possono e devono essere un mezzo per mandare messaggi e quindi gli artisti, sia sconosciuti che non, hanno il diritto di schierarsi, di esprimere tramite la loro arte e le loro esibizioni dei messaggi sociali, di denunciare le ingiustizie, senza aver paura di schierarsi, dire la loro.


L'essenza della musica sta anche in questo. Essendo una branca dell'arte, la musica deve essere uno strumento tramite cui esprimere, denunciare e raccontare la società, il mondo contemporaneo senza aver paura di prendere delle posizioni nette e precise.


A tutti coloro che dicono che l'arte, la musica non deve immischiarsi con l'attualità, la politica, l'impegno sociale, vorrei rispondere con una strofa di "All You Need Is Love", un verso che riassume alla perfezione quanto sia importante essere liberi nel fare musica:

"Nothing you can sing that can’t be sung".



 
 
 

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