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Zeep: saper scrivere musica e riuscire a curare ogni suo dettaglio - Intervista

"Dimenticare" è il nuovo singolo di Zeep, uscito lo scorso 24 marzo, prodotta dal fidato Kaizèn e distribuita da Ada Music. Una nuova canzone del cantautore sardo che dimostra come avere una visione completa sulla musica, dalla scrittura alla sua pubblicazione, sia un punto chiave per un cantautore moderno. Una nuova canzone sull'importanza del riuscire ad andare oltre un momento no, un brutto periodo o una delusione per riuscire a risollevarsi e a dimenticare con la giusta consapevolezza del proprio passato. Un brano che trova il giusto posto tra le canzoni del suo primo ep "Astronavi e Carriattrezzi" e i vecchi singoli più scanzonati come "Milano" o "Addebito" di cui si ritrova il gusto per il connubio pianoforte e voce ma con una penna più accurata e un'attenzione alla rima ancora più evidente. Che Zeep sappia scrivere rime e sound che colpiscono e restano già dal primo ascolto ormai è evidente, vista anche la facilità con cui passa da ritornelli spensierati da Ichnusa (non a caso) in spiaggia a barre e strofe più articolate. Nell'attesa di un suo lavoro più completo, gli abbiamo chiesto la sua visione della musica a 360 gradi.



Ciao Zeep bentornato su IndieVision! Come stai?

Ciao! È un periodo davvero incasinato, ma in positivo. Stanno arrivando delle belle notizie e sto scrivendo tanto, sia per me che per altri artisti.


È appena uscito il tuo ultimo singolo “Dimenticare”, ci racconti come è nato e quando hai deciso che era il momento di condividerlo?

“Dimenticare” è nata di getto, dopo la fine di una relazione. “A me non lo so se mi va di rivedere tutto Harry Potter con un’altra” è una delle prime cose che ho pensato, non so il perché. È stata un’immagine, una roba istintiva, e da lì è venuto fuori tutto il resto. Una delle cose che mi ha insegnato la musica è che è sempre il momento giusto per condividere una canzone sincera.


È anche il tuo primo singolo che esce sotto distribuzione di Ada Music (Warner), come nasce questa collaborazione? Soddisfatto del percorso iniziato?

Super soddisfatto! Quando io e Kaizèn (il mio produttore) abbiamo preparato i provini dei nuovi pezzi è stato naturale proporli a ADA; è una realtà importante e si sono dimostrati attenti e professionali fin dal primo giorno. Hanno creduto nel progetto e questo mi rende molto orgoglioso.


Come canti giustamente nel brano dimenticare non sempre è un qualcosa di così semplice, anzi. Molto spesso più che dimenticare dovremmo riuscire a metabolizzare. Che sia una delusione d’amore, lavorativa, un lutto o quant'altro il percorso può essere più o meno semplice. Qual è il tuo personale modo di riuscire a tornare a guardare avanti dopo una delusione o un momento no?

Ordinare Mc Donald’s a casa, fare 10 flessioni (spoiler: non vi faranno smaltire un menu large), uscire per una birra con gli amici di sempre, prendere una chitarra e scrivere una canzone.


Pensi che la musica sia un buon modo per riuscirci?

Scrivere aiuta a buttare fuori tutto quello che abbiamo in testa; lo consiglio a tutti, è un po’ una terapia d’urto, perché ti costringe a essere sincero con te stesso e ad ascoltare anche quello che non vorresti sentire. Sembrerà strano, ma a volte è più facile raccontare qualcosa a migliaia di persone che non conosci piuttosto che parlarne con le persone vicine, o almeno per me funziona così. In questo senso fare musica è un salvagente.


Musicalmente “Dimenticare” mi ricorda molto il pianoforte di “Milano” e a tratti anche quello di “addebito” uscite ormai nel 2018. Devo dire che sentirti tornare al piano e voce non è per niente male. Ti senti ben a tuo agio in questo mood più “semplice”?

È il modo in cui nascono le mie canzoni, o almeno la prima versione. Nel caso di “Dimenticare” ho pensato che fosse giusto andare sul “buona la prima”, perché non volevo perdere lo spirito originale del pezzo. Per ora sembra che abbia funzionato, è stata capita da subito.


Dopo il tuo primo Ep “Astronavi & Carriattrezzi” quali sono i tuoi prossimi progetti?

Per ora ho intenzione di pubblicare ancora qualche singolo. Vorrei dare il giusto peso a ogni canzone, e soprattutto dare il tempo a chi la ascolta di capirla, senza passare subito alla traccia successiva di un disco (sono un ascoltatore pigro, so come funziona e vi capisco). Usciranno anche dei singoli che ho scritto per altri cantanti e non vedo l’ora che li ascoltiate.


Una cosa che ho notato spesso nella tua figura di artista e che apprezzo particolarmente è il tuo lavorare a 360 gradi su ogni tuo singolo. Dalla voce e dalle musiche fino ad arrivare alla scelta delle tempistiche, copertine e tutto il ruolo “di contorno” alla canzone stessa. Quanto credi sia importante, per un artista moderno, curare anche il lato “marketing” e di promozione di un proprio progetto?

Mi piace creare un “pacchetto completo” e lavorare personalmente a tutto ciò che ruota attorno a una canzone. Non capisco gli artisti che rinnegano il lato marketing (o che fingono di farlo perché fa tanto “alternativo”). Realizzo personalmente le grafiche dei miei pezzi e mi diverto come un bambino a creare T-shirt, felpe e accessori insieme a Dinicri, il brand che supporta i miei vaneggi da designer. Spero sempre che la musica sia in primo piano rispetto a tutto il resto, ma il contorno è sicuramente importante.


Per salutarti vorrei chiederti, qual è un sogno dello Zeep cantautore e quale un sogno di Marco?

Diciamo che i due lati convivono in modo pacifico, ma hanno caratteri un po’ diversi. Zeep sogna il successo e i grandi palchi, quelli che a Marco fanno un po’ paura. Ho lasciato uno spazio vuoto in una parete della nuova casa per un bel disco d’oro, che non si sa mai (su questo sono d’accordo entrambi). In generale preferisco gli obiettivi ai sogni, perché puoi impegnarti per raggiungerli anzi che aspettare che succeda qualcosa.

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