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Trattieni il respiro per un attimo e immergiti nella musica acquatica di Bais


"Godiamoci la fine del mondo, mi hai steso il cuore a testa in giù."

Il 21 ottobre è uscito per SugarMusic "Apnea", un ep di 5 canzoni di Bais, secondo cognome di Luca Zambelli, cantautore di Udine, con origini di Bassano del Grappa che vive a Milano. Un ottimo esempio di come si possa riuscire a fare musica libera, varia e senza "catene" di genere.


«Apnea è un disco acquatico da ascoltare con la testa per aria ed i piedi staccati da terra. Apnea è un tuffo dentro di sè alla scoperta di un mondo ancora sconosciuto e troppo spesso dimenticato. Un ’immersione trattenendo il respiro e cercando di andare a fondo, dove i confini tra il reale ed il surreale sfocano, lasciandoci nuotare in un nuovo universo inesplorato.» Così lo stesso autore racconta del suo ultimo lavoro in studio.


Bais, in sole cinque tracce, ci porta in un mondo intimistico, profondo e a tratti nascosto di noi, quel punto interiore che non sempre riusciamo a nascondere, neanche a noi stessi, fino a portare "tutta la nostra vita nello sfondo". Produzione discografica curata e voglia di sperimentare confluiscono in un ritmo ben marcato difficile da definire, in quanto nell' ep convivono elementi di vari generi, dal jazz al pop, per finire in un RnB contemporaneo dal sapore internazionale (che riconosciamo anche in artisti come Venerus).


"Come si fa se poi tutto passa in un secondo?"

Bais ci confeziona un'atmosfera dolce, singolare ed elegante, perfetta - almeno per quelli come me- da ascoltare di notte, magari al buio. I singoli brani sono ben legati tra loro e creano, volutamente o no, un crescendo sia musicale che contenutistico, pur lasciando ad ogni traccia una propria forte identità. Un disco che ci accompagna alla perdita, alla sfocatura, alla diluizione del tempo e dello spazio da ascoltare tutto d'un fiato, o meglio, in un'unica immersione, come quando al mare immergi la testa sott'acqua e riesci a sentire il silenzio. In attesa di nuovi lavori marini di Bais, direi che «ci vuole un bel cin-cin».

(Un piccolo consiglio: per andare davvero a fondo, ascoltatelo in cuffia!)



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