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VV ci insegna come colmare la distanza con l'immaginazione


VV è il volto femminile di Maciste Dischi, una cantautrice e producer che arriva dritta dalla metropoli milanese, portando con sé un nuovo modo di fare pop, estremamente intimo e particolare, riconoscibile anche grazie alla volontà di mantenere intatte le registrazioni home-made dei suoi pezzi. Dopo averci incantati con i primi singoli pubblicati, VV è tornata con “La distanza_07”, un pezzo che, pur essendo nato prima di tutto questo periodo di solitudine e distanziamento sociale, si adatta bene alle sensazioni che tutti noi stiamo probabilmente affrontando da qualche settimana.

Noi di Indievision abbiamo voluto raggiungerla per scambiare qualche chiacchiera riguardo alla sua visione della musica e del mondo.



Ciao VV, come stai? Come sta procedendo questa quarantena?

Ciao amici! Fortunatamente sto bene, passo le mie giornate a suonare e scrivere. L’alternativa è studiare: sto continuando a frequentare il Conservatorio online, un bel da fare insomma.


Nel tuo ultimo singolo parli delle sensazioni e della nostalgia di una storia a distanza: che consigli ti senti di dare a chi sta faticando a coltivare amicizie e amori a distanza, in questo periodo strano?

Non scoraggiatevi. Cercate di concentrarvi sul fare cose che magari prima non avevate il tempo di fare, studiate, fate un pasticcio di broccoli, fatevi una maschera idratante… magari in videochiamata proprio con gli amici e gli amori lontani!


Sempre parlando di “La distanza_07”, ascoltandola si sente una differenza di sound con le canzoni precedenti. Questa si allontana dal mondo lo-fi, dalle registrazioni home made a cui ci avevi abituati. È una svolta che ha preso la tua musica o solo un episodio a sé stante?

Mah, chi lo sa, sto sperimentando molto in questo periodo, non sono una che ama stare nella zona di comfort.


Per ora hai fatto uscire sette singoli; li hai scritti pensando ad un fil rouge che li unisce, già pensando di inserirli in un disco, oppure ogni canzone ha vita propria?

Ogni canzone è un piccolo mondo con un proprio immaginario, il fil rouge è l’autenticità di ognuno; mi piace pensare che abbiano una vita indipendente l’uno dall’altro.


Tra l’altro, tutti i tuoi pezzi vengono pubblicati con un numero progressivo, come fossero i provini che si tengono sul pc. Li hai proprio scritti nell’ordine in cui anche noi li ascoltiamo?

Esattamente, sono istantanee di un momento preciso e ho voluto rispettare la loro “data di nascita”.


Quali sono le tue ispirazioni del momento, quelle che più ti restano in testa e influenzano, anche inconsciamente, la tua scrittura?

I film di Woody Allen, l’ultimo rivisto è “Midnight In Paris”. Poi i dischi dei Beatles, uno su tutti “Magical Mystery Tour”.



Quando ascoltiamo le tue canzoni si entra in un mondo sospeso, quasi onirico, fatto molto di immagini. Hai altre ispirazioni, magari cinematografiche e artistiche, che ti hanno indirizzata verso questo mood così particolare?

Mia madre, quand’ero piccola, mi leggeva “Favole al telefono” di Gianni Rodari, una raccolta di fiabe per bambini che sprizzano di fantasia e che celano, dietro alla semplicità delle parole, messaggi potenti. Non nascondo che le ho rilette avidamente, insieme al capolavoro di Saint-Exupéry,Il Piccolo Principe” (che compare anche sul set del video di “Dolcetto_06”).


A proposito di immagini, sia “Moschino_01” che “Canzone felice_03” sono video amatoriali, girati da te. Sono immagini di repertorio che già avevi nel cellulare oppure le hai girate appositamente per i due videoclip?

Li ho girati molto istintivamente, scrivevo le canzoni e poi, con in testa ancora le note e l’atmosfera, uscivo a caccia di immagini che le completassero. Per “Canzone Felice_03” ho avuto anche “gli occhi” delle mie amiche Marta e Laura, ci siamo divertite.


Com’è nata la tua collaborazione con Maciste Dischi? Ti inserisci in un roster di artisti molto diversi da te, completandolo: qual è l’aggettivo con cui ti definiresti, il tuo valore aggiunto?

Sono un po’ fatalista, mi piace credere che era destino. Non ci sono state forzature, io e Antonio (fondatore di Maciste) ci siamo capiti subito, ho inviato i provini e la musica ha fatto tutto. Siamo tutti diversi, ma ci lega il modo comune di intendere la musica.


So che sei laureata in psicologia: i tuoi studi e la tua arte sono in qualche modo connessi oppure per te restano due cose distinte?

La psicologia mi ha dato gli strumenti per dare nomi alle emozioni, per capirne i meccanismi, la musica il mezzo attraverso il quale comunicarle. Sono una la penna e l’altra la mano, quando le uso insieme scrivo.


Noi di Indievision stiamo dando consigli ai nostri lettori per svagarsi e passare il tempo in questi giorni di reclusione e solitudine: c’è chi consiglia libri, serie tv, film, dischi newsletter, canali YouTube, insomma di tutto. Secondo te, VV, cosa non possiamo perderci in queste settimane?

Personalmente sono andata sotto per la serie “The Crown” sui reali di Buckingham Palace: una bella dose di intrighi di famiglia e fatti storici. Un tuffo nel passato per distrarsi dal presente.



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