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Da Milano Navigli a Hollywood: i ritornelli di Manfredi sono tornati a farci cantare - Intervista

È passato un po' di tempo dal suo esordio nel 2017 con la iconica "Milano 20143", subito divenuta un classico della scena cantautorale milanese, ma oggi Manfredi è pronto a tornare in campo con un singolo "Hollywood" (per Foolica) e un album in cantiere per il 2021.

Per l'occasione ci siamo fatti raccontare la sua vita in questo periodo d'intermezzo, e di come festeggerà il suo disco di diamante.

Come hai passato la fine del mondo? Questo ultimo periodo diciamo movimentato è stato utile per la tua ispirazione o l'ha stroncata?


Benissimo! Dipende, in realtà stando in casa era possibile scrivere molto però sai che stando in casa hai poco di cui parlare.

Dal tuo esordio nel 2017 sono passati tre anni circa, da “Milano 20143” che è successo nel frattempo nella tua vita?


Nel mentre in realtà nonostante siano stati anni in cui mi sono fatto sentire poco perché comunque ho pubblicato poche canzoni, ho fatto tante cose: al di là dell’università, amori passati, cose varie ho avuto anche la possibilità di scrivere molto, infatti questo disco che uscirà nel 2021 raccoglie oltre a brani scritti in questi anni anche il frutto dell’esperienza maturata nel frattempo. Quando ho iniziato ero davvero piccolissimo, avevo 18 anni e ancora mi dovevo diplomare e quindi c'è stato un momento in cui ho dovuto davvero imparare a scrivere (ride).


Dal nuovo album invece cosa potremmo aspettarci? In che direzione vuoi portare il tuo progetto: più cantautorale, pop o sperimentale?


Sarà un disco davvero molto pop, a me piace il pop, indie-pop, perché poi le tematiche, l'atmosfera, il sapore è quello dell'indie. A me piacciono i ritornelli che siano ritornelli, mi piace la gente che canta il ritornello e quindi ci sono brani appunto più pop - ma senza andare a cercare la marchettatta: sai secondo me si deve essere sempre onesti, veri - e altri brani invece più sentimentaloni, più introspettivi, perché è giusto bilanciare.


Come ti è capitato di approdare in Foolica?


In Foolica ho avuto la mia primissima esperienza nella musica, nel senso che io avevo giusto una prima demo fatta con gli amici ma, per farti capire il livello, l’abbiamo registrata in un armadio. Poi il risultato ci piaceva e l’ho inviato a varie etichette. Mi ha poi risposto Foolica insieme ad altre ma con Foolica abbiamo iniziato subito a lavorare perché ci siamo trovati bene insieme, a me piace il loro modo di occuparsi degli artisti: ne trattano pochi e li seguono bene.


Non so se hai presente ma oltre te in Foolica c’è solo Tommaso Paradiso oltre Masamasa, senti una certa responsabilità?


Responsabilità non ci avevo mai pensato. L'obiettivo è quello di non deludere. Tommaso è ormai arrivato a dei livelli altissimi, però ho anche 10 anni in meno di lui quindi ho ancora campo aperto per recuperare.


Tornando a “Milano 20143”, a Milano ti ci sei trasferito da quando avevi tre anni, è stata quindi il tuo paese delle meraviglie, vivendoci l’adolescenza. Da allora è cambiato qualcosa nel tuo rapporto con lei? È davvero stata quel posto immaginifico che dipingevi in quel brano o l'hai un po' idealizzata?


Considera che sono cresciuto nell’hinterland, zone di Legnano/Rho, quindi in realtà non è che ci sia molto da fare lì. Sono arrivato davvero a Milano con l'università. Lì ho iniziato a vivere Milano e ciò che mi stupiva era il contrasto con l’hinterland, perché Milano era davvero una citta enorme, che per metà ti schiaccia e per l’altra metà ti trascina, davvero favolosa da questo punto di vista. La cosa che mi piaceva tanto sono le sfaccettature che ha Milano: se la vedi di giorno è piena di gente che corre, tipico stereotipo del milanese che corre a lavorare. Pero se tu vai in settimana sui navigli di notte, allora scopri un altro lato di Milano. Io non mi aspettavo che Milano fosse anche questo, una Milano romantica della notte sui navigli, ed entrambe queste dimensioni e mi piacciono per motivi diversi.


Una tematica ricorrente nei tuoi brani è quella dell'amore e in "Hollywood” che uscirà domani (cioè oggi, ndr) lo definisci una bugia di Hollywood: è solo sfiga o è proprio un percorso obbligato che si debba inevitabilmente sbagliare persone nella vita, dando la colpa all'amore?


Secondo me il fatto di sbagliare con le persone nella vita è una di quelle cose che deve succedere per forza. Ho letto una cosa bellissima, non parole mie però te le riporto: diceva “alcune persone sono il viaggio, altre la destinazione”. Alcuni amori non sono per sempre peò senza quelli non vai da nessuna parte. Gli amori dell’adolescenza servono anche a prendere delle misure, capire cosa si cerca in un'altra persona, cosa ci fa stare bene e cosa no.


Un'altra curiosità invece: la copertina dei tuoi singoli è da sempre la stessa, c'è lo stesso pattern ripetuto ma con colori diversi: mi spieghi cosa significano quei frammenti?


Adesso abbiamo cambiato assolutamente copertina, e sono un po' felice malgrado l'altra copertina mi piacesse molto, però ce la si portava avanti da due anni. L’avevamo scelta perché in realtà è una copertina che mi rappresentava molto: sono delle galassie, non so se si vede bene dagli artwork. Sai quando si dice l'universo di un artista, il suo l’immaginario: sono lì ordinate perché in questo immaginario, in questo spaziare con la mente io ho bisogno del mio ordine, ho bisogno di avere le cose ordinate perché mi mette tranquillità, e quindi mi faceva ridere questa metafora dietro la copertina e l’ho scelta.


Vorrei chiudere con una domanda un po' più personale: quale promessa fai a te stesso sul tuo futuro?


Io sono una persona che lavora per obiettivi che vuole raggiungere, ogni volta che ne raggiungo uno me ne pongo un altro. Adesso l'obiettivo più grande è quello del disco, il successivo saranno i primi live. Nel lungo periodo i grandi obiettivi saranno il primo disco d'oro e poi il primo concerto all’Alcatraz. Se sei di Milano è una tappa. Poi ancora più avanti c’è Assago con il disco di platino, San Siro con quello di diamante e il tour mondiale.

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