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Un pizzico d'ansia e tanto "Marechiaro", la ricetta musicale di Flora - Intervista

La musica è terapia e molto spesso l'arma principale di un artista per poter esprimere i propri sentimenti. Ed è proprio l'utilizzo che ne fa anche Flora, cantautrice romana che si definisce una persona "molto ansiosa".


Nel suo caso, però, l'ansia è al servizio del percorso musicale, cominciato grazie all'ascolto di "C'era una volta in America", colonna sonora del film di Sergio Leone. Merito del papà, che l'ha sempre supportata nella musica, mettendole a disposizione un pianoforte per cominciare a suonare.


Dopo varie esperienze formative in giro per l'Europa, la giovane cantautrice di Ostia ha deciso di non farsi sopraffare dall'ansia, trasferendosi a Milano per continuare il suo sogno: la musica.


"Ma la verità è che, amo quando sparisci, amo quando ritorni, amo pure i tuoi vizi, la fine dei sogni. Dove andiamo lontano, per mano contromano, mentre il sole calava anche io scendevo piano. E mi sono svegliata in un letto a colori, un anno in più e la pioggia fuori. Dalla tua finestra grande, si vedono i fiori"

Attraverso un timbro elegante ed un graffiato delicato, il genere in cui Flora riesce ad esprimersi al meglio è sicuramente l'RnB. Ne è la prova il suo primo EP "Si vedono i fiori", in cui si parla di amore e di relazioni. Non importa come sia andata a finire, l'importante è aver vissuto certi momenti. La successiva collaborazione con Evra, altro talento della scena RnB italiana, ha contribuito ad una maggiore consapevolezza per Flora, che sta lavorando ad un nuovo progetto che, a detta sua, metterà in risalto i suoi due lati caratteriali. Quello più ansioso, e quello più scanzonato.


Il primo assaggio è "Marechiaro", ultimo singolo uscito il 3 novembre che riesce a scacciare l'inverno con immagini cristalline e ritmi catchy. A dimostrazione del fatto che l'ansia non blocca questa giovane promessa musicale, che anzi sa renderla parte integrante del suo processo creativo.


"Sento come un vuoto dentro. Mi guardo intorno, non ci sei già più. E non ci penso, sospesa in eterno. Strappi sul cuore se mi sfiori tu. Portami al mare, fammi godere, che questo giorno tanto finirà. Guardami amore, lasciati andare, che questo mondo un giorno esploderà"

E poco importa se a Milano non c'è il mare.


Com’è nata la passione per la musica?

La mia passione è nata da piccolina, quando mio papà per farmi addormentare mi faceva ascoltare “C’era una volta in America”, la colonna sonora del film di Sergio Leone. Ero innamorata di quei brani. Poi mi sono appassionata al pianoforte suonandone uno di una zia di mio Papà. Una volta cresciuta mi sono diplomata al Liceo Classico di Ostia, ho continuato con il Conservatorio, laureandomi in pianoforte pop. Ho fatto un Erasmus in Germania, in Jazz, e poi sono arrivata a Londra, dove mi sono laureata in composizione di canzoni. Dopodichè sono tornata a casa, dato che avevo un contratto con un’etichetta. E ho dato il via al mio progetto cantautoriale. Faccio questo da sempre e dopo il liceo fare musica per me è stata una scelta naturale.


C’è una ragione dietro alla scelta di utilizzare il tuo vero nome come nome d’arte?

Mi sono sempre sentita rappresentata dal mio nome. Poi, grazie ai miei genitori che sono fissati con la romanità, ho scoperto essere il nome sacro di Roma. Quindi me lo tengo stretto.


Nel 2019 hai partecipato ad X Factor, arrivando fino ai Bootcamp. Che esperienza è stata?

È stata un'esperienza particolare che però non fa per me. Sono una persona molto ansiosa, perciò non l’ho vissuta in maniera positiva. È stata comunque una bella esperienza, ho portato un brano dei Genesis e doverlo suonare e cantare sul palco è stato una sfida stimolante. È un’esperienza che rifarei, ma mi rendo conto di preferire un tipo di spettacolo non veicolato da telecamere.


Sempre nello stesso anno, è uscito il tuo primo EP “Si vedono i fiori”, di cosa parla e come mai questo titolo?

Questo lavoro rappresenta il mio primo approccio alla scrittura in italiano. In quel periodo ero a Londra a studiare, ma mi sono resa conto che preferivo esprimermi in italiano. Non sono mai stata una cima in inglese. Questo EP rappresenta le mie sensazioni di quel periodo, in cui ero molto innamorata. Sono tutti pezzi istintivi, nati in pochissimo tempo.


Come vivi il processo della scrittura? È qualcosa in cui devi mettere disciplina, oppure nasce quando meno te l’aspetti?

Secondo me dipende dai momenti di vita. Io inizialmente scrivevo d’stinto per poter sfogare quello che mi faceva stare male. Ad un certo punto, però, ho dovuto trovare una certa disciplina, imparando a scrivere anche quando sto bene. Altrimenti uno non vive più! Maturando e studiando la scrittura, capisci che c’è una componente istintiva, ma anche tanta tecnica. Anche se le canzoni che mi emozionano di più, sono ovviamente quelle legate a momenti importanti per me.


Sulla tua bio di Spotify c’è scritto che il trasferimento a Milano in qualche modo coincide con una nuova fase di ricerca sonora e artistica per te. Com’è andata?

Roma è sempre nel mio cuore, ma venendo a vivere a Milano, sono cambiate tante cose. Sono riuscita ad entrare in contatto con tanti professionisti. Per me era difficile prima, perché ero a Ostia, ogni volta dovevo arrivarci a Roma. Sono una persona che ama molto il confronto, e proprio a Milano ho avuto la possibilità di ragionare di più sulla mia direzione artistica e sonora, incontrando molti altri musicisti.


Durante il 2022 è uscita “Briciole”, che parla di violenza di genere. Un argomento che purtroppo rimane sempre attuale. Nella canzone dici: “Sei tutto quello che non va nel mondo”. Secondo te che cos’è che deve veramente cambiare, per poter porre fine ad un mondo dove gli episodi di violenza di genere sono all’ordine del giorno?

È una domanda a cui purtroppo non so dare una risposta precisa. Questo è un periodo di forte presa di coscienza. Ci stiamo rendendo conto di quanto sia difficile la situazione. Credo che ognuno debba cercare di fare qualcosa nel suo piccolo. È importante dare l’esempio, a partire da come si trattano le altre persone, al linguaggio da trattare per non offendere. È importante utilizzare i termini appropriati, con le giuste declinazioni. Sono dei passi da fare obbligatoriamente. Ci troviamo in una situazione che non si può cambiare dall’oggi al domani, ma non vuol dire che non si debba cominciare a fare qualcosa al riguardo.


Quest’anno sono usciti due brani che segnano il tuo avvicinamento ad un genere più RnB ma in chiave urban. Il primo si intitola “Non era vero”, ed è in collaborazione con Evra, un altro nome molto interessante dell’RnB milanese. Com’è nato questo pezzo?

In questo pezzo ho voluto unire il mio mondo, più cantautoriale, con quello più urban di Evra. Questo brano fa parte di un progetto che sto ideando, ma di cui non voglio spoilerare troppo. Ho voluto sperimentare qualcosa di diverso, un po’ come ho fatto con “Marechiaro”, il mio ultimo singolo.


In effetti, anche in “Marechiaro” si sente un’evoluzione sia nel genere che nel sound, stavolta un po’ più funk! È un periodo di grande sperimentazione, vedo…

Questo pezzo ha avuto un’evoluzione bella lunga. Volevo scrivere due pezzi che fossero antitetici, cercando di analizzare un tema che poi sarà contenuto in un mio eventuale EP, o disco. Il primo pezzo, più catchy e spensierato, è proprio “Marechiaro”. Tra l’altro, è il mio primo pezzo che non è nato pianoforte e voce. Il secondo pezzo, che uscirà presto, si intitola “Demoni” ed esporrà il lato più ansioso di Flora. Con questi due brani ho voluto esplorare i due lati della mia personalità.


Tu sei di Ostia, e hai composto “Marechiaro”, quanto è dura a Milano senza mare?

Credo che sia la cosa più dura per me. Vivere a Milano è molto stimolante, non ci si annoia mai, ma il calore di casa è importante. Fortunatamente, torno spesso ad Ostia!


Dove potremo venirti a sentire live? So che suonerai al release party del nuovo album di Marta Tenaglia!

Si, l’evento sarà il primo dicembre. Ci saremo io, il mio pianoforte ed il mio produttore. Suoneremo anche pezzi non ancora usciti, perciò ci saranno molti spoiler. Per ora saremo solo io e lui, ma più avanti spero di riuscire a portare il mio progetto anche in band.




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