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“RIVER" e i suoi affluenti: viaggio nel backstage del nuovo singolo dei Caveleon - Intervista

Dietro ogni canzone e a ogni progetto c'è sempre un mondo. Ed è davvero interessante scoprire tutto ciò che ispira gli artisti e li porta a creare, comunicare, emozionare. Qualche giorno fa è uscito "RIVER" il nuovo singolo dei Caveleon, band milanese nata dall'incontro fra il compositore polistrumentista e cantautore Leo Einaudi, la cantautrice Giulia Vallisari, il compositore Federico Cerati e il batterista Agostino Ghetti, e siamo rimasti affascinati dall'immaginario che abbiamo percepito dal brano e dal racconto che lo accompagna.


Il sound inedito e suggestivo, in bilico tra atmosfere indie folk e sonorità elettroniche della band, prende vita anche in un video uscito lo scorso 12 marzo e che è decisamente evocativo.



Il fiume e il suo scorrere come la vita di ciascuno di noi e gli eventi che la contraddistinguono: tutto prende vita all'interno del video ideato dalla band insieme a Sofia Paravicini, art director del progetto e realizzatrice dell'artwork del brano.


Ne abbiamo parlato con i Caveleon che, oltre a rispondere alle nostre domande, ci hanno lasciato il backstage del video in esclusiva per la nostra IGTV.



Tra i protagonisti del video di “River” ci sono i colori. Scelti con cura e funzionali per tessere una delicata trama tra brano e immagini. Sembra ci sia una sorta di lessico della tavolozza, una grammatica densa di significati velati utili per comprendere a fondo il senso della canzone. Quanto è importante per voi e la vostra poetica non svelare subito i significati? Il video di “River” ci ha dato, per la prima volta, la possibilità di provare a raffigurare il nostro mondo sonoro attraverso le immagini; è stato un processo lungo e di esplorazione, che probabilmente ci ha aiutati a comprendere il nostro percorso ancora più a fondo. Siamo affascinati dal rapporto indissolubile che esiste tra la musica e le immagini, un legame che ci accompagna nella vita di tutti i giorni e acquisisce ogni volta un nuovo significato in base al luogo in cui siamo, a cosa stiamo guardando, al nostro stato d’animo e ad altre infinite variabili. Crediamo che sia importante, in un mondo caotico e spesso preconfezionato, avere la possibilità di lasciare delle porte aperte all’immaginazione e avere il tempo e la libertà di dare un proprio significato alle cose. Abbiamo avuto la grandissima fortuna di poter lavorare alla realizzazione del video insieme all’illustratrice Sofia Paravicini, in questo caso art director, che è riuscita a dare un volto al nostro immaginario, attraverso la sua palette colori e la sua poetica, molto affine alla nostra; tutto questo è stato reso possibile anche grazie alla visione e al fantastico lavoro di Nicolò De Brabant, il nostro regista, e di Orsola Giunta, Producer e Set Designer. Altra protagonista è la danza. Come è nata l'idea di affidarvi a Francesca Zigiotti invece che a un copione più classico con attori e parti recitate? Abbiamo voluto lavorare a tutti i costi con Francesca perché, oltre ad essere un’amica, è un’attrice e interprete a tutto tondo, che lavora nell’ambiente cinematografico e teatrale, dando grande spazio anche alla sperimentazione; ci sembrava perfetta per dare un volto a questo brano. Siamo rimasti davvero stupiti per il modo e la sensibilità con cui è riuscita a immergersi nella parte, era in grado, non si sa come, persino di capire le istruzioni confusissime che cercavamo di darle, mettendoci sempre del suo per arricchire il racconto. C’è stata grandissima sintonia fin dalla prima volta che ci siamo incontrati e non vediamo l’ora di collaborare di nuovo.

Dalla Pala di Brera di Piero della Francesca alla videoarte di Bill Viola sono diverse le citazioni in questo video. Ce ne volete parlare un po'? Ci è sempre piaciuto prendere spunto ed essere ispirati da altri ambiti artistici, sia dal punto di vista della scrittura dei testi, che da quello musicale e dell’immaginario. E’ stato divertente e stimolante il processo che ci ha portato a scegliere i riferimenti visivi, insieme a Sofia Paravicini, per questo video, che spaziano dalla pittura rinascimentale all’arte moderna e contemporanea, dall’illustrazione alla scultura e la cinematografia. La presenza dell’uovo di struzzo, ad esempio, oltre ad avere un significato importante all’interno del nostro racconto, è un riferimento alla “Pala di Brera” di Piero della Francesca, simbolo di rinascita e purezza; i contrasti tra le dimensioni tra la sfera umana e quella astratta, i colori pastello, sono stati ispirati dai dipinti e dalla scultura di Folon; le opere di Bill Viola, come “Martyrs Composite” o “Reflections”, sono state un grande punto di riferimento per quanto riguarda il ritmo e la staticità delle immagini. Matthew Barney nel suo progetto “The Cremaster Cycle” è stato un grande punto di riferimento per quanto riguarda i giochi di prospettive e le atmosfere oniriche e surreali.

Se doveste raccontare la trama di questo videoclip, quale sarebbe?

Attraverso la protagonista della nostra storia, Francesca Ziggiotti, abbiamo cercato di rappresentare il lato consapevole e razionale di ognuno di noi; l'uovo, invece, simboleggia il nostro mondo più interiore, un lato spontaneo e puro, che spesso facciamo fatica ad accettare e tendiamo a trascurare crescendo. Il video ci porta a seguire da vicino il tentativo della protagonista di riconciliare queste due parti, tra la curiosità e il timore di scoprirsi e ritrovare se stessa. E' in questa fase che entrano in gioco le sue memorie del passato e i suoi sogni, vestiti di un rosso acceso, che la spingono a trovare il coraggio di prendere una decisione. Il momento della bevuta dall'uovo è, infatti, il modo in cui la protagonista riesce a riconciliare questi due lati e ad arrivare a una vera e nuova coscienza di sé. Il flusso d'acqua, che lentamente la attraversa, rappresenta l'unione dei due mondi, il fiume della vita dentro a cui siamo finalmente pronti ad entrare, ora che siamo una cosa sola.


A metà video, l'uovo di struzzo fino ad allora solo sfiorato, viene preso in mano. Nelle vostre vite, quell'uovo, siete soliti sfiorarlo o preferite prenderlo in mano dando libero sfogo alla vostra parte meno razionale? Pensiamo che la vita sia una costante ricerca di questo momento. L’uovo rappresenta il nostro lato più interiore, la spontaneità e l’ingenuità che spesso, purtroppo, perdiamo per strada crescendo. Attraverso il video abbiamo cercato di ricreare questa danza continua tra l’attrazione e la paura di guardarsi dentro per riscoprire una parte di sé meno razionale. La musica, in un certo senso, è per noi il luogo dove tutto si ricongiunge e trova il suo posto, un luogo sicuro, dove non esistono regole o limiti, che ci fa sentire liberi di essere ciò che vogliamo.

Questo video rende ancora più esplicito quello che traspare dai vostri brani e cioè una ricerca personale lontana dalle mode del momento?

Probabilmente questo è il motivo per cui amiamo fare quello che facciamo. Il nostro non è un rifiuto verso le mode, anzi, pensiamo che sia fondamentale essere ispirati da ciò che ci circonda. Viviamo la musica come un bisogno di esplorazione personale. Comporre un brano è come tradurre una parte di se stessi in un altro linguaggio, che spesso porta a conoscersi più a fondo o addirittura a crescere grazie a una nuova consapevolezza di sé. Per questo crediamo sia fondamentale trovare una propria identità e un modo di esprimersi liberamente, con la possibilità che, come noi, possa modificarsi nel tempo, mantenendo però la stessa natura.

Insomma non lasciate nulla al caso e prestate moltissima attenzione ad ogni elemento correlato alla vostra musica. Quali sono cinque video musicali che secondo voi sono riusciti più degli altri a fondersi con il brano? Crediamo che un videoclip diventi veramente speciale nel momento in cui sia la parte musicale che quella visiva potrebbero vivere di vita propria, ma messe insieme non possono fare a meno l’una dell’altra. Avremmo una lista lunghissima, ma abbiamo scelto (con grande difficoltà) questi cinque: Atoms for Peace - “Ingenue" Billie Eilish - “When the party is over” Son lux - “Plans we made” Childish Gambino - “This is America” Chet Faker - “Gold”

Qual è secondo voi il fine di un videoclip musicale oggi?

Per noi è stato di avere la possibilità di esprimerci attraverso una nuova forma artistica per la prima volta. L'unione tra la musica e l'immagine è una magia che ti permette di mostrare una nuova parte di te e ti porta ad essere ancora più vicino a chi ti ascolta. Abbiamo tantissime di idee per i brani del nuovo album in uscita e non vediamo l'ora di rifarlo!


Ci saranno altri video per questo vostro nuovo album? E se sì, continueranno la strada iniziata da questo o avete già in mente qualcosa di diverso? Si! Il nuovo album è un racconto che andremo a svelare lentamente, c’è un significato di fondo che unisce tutti i brani e stiamo cercando di fare lo stesso anche dal punto di vista visivo e dell’immaginario, mantenendo un filo conduttore che possa creare una connessione tra le diverse parti. Non vogliamo anticipare troppo di quello che sarà, anche su questo ci piace lasciare spazio all’immaginazione!

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