Il 2016, come ho già scritto nell'articolo dedicato a "Avete Ragione Tutti" dei Canova, può esser visto come un anno fondamentale per la musica italiana, perché l'emergere di alcuni artisti indipendenti come i Thegiornalisti, I Cani e Motta ha, in un modo o nell'altro, riscritto e rinnovato i tradizionali e vecchi canoni della musica pop italiana del periodo.
Oggi per "Il Sabato del Vinile" vi parlerò di un album uscito nei primi mesi di quell'annata e che ha portato alla ribalta un artista, fino a quel momento, poco conosciuto nel panorama pop ma molto noto all'interno della scena indie ed elettronica. Il disco in questione è "L'ultima festa", secondo album in studio di Cosmo, pubblicato l'8 aprile del 2016 dalla sempre innovativa etichetta indipendente 42 Records.
Prima di arrivare ad ottenere un meritato successo Cosmo, nome d'arte di Marco Jacopo Bianchi, ha iniziato la sua carriera musicale nel lontano 2002 quando insieme a tre suoi amici di Ivrea fondò i Drink to Me, gruppo dalle sonorità indie rock ed elettro-pop perfette per accompagnare i testi scritti e cantati in inglese. Con questa band il musicista piemontese pubblicò, nel giro di 12 anni, 3 EP, 1 Split insieme agli Edible Woman, e ben 4 album, riscuotendo un discreto successo nell'ambiente underground sia italiano che non.
Marco, artista sempre aperto alle sperimentazioni, sul finire del 2012, nonostante la sua carriera con i Drink to Me, decise di buttarsi a capofitto in un nuovo progetto come solista e in italiano. Tra l'ottobre e il dicembre di quell'anno, quindi, l'artista di Ivrea, sotto lo pseudonimo di Cosmo, pubblicò tre cover di altrettanti brani italiani, 2 di Lucio Battisti, "Io ti venderei" e la meravigliosa "Abbracciala, abbracciali, abbracciati" e 1 di Franco Battiato, "Gesualdo da Venosa", ri-arrangiate e trasportate, però, all'interno del proprio mondo musicale fatto di elettronica e sintetizzatori.
Dopo queste prime prove in italiano, nel giugno del 2013 Cosmo pubblicò per la 42 Records il suo primo album in italiano da solista "Disordine", disco interessante ma acerbo caratterizzato da testi cantautorali ma ermetici e da sonorità poco levigate, dove l'originalità di Cosmo si mescolava spesso con influenze derivanti da altri artisti come il Battisti del meraviglioso "Anima Latina". Nonostante alcune imperfezioni, le quali sicuramente non rendono questo lavoro un brutto album, "Disordine" si aggiudicò diversi premi, come il Premio akME' per l'innovazione in campo musicale ideato da Vox Day, e, inoltre, venne inserito nella lista dei finalisti della Targa Tenco 2013 alla miglior "opera prima di cantautore", la quale andò a "Il Testamento", il primo disco da solista di Andrea Appino, cantante degli Zen Circus.
Dopo l'uscita di "Disordine", Cosmo riprese il proprio lavoro come insegnante di storia ma allo stesso tempo non abbandonò mai le proprie ricerche musicali. Tra il 2013 e il 2016, infatti, Marco pubblicò nel 2014 l'ultimo disco dei Drink to Me, "Bright White Light", iniziò a collaborare con Alessio Natalizia, ex membro dei Disco Drive, il quale lo aiutò a raffinare il proprio stile musicale verso una dimensione da club e, infine, si dedicò alla produzione di altri artisti come L'Orso, per i quali produsse "Un luogo sicuro", disco uscito per Garrincha Dischi nel 2016.
"L'ultima festa" venne realizzato da Cosmo tra il 2014 e il finire del 2015 e, a differenza di "Disordine", le aspettative attorno a questa seconda prova di Marco non erano molto alte, anzi Emiliano Colasanti, fondatore della 42 Records, in una recente intervista ha detto che, forse, questo disco venne registrato e creato con l'idea di essere l'ultimo album di Cosmo come si può captare anche dal titolo, ma per fortuna non fu così. Questo lavoro, prodotto sempre dal cantante insieme ad Andrea Suriani, ottenne, in realtà, un immediato successo perché oltre a presentare il vero e riconoscibile marchio musicale, tra elettronica e synth, di Cosmo, presenta dei testi meno ermetici, più semplici, diretti ed immediati in cui si possono cogliere sia tutta l'esperienza di vita di Marco, genitore, insegnante e devoto alla musica da club, sia alcune situazioni in cui facilmente l'ascoltatore si può immedesimare.
Lato A
Il disco si apre con il brano forse più provocatorio dell'intero disco "Le voci", pezzo caratterizzato da atmosfere techno che si sposano alla perfezione con le liriche immediate e dirette. In questa traccia Cosmo ci racconta di come ogni giorno si senta continuamente chiamare da alcune voci interiori, le quali non fanno altro che riportalo alla sua realtà quotidiana di uomo di trent'anni sposato con dei figli però, nonostante questo, lui non si lamenta affatto perché riesce comunque a condurre la propria vita familiare senza dover rinunciare ad andare la sera nei club, nonostante non possa più svegliarsi senza sveglia. Di questo pezzo, oltre al testo che grazie alla sua immediatezza sembra raccontare le nostre vite fatte di serate con gli amici, divertimento e vita familiare, mi ha colpito fin da subito la musica della parte centrale, nella quale Cosmo dà sfogo a tutto il suo delirio; in questa parte, dopo la fine del secondo ritornello, l'artista di Ivrea sembra abbassare il ritmo inserendo il suono del mare accompagnato da una specie di xilofono però, ad un certo punto, tutto ciò viene sormontato da un'insistente armonia di synth che esplode, anticipata da un provocatorio "senti questa" detto dall'artista, in un campionamento, che doveva essere un omaggio alla footwork, realizzato da Cosmo partendo da un messaggio vocale, inviatogli da un suo amico, di un uomo che diceva cose sconce in dialetto bolognese.
Questo lato prosegue con il pezzo, molto ritmato e dalle forte sonorità da club, che dà il titolo all'album, "L'ultima festa". Il testo di questo brano è una sorta di inno al divertimento, alla vita notturna, al cercare sempre di superare i propri limiti nonostante il parere molte volte negativo degli altri. In origine questa canzone doveva chiamarsi "Il posto più caldo" come risposta ironica, visto anche il suo testo e le sue sonorità da club, al malinconico brano de I Cani "Il posto più freddo", anch'esso pubblicato nel 2016 dalla 42 Records. "L'ultima festa" è una delle canzoni più note di Cosmo anche per via della sua celebre esibizione al Primo Maggio 2018 quando, proprio durante il ponte del pezzo, l'artista di Ivrea si lanciò a peso morto sulla folla, azione che fa abitualmente durante i suoi live, la quale però, non essendo pronta a tutto ciò, non lo prese lasciandolo cadere e sprofondare.
La terza canzone del lato A è l'intima "Dicembre", pezzo caratterizzato da un bellissimo synth e che parla, con qualche velo di nostalgia, del rapporto con il proprio padre e, in generale, del rapporto con i propri genitori. Il testo è basato quasi tutto sull'incomunicabilità derivante dal rapporto conflittuale che spesso si ha con i propri genitori, in questo caso con il padre; questo è un ostacolo dovuto sia al divario generazionale, sia agli obiettivi che ogni persona si pone durante la propria vita, i quali la portano, prima o poi, necessariamente ad avere alcuni conflitti con i propri genitori. Nonostante questo, a parer mio, bisognerebbe trovare una via di mezzo a questa incomunicabilità generazionale perché altrimenti si rischia di rimpiangere tutte le cose che non si sono mai potute dire, per i più svariati motivi, o si sono dette solo poche volte.
"Troppe occasioni sprecate E ora il tempo è finito, tu Hai deciso di andare Non verrai mai a sapere che" (da "Dicembre")
La traccia finale di questo lato è "L'altro mondo", pezzo dalle allegre sonorità synth anni '80 che però presenta un testo tutt'altro che positivo. Questo brano, a prima vista, sembra descrivere alcuni eventi di una tipica giornata di una persona che vive nella società occidentale e capitalista, una giornata fatta di spostamenti, di spensieratezza, di lavoro e di amore, però sotto questo strato allegro e felice, che si sposa alla perfezione con il sound, c'è un vero e proprio altro mondo fatto di paure e sofferenze che, anche se non ci toccano direttamente, hanno un'influenza sulle nostre vite. Queste sofferenze sono sia reali e tangibili, anche se accadono, soprattutto, nei paesi non-occidentali e lontani, che personali e profonde; per noi occidentali le più pericolose sono quest'ultime, poiché la nostra corrotta società ci ha insegnato che queste sofferenze e paure, come quella di fallire o di restare soli, devono essere nascoste, se non addirittura represse, perché non produttive o utili per il funzionamento dell'intero sistema.
"Le ambulanze L'altro mondo Le paure Che nascondo" (da "L'altro mondo")
Lato B
Questa facciata si apre con "Impossibile", brano dominato anch'essa da un'insistente synth in cui Cosmo parla della casualità della vita ripescando dal suo passato l'incontro che fece a Torino con la sua futura moglie. Nelle prime due strofe del pezzo sembra che ogni situazione ed ogni incontro che si fa nel corso della propria vita avvenga per un preciso motivo che però a noi è del tutto ignoto, mentre nell'ultima strofa questa visione viene completamente ribaltata, poiché il cantante ci dice che tutto ciò che viviamo o proviamo è frutto del solo caso. A parer mio, nel corso della nostra vita alcune azioni dipendono solo dalle nostre scelte, mentre la maggior parte delle situazioni che viviamo avviene per pura casualità e quindi non dobbiamo sempre pensare che tutto ciò che facciamo dipenda solo ed esclusivamente da noi, poiché anche il caos, la casualità gioca un ruolo fondamentale nelle nostre vite facendoci vivere situazioni o incontrare persone con cui mai avremmo immaginato di condividere il nostro incerto percorso di vita.
"Tutto è per caso Uno sguardo di troppo, un respiro più profondo Tutto è per caso Un sorriso rubato all'ultimo secondo" (da "Impossibile")
Il secondo brano di questo lato è lo schietto, diretto e sfrontato "Cazzate", pezzo caratterizzato da un ritmo martellante in cui Cosmo tratta il tema dell'influenza che i mezzi di comunicazione possono avere sulle persone. Il testo della canzone è una sorta di elenco di notizie lette, durante una notte insonne, da Cosmo su vari blog, informazioni che vanno da consigli su come addormentarsi, a segreti geopolitici fino ai significati dei brani di Kendrick Lamar; nonostante questa via vai di notizie irreali e fuorvianti sembri influenzare la mente stanca e assonnata del cantautore, nelle ultime strofe si vede come, il mattino seguente, Cosmo capisce che tutte le notizie che aveva letto durante la notte erano solo cazzate, le quali non avevano minimamente influito sui suoi pensieri. Da questo pezzo capiamo quanto sia importante possedere o sviluppare un proprio pensiero critico il quale, nonostante possa a volte essere smentito, ci aiuta a distinguere le notizie vere e basate su nozioni solide, dalle notizie false ed irreali che proliferano sul web e sempre di più, come dimostra la situazione odierna, si diffondono a macchia d'olio tra la popolazione.
"La mia lingua mi dirà la verità E lentamente si staccherà dal palato Per dire <<Marco, sono tutte cazzate>>" (da "Cazzate")
Questa facciata prosegue con la canzone, a parer mio, più sottovalutata dell'intero disco "Regata 70", brano molto personale, incentrato sempre sul rapporto figli-genitori, stavolta su quello madre e figlio. Nonostante possa sembrare freudiano e nostalgico, sia per il titolo derivante dal nome di una macchina della Fiat, sia per i riferimenti sonori e testuali agli anni '80, in questo pezzo Cosmo guarda al passato non con nostalgia, ma cerca di ripescare dentro di sé i sentimenti che da piccolo provava verso sua madre, i quali però, con il passar del tempo, sono cambiati, poiché si è reso conto che essa non era la figura perfetta che vedeva da bambino, ma era solo un essere umano con le sue debolezze e i suoi difetti. In questo lavoro, oltre ad essere centrale il sound elettronico e da club, una tematica fondamentale è quella del rapporto con la propria famiglia, come dimostra sia la copertina di questo disco, realizzata dallo stesso Marco e che presenta una foto di sua madre da giovane, che il libretto o l'inserto dell'edizione fisica di quest'opera, i quali presentano diverse foto derivanti direttamente dagli album di famiglia del cantante.
"Era lì Proprio lì a metà degli anni '80 E non so dov'è che l'ho perduto Era un sogno, un miracolo, un errore Un destino che non voglio rinnegare" (da "Regata 70")
Il brano con cui si chiude questo lato è "Un lunedì di festa", canzone spensierata e d'amore che riassume bene la filosofia di tutta questa seconda opera di Cosmo. Oltre a presentare quelle sonorità elettroniche, synth e da club che dominano l'intero lavoro, da un punto di vista testuale questo brano racconta di un lunedì felice e spensierato, in antitesi rispetto all'idea mainstream di lunedì come giornata triste per eccellenza, passato insieme alla persona amata, un giorno in cui non bisogna correre ma bisogna lasciarsi condurre dall'amore e durante il quale non si devono ascoltare canzoni tristi, le quali rovinerebbero l'atmosfera dell'intera giornata. Questo disco è come il lunedì di festa di questa canzone, poiché anche se tocca diverse tematiche, alcune anche importanti e profonde, non contiene nessuna canzone triste o malinconica; infatti, anche in quei brani in cui si parla del passato, quella nostalgia è rivista dal cantante in maniera creativa e positiva ed è collegata con l'attuale presente e con il futuro.
"Il nostro amore ci aspetta Non c'è fretta Niente canzoni tristi È un lunedì di festa" (da "Un lunedì di festa")
"L'ultima festa" è uscito in formato digitale e fisico, cd e vinile, l'8 aprile del 2016. La prima stampa vinilica di questo lavoro fu un'edizione limitata di 200 copie numerate a mano, seguita quasi subito da una seconda edizione sempre di 200 copie non numerate. Nel 2018, per via della continua ed elevata richiesta, "L'ultima festa" fu ristampato una terza volta (questa è la stampa in mio possesso) in un'edizione non limitata e ancora disponibile sul sito della 42 Records.
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