No, non è un errore, al contrario. Sembra proprio che Kurt Cobain non volesse rilasciare l’iconico singolo targato Nirvana come estratto da "Nevermind", e per una ragione ben precisa. Ma ricapitoliamo brevemente.
Com’è noto, "Come As You Are" è il secondo singolo più venduto del gruppo statunitense – secondo solo a "Smells Like Teen Spirit" – e famoso per i suoi significati criptici con cui Cobain era solito farcire le proprie canzoni. Pensiamo, per esempio, al verso “and I swear that I don’t have a gun”, che nell’aprile del 1994 – anno del suicidio del cantante – avrebbe generato non poche teorie a riguardo. Molti, infatti, pensarono subito ad una confessione da parte del frontman che, forse, avrebbe provato a comunicare un certo stato d’animo con i suoi fan. In realtà, molti ritengono che quel verso volesse semplicemente intendere che Kurt non avesse nessuno da cui doversi nascondere, confidando nell’abilità interpretativa dell’ascoltatore.
Addirittura, si dice che il titolo del brano derivi da un cartello che Cobain vide all’entrata di un ostello di Aberdeen – città natale del cantante e chitarrista – che spesso l’aveva ospitato in adolescenza, dati i ben noti problemi familiari. Quel che è sicuro è che oggi, lungo la strada che conduce nella spoglia Aberdeen, dal 2005 campeggia un famoso cartello in suo onore, che non a caso recita: «Welcome to Aberdeen, Washington. Come As You Are».
E Come As You Are, a dirla tutta, è stato un brano tormentato sin dalla sua nascita, che non avrebbe nemmeno dovuto avere il titolo con cui oggi la conosciamo. Infatti, subito dopo la sua composizione – avvenuta nel febbraio del 1991 –, il brano avrebbe dovuto chiamarsi Memory, parola che non a caso ricorre spesso all’interno del testo (“as an old memoria”). E sicuramente siamo contenti del cambio di programma avvenuto, considerando l’impatto culturale che una frase come “come as you are” avrebbe in seguito avuto sulle generazioni a venire. E non dimentichiamoci di un altro tassello fondamentale per ricostruire la genesi della track, ovvero del videoclip. Praticamente un video a tema acquatico – e con la famosa pistola (qui galleggiante) citata nel testo –, che riproduce in maniera più o meno fedele quanto comunicato dalla copertina del secondo album degli statunitensi.
Il resto è storia ben nota. Il singolo riscuoterà un successo planetario, qualificandosi a pieno titolo come uno dei manifesti musicali per eccellenza di Cobain e soci, fino ad arrivare all’inserimento nella classifica delle 500 canzoni immortali secondo Rolling Stone nel 2004.
Allora, com’è possibile che Kurt Cobain avesse così paura di rilasciare un tale classico?
Tutto è dovuto al suo inconfondibile riff di chitarra, che in realtà proveniva da una famosa canzone dei britannici Killing Joke, intitolata "Eighties". Cobain, conscio di ciò, avrebbe addirittura preferito il rilascio di In Bloom quale secondo singolo estratto da Nevermind, almeno questo è quanto emerge dalla testimonianza di Danny Goldberg (allora manager della band) che, infatti, dichiarò:
"Kurt era nervoso per “Come As You Are” perché era troppo simile a una canzone dei Killing Joke. Ma pensavamo tutti che fosse la canzone migliore da rilasciare in quel momento."
E i timori del frontman si rivelarono più che fondati, data l’accusa di plagio mossa successivamente dai Killing Joke, i quali avrebbero rinunciato all’azione legale solo in seguito alla morte di Cobain. Un’intelligente mossa dal punto di vista commerciale e l’ennesima prova che l’arte sia continuamente alimentata da un vivace dialogo fra i suoi protagonisti nel corso del tempo. Si potrebbe così riassumere la natura di "Come As You Are", oggi ritenuto il testamento artistico per eccellenza dei Nirvana e di Cobain in particolare, il quale forse non avrebbe desiderato altro che tutto il mondo fosse semplicemente più sincero e genuino. Proprio come lui.
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