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Immagine del redattoreSara Carrabba

La quarantena dei Milky Chance si chiama Stay Home Sessions


La prima volta che sono andata al concerto dei Milky Chance, sette anni fa, avevo ricevuto i loro biglietti in regalo da parte di una collega di mia mamma e ne sapevo davvero molto poco. Erano appena arrivati in Italia con “Stolen Dance” che essendo stata trasmessa da tv e radio fino allo sfinimento, non mi faceva neanche impazzire.


Era estate, aveva piovuto tutto il giorno e il concerto era al Carroponte. Insomma, le premesse non erano le migliori e mi stavo preparando a essere la cena preferita delle zanzare di Milano Nord.


Clemens Rehbein, il cantante, un ragazzo della mia età, penso che fosse allora la persona più timida sul globo. Continuava a toccarsi i capelli tra una canzone e l’altra e cercava di abbozzare qualche parola in italiano tipo “Grazie” e “Buona sera a tutti”.


Nonostante le premesse disastrose è stato uno dei concerti più interessanti e rilassanti a cui sia mai stata. Da quel momento, quel gruppo folk-rock tedesco quasi sconosciuto non ha smesso di accompagnarmi.


"Sadnecessary" è il disco che scelgo durante i miei viaggi, mi fa pensare al mare e all’estate in un misto di sentimenti un po’ malinconici ma sempre felici.


Data la situazione attuale è da un po’ che non viaggio e che quindi i Milky Chance stanno in quel cassetto nascosto della mia testa che, per ora, deve stare ben chiuso. Ma hanno deciso di aprirlo improvvisamente e con la delicatezza di sempre realizzando il loro nuovo EP, “Stay Home Sessions”.



Un’idea davvero molto carina, nata sui social. Inizialmente l’intento era solo quello di creare delle versioni acustiche di alcuni brani presenti nel loro ultimo album del 2019, “Mind the Moon”, stando a casa. Questo progetto ha avuto talmente tanto seguito che hanno deciso di farne EP dal titolo “Stay Home Session” che è tutto da ascoltare ma anche da guardare, soprattutto nel brano "Eden’s House" dove hanno avuto modo di partecipare anche alcuni dei loro fan.



Si rimane totalmente affascinati dall’armonia generata dalle voci e dagli strumenti nonostante sia tutto registrato in posti diversi.

Non mi rimane che augurarvi una buona visione e un buon ascolto ripensando a quando potremo ritornare a viaggiare.



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