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Portobello: "Il senso della mia vita è cercarne il senso"- Intervista

Portobello è il progetto musicale del cantautore civitavecchiese Damiano Morlupi. Dopo la pubblicazione dei singoli "Un attimo e basta", "Cerotti" e "Dietorelle", seguiti poi dalla pubblicazione dell'album d'esordio "Buona Fortuna", Portobello affronta un mini-tour in giro per l'Italia. Torna nel 2020 con il singolo "Farfalle" per poi pubblicare il suo ultimo lavoro "Il senso della vita", per Romolo Dischi.

Il brano, nato durante il lock-down, riesce a coniugare le sonorità pop con elementi indie-rock. E' un vero e proprio inno al non piangersi addosso ed invita ad apprezzare quelle piccole fortune che la vita ci dona. In occasione dell'uscita del suo ultimo singolo, abbiamo avuto l'occasione di fare quattro chiacchiere con Damiano!


Ciao Damiano! Quando e com'è nato il progetto Portobello?

Ciao ragazzi, Portobello è nato nel 2016 per necessità, avevo delle canzoni che volevo registrare, lo volevo fare per me e volevo fare un Ep per poterlo regalare agli amici e a mia madre, giusto per sentire come sarebbe stata una mia canzone arrangiata a dovere e registrata in uno studio vero. Poi mandai il singolo di quell'Ep a Sei tutto di cui ho bisogno, Giuseppe che è il mio manager da allora se ne innamorò e da lì ho fatto 2 dischi e a breve ne uscirà un terzo.


Prima di questo progetto, alla fine degli anni 90 hai fondato i "Kamikaze Sur Tirreno Crew" un gruppo Hip Hop che è molto lontano da quello che fai oggi. Cosa ti ha portato a lasciare la musica hip hop, per poi esprimerti attraverso il cantautorato?

Quando facevo hip-hop ero rapper e produttore, ho passato i miei 20 anni a fare mattina davanti un campionatore, all'epoca non c'erano i software di oggi e si usavano i campionatori analogici, io personalmente avevo l'Akai 950, uno scassone di ferro grande più di un videoregistratore che però ancora oggi molti amano per il suono caldo che ha. Passavo giornate a cercare rullanti, casse, giri di chitarra o piano da campionare in vinile e poi componevo con i singoli suoni campionati. Pensate solo che Fritz Da Cat all'Akai 950 ha dedicato un disco che ai chiama proprio così, una perla del rap '90! Comunque a forza di sperimentare mi innamoravo sempre di più della composizione e mi piaceva mischiare l'elettronica alla musica suonata (la chitarra l'ho sempre suonata), provai nel 2008 a fare un mix, uscì una roba molto simile a quella che oggi sentiamo in radio, non volendo sono stato un precursore!


Nel 2019 esce l'album d'esordio "Buona Fortuna". Come mai questo titolo?

Buona Fortuna era in quel momento un modo per fare un augurio a noi (all'epoca eravamo una band) e a chiunque avesse ascoltato la nostra musica. Inoltre io sono buddista e per noi la buona fortuna ha un significato particolare, la ottieni con la perseveranza della pratica e un comportamento retto.


Nella prima traccia "Cruciverba" parli della provincia. Quali sono gli aspetti che ami e che odi?

Amo assolutamente tutto della provincia, perché fondamentalmente ci ho sempre vissuto, quelle poche volte che ho vissuto brevi periodi in una metropoli ho notato molto più provincialismo li che in una piccola città.


Il brano "Un attimo e basta" è una riflessione sul presente e sull'incapacità di viverlo davvero. A distanza di 2 anni come vedi questo presente?

Beh devo dire che ho imparato a vivere il presente, per una serie di cose positive che mi sono accadute e anche per la situazione che tutti abbiamo vissuto, mi riferisco al Covid, il lock down, ecc ecc. Quindi mi piace molto il mio presente e me lo sto assaporando giorno per giorno.


"Dimmi, quando è stata l'ultima volta che sei stato felice per niente?"

Ultimamente ogni giorno sono felice, ho avuto finalmente una grossa rivincita, ho vinto un concorso e mi sono stabilizzato e reso completamente autonomo. Ma di base anche prima ero felice per piccole cose e questo mi è rimasto.


L'amore è uno dei protagonisti dell'album. Che ruolo ha avuto questo sentimento nella tua vita?

Molto importante, giorni fa ho letto un articolo di The Vision sul fatto che bisogna imparare a vivere felici senza pensare che necessariamente si debba stare in 2. Questo da una parte lo trovo corretto, ma dall'altro è una cazzata, perché come cantava Aldo Fabrizi in un noto sketch anni 60, la donna dentro casa è n'altra cosa, ora una donna non ce l'ho e mi piacerebbe molto trovare una compagna giusta per me, mi manca giusto quello.


In "Buonanotte" canti: "Non vorrei morire mai. Io non vorrei invecchiare mai". Che rapporto hai con il tempo che passa?

Beh quando stai bene non vorresti mai invecchiare e morire, ultimamente visto che ho superato gli anta mi girano le palle perché il tempo davanti è pari a quello che ho dietro, prima invece pensavi 'beh ho tutta la vita davanti', ma questa è una condizione che ti porta a goderla ancora di più la vita!


Il tuo ultimo singolo è "Il senso della vita" Com'è nato questo brano?

È nato durante il lockdown, non avevo ispirazione, poi un giorno mi sono violentato e mi sono imposto di scrivere, beh è uscita una delle mie canzoni preferite, non parlo solo di quelle scritte da me ma in generale, la metto nella top 5 delle mie canzoni preferite e sono fiero di averla scritta e composta io!


Sempre in questo brano canti: "Il senso della vita è proprio qui sulle mie dita". Se l'hai trovato veramente, qual è?

Il senso di quel passaggio è che sta sulle dita e se le chiudo lo stringo per un momento, lo capisco veramente per un istante, ma poi lo perdo subito ed è questa la cosa bella perché ogni giorno lo cerco e questo da il senso alla mia vita, cercarne un senso!


Dopo questo anno di stop nel mondo dello spettacolo, tornerete live?

Sinceramente non lo so, a volte mi manca, ma a differenza di molti miei colleghi musicisti a me il live mette troppa tensione, la vivo male, amo più scrivere e stare in studio, la dimensione palcoscenico mi piace ma spesso mi ha dato delusioni, quindi quando succederà di ritornare a fare un live, spero di capovolgere questa tendenza negativa che ho avuto finora!





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