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“Rivendicare noi stessi in un mondo che ci vuole in continua evoluzione”: Intervista ai Marrano

Se pensate che il rock in Italia sia morto o che le band alternative nazionali non abbiano più nulla da dire è evidente che non conosciate i Marrano. Dal 2015 la band romagnola abbina una produzione incentrata sul concetto di “less is more” ad un sound imponente. Due chitarre, un basso e una batteria prendono le redini di una scena musicale mai veramente sopita del tutto. A tal riguardo, durante la registrazione degli ultimi due singoli pubblicati nei mesi scorsi, “Poveri Diavoli” e “Ekomostro”, in studio hanno beneficiato della compagnia del produttore artistico Davide Autelitano, basso e voce della storica band Ministri, che ha dato la sua inconfondibile impronta ai brani.


Con “Ekomostro”, i Marrano esaltano la propria attitudine e i loro suoni urlando il proprio dissenso nei confronti delle consuetudini dettate dall'esterno a cui ogni giorno ci sottoponiamo, illusi di compierle autonomamente. Una rabbia adolescenziale gestita con estrema maturità diventa a tutti gli effetti il marchio di fabbrica del gruppo.



Ciao ragazzi, benvenuti su IndieVision! Raccontateci un po' la genesi di “Poveri diavoli” ed “Ekomostro”, vostri ultimi lavori in studio.

Ciao IndieVision! Poveri diavoli ed “Ekomostro” sono frutto di questi due anni veramente incasinati dopo l’uscita del nostro ultimo disco Perdere. Cronologicamente “Ekomostro” è stato uno dei primi brani che abbiamo scritto, in pieno lockdown, e nasce da un riff di chitarra tirato fuori da Nicola (batteria) in fissa in quel periodo con i DZ Deathrays. La canzone ha visto parecchie versioni fino ad arrivare a compimento quest’estate. “Poveri diavoli”, invece, è stata scritta poco più avanti; in realtà il brano è venuto fuori in maniera spontanea e istintiva con la melodia della voce e il testo che si sono legati bene fin da subito al giro di basso, l’elemento caratteristico secondo noi del brano.


La rabbia e l’inadeguatezza sembrano essere la benzina di tutti i vostri pezzi, è effettivamente così?

Senza dubbio. Sono elementi che trasudano anche dai nostri precedenti lavori. Ma crediamo che gli ultimi anni abbiano acuito fortemente queste sensazioni e i brani che fino ad ora sono stati pubblicati rispecchiano esattamente questo.


“L'Ekomostro è ciò che condiziona il quotidiano, i gesti e le scelte che pensiamo di compiere liberamente, ma che in realtà seguono un copione già deciso e da cui fatichiamo a staccarcene”. Secondo voi, anche la musica attualmente è influenzata dall'Ekomostro o gli artisti riescono a distaccarsi da esso?

Chi non è influenzato o addirittura perseguitato da un mostro che è dentro di noi? A parte gli scherzi, è una domanda difficile a cui rispondere. Come avviene in tante altre situazioni della vita, crediamo che anche la musica non sia immune a influenze e a trappole. Per quanto ci riguarda, in mezzo a tante difficoltà, noi proviamo a distaccarcene e questo ci fa sentire, a tratti, più sereni. Speriamo che tanti altri possano sentirsi altrettanto.


Io resto sempre lo stesso/Non vorrei più dirti che cambio. Per i Marrano la gente cambia? I Marrano cambieranno?

Sarebbe bello poter rivendicare, anche solo per un minuto, la voglia di rimanere se stessi, in un mondo che ci vuole in continua evoluzione, trasformazione, e poter dire “Io non cambio, resto qui e non me ne vergogno”. Questo è il concetto che vuole trasparire. La gente cambia in continuazione, ma per noi è okay. Sarebbe strano diversamente. Noi non lo sappiamo davvero. A volte ci sembra di non essere più gli stessi, un attimo dopo di essere sempre rimasti fermi lì.


I due singoli troveranno posto in un album? Cosa potete già anticiparci?

Quello che possiamo dirvi è che uscirà il nostro terzo disco nei prossimi mesi e conterrà sia “Poveri diavoli” sia “Ekomostro”.


Avete dei live in programma? Vi piacerebbe portare la vostra ultima musica dal vivo?

Abbiamo appena concluso il tour estivo che ci ha permesso di presentare “Poveri diavoli”, ma soprattutto di ricominciare a suonare dopo tanta inattività. Così ora ci prendiamo solo un attimo di respiro per tornare carichi e presentare il nostro nuovo prossimo lavoro.



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