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Immagine del redattoreEdoardo Previti

"Fuoricampo" dei Thegiornalisti - Il Sabato del Vinile

Il 2014 per il sottobosco della musica italiana è stato un anno abbastanza produttivo, perché ha posto ulteriori basi per la futura rivoluzione musicale, avvenuta tra il 2016 e il 2017, che ha portato all'attenzione del grande pubblico generi, sonorità ed artisti fino ad allora sconosciuti ai più. Tra i migliori e più influenti lavori della scena indipendente troviamo "Orchidee" di Ghemon, "Manuale distruzione" di Levante, "Costellazioni" delle Luci della Centrale Elettrica, "Bright White Light" dei Drink To Me e "L'Italia Peggiore" de Lo Stato Sociale. Menzione d'onore anche a due album di artisti già affermati che in quell'anno portarono una ventata d'aria fresca nella musica italiana: "Logico" di Cesare Cremonini e "Museica" di Caparezza.


Oggi per "Il Sabato del Vinile" vi parlerò di un disco pubblicato nell'ottobre di questa grande annata da un gruppo romano che, fino a quel momento, aveva riscontrato pochissimo successo, ma che grazie a questo lavoro iniziò a farsi conoscere, diventando nel giro di pochi anni uno dei gruppi più apprezzati dell'intero panorama musicale italiano. Il disco in questione è il meraviglioso e spesso sottovalutato "Fuoricampo", terzo album in studio dei Thegiornalisti, pubblicato il 14 ottobre del 2014 dall'etichetta indipendente Foolica Records.

I Thegiornalisti si sono formati a Roma nel 2009 quando tre amici, ancor prima che musicisti, frequentatori della scena underground romana, ossia Marco Rissa, Marco Primavera e Tommaso Paradiso, decisero di fondare un gruppo. Il nome Thegiornalisti, derivante da un'idea di Primavera, è una dichiarazione esplicita degli obiettivi della band: così come i giornalisti danno le ultime notizie, il gruppo vuole raccontare tramite le proprie canzoni le situazioni più comuni e tipiche della vita quotidiana, della realtà. Il gruppo al nome, però, aggiunse il suffisso -The sia per distinguersi da questa professione, che per motivi di più semplice identificazione.



Dopo aver pubblicato nel 2011 un album autoprodotto, "Vol. 1" e nel 2012 un EP e un disco per la Boombica Records, "Canzoni fuori" e "Vecchio", il gruppo decise di abbandonare le proprie sonorità indie-rock di matrice inglese, per abbracciare nuove sonorità vicine a quelle tipiche della musica italiana degli anni '80. In questa fase di traslazione, fu fondamentale per i Thegiornalisti il passaggio sotto l'etichetta indipendente mantovana Foolica Records; infatti, fu grazie a questa nuova avventura che il gruppo iniziò una proficua collaborazione con il produttore Matteo Cantaluppi, il quale aiutò la band a trovare il nuovo sound sperato, ossia una sorta di synth, dream-pop nostalgico, in cui si sente la forte influenza di artisti simbolo della musica italiana degli anni '80, come Lucio Dalla, gli Stadio, Luca Carboni e Vasco Rossi. Oltre a queste nostalgiche influenze musicali, i temi, le situazioni, le immagini e i protagonisti dei brani che compongono "Fuoricampo", sembrano essere usciti direttamente da un film di Carlo Verdone degli anni'80. Nonostante ciò, lo scenario, sia sonoro che tematico, derivante da quel prospero decennio, è mescolato alla perfezione con personaggi, situazioni e scenari tipici dell'oggi, ossia della realtà quotidiana, perché, come già detto in precedenza, l'obiettivo principale dei Thegiornalisti è quello di cantare gli aspetti della quotidianità dei nostri giorni.


Lato A

Il disco si apre con una canzone scritta subito dopo l'uscita di "Vecchio", "Per lei", brano sul quale, in seguito, il gruppo attuò una piccola rivoluzione riducendolo a solo strumentale e ritornello. In questo brano si parla di come l'amore verso un'altra persona, in questo caso una ragazza, possa alterare completamente la realtà dell'innamorato, infatti in "Per Lei", sembra quasi che la bellezza dell'innamorata riesca a far accadere intorno a lei cose meravigliose ed impossibili, come la fioritura degli alberi ad ottobre o un sole splendente su Torino.

"Per lei il sole splende anche a Torino Per lei gli alberi mettono i fiori a ottobre E la città sa di campagna" (da "Per lei")

La seconda traccia di questo lato è il pezzo più diretto, esplicito e spinto dell'intero album, "Promiscuità", un brano in cui un sound accattivante e dal ritmo estenuante accompagna alla perfezione il racconto di una nottata di piaceri carnali. Ad un primo e superficiale ascolto sembra che questo brano parli proprio di una serata lussuriosa, votata al solo piacere fisico, ossia un'orgia, ma in realtà, sotto questo strato carnale, il testo è pervaso da un profondo senso di romanticismo. Lo stesso Paradiso, ha definito questo brano come "una sorta di versione nuova, 2.0, del Tempo delle Mele", uno dei film adolescenziali più noti ed iconici degli anni '80.



Il terzo brano di questo lato è uno dei migliori pezzi dell'intera discografia dei Thegiornalisti, "Proteggi questo tuo ragazzo", canzone centrale del disco, che presenta uno dei migliori testi partoriti dalla penna di Paradiso. Questo è uno dei brani a cui sono più legato e a cui mi sono immedesimato fin dal primo ascolto, perché racconta in maniera diretta ed immediata, quasi fosse una preghiera laica, la storia di un ragazzo timido, fragile ed insicuro, il quale necessita di un appiglio per non affondare, un appiglio che trova nella sua ragazza.


In "Proteggi questo tuo ragazzo" Paradiso è riuscito a ribaltare quel cliché datato dell'uomo forte al quale una donna, vista come debole, si aggrappa, che tanto ha rovinato l'ideologia della società moderna, perché, al giorno d'oggi, esistono anche ragazzi fragili e deboli che riescono ad andare avanti, trovando una protezione dalle proprie insicurezze, anche aggrappandosi, poggiandosi sull'aiuto della propria ragazza.

"Proteggi questo tuo ragazzo Da questa testa maledetta che si infila nella sabbia Che pesa più di tutto il corpo se la vuoi tirare su Da questa testa benedetta da qualche prete negli '80 Come si fa a chiamare testa se mi fa cadere giù Proteggimi tu" (da "Proteggi questo tuo ragazzo")

La quarta traccia di questa facciata è "Mare Balotelli", pezzo che critica ironicamente la società consumista del nuovo millennio, la quale sempre più spesso si basa su modelli non sempre positivi ed appartenenti alla cultura pop come il calciatore Mario Balotelli. All'interno di questo brano, in cui i personaggi descritti derivano da vere esperienze vissute da Paradiso sulle spiagge di Fregene e Ostia, è presente il topos letterario del mare, visto come uno dei luoghi più poetici della natura, il quale, però, viene ribaltato perché, ai giorni nostri, è occupato dai personaggi più disparati senza alcun gusto e sempre più alienati alle tendenze della società moderna. Alla fine, nonostante questa critica alla società e questo ribaltamento della visione del mare, per Paradiso, il mare è ancora il posto in cui ogni essere si mostra per com'è, senza nessun filtro derivante dalla società.



L'ultima traccia del lato A è "L'importanza del cielo (Miyazaki)", brano dal sound dream pop, fortemente influenzato dalle sonorità dei Beach House. Questo pezzo è una sorta di omaggio sia al maestro dell'animazione giapponese Hayao Miyazaki, che a tutta la cultura pop con il quale ognuno di noi è cresciuto. Grazie ad un sound sognante e ad un testo pieno di immagine evocative ed oniriche, questo è uno dei migliori pezzi dell'intero disco, perché ha la capacità di trasportare l'ascoltatore in un'altra dimensione, come se fosse tra le nuvole.

"E anche l'ultimo timore se ne va Quando sei su una nuvola Anche il più piccolo tremore se ne va Quando sei su una nuvola" (da "L'importanza del cielo (Miyazaki)")

Lato B

Il lato B si apre con la canzone più leggere, spensierata e scanzonata dell'intero album, "Aspetto che", un breve pezzo composto da un susseguirsi di immagini comuni, quotidiane. Nonostante la sua leggerezza, questo continuo via vai di situazioni diverse crea nell'ascoltatore una certa sensazione di tensione e sospensione, perché nessuna di quest'immagini, nelle quali ci si può facilmente immedesimare, arriva ad una conclusione vera e propria.


"Come gli studenti Che aspettano l′ultima ora Del sabato non ne possono più Come noi tifosi credenti Che aspettiamo il triplice fischio Sull'uno a zero al novantatreesimo" (da "Aspetto che")

Questa facciata prosegue con uno dei brani più noti dei Thegiornalisti, "La fine dell'estate", pezzo in cui Paradiso riprende e trasmette alla perfezione quelle atmosfere malinconiche tipiche dei film italiani degli anni '80 come Acqua e Sapone e Borotalco di Carlo Verdone. Il sentimento predominante di questa canzone è la malinconia, uno dei pochi sentimenti amorosi positivo e negativo allo stesso tempo, la quale trova una diretta rappresentazione nelle fugaci storielle estive, ossia quelle relazioni che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha vissuto durante il periodo estivo.

"La mia malinconia È tutta colpa tua È solo tua, la colpa è tutta tua E di qualche film anni ottanta" (da "La fine dell'estate")

Il terzo brano di questo lato è "Insonnia", una delle canzoni più personali di Paradiso, nella quale è riuscito a concretizzare tutta la sofferenza che ha vissuto durante quelle notte insonni causate dai suoi continui attacchi di panico. Questo brano, similmente a "Promiscuità", è caratterizzato da un sound tagliente e diretto che si sposa perfettamente con un testo parlato e non cantato.


"Le 4:00 di notte, il sonno che sbatte Contro un muro di ansie che bruciano il corpo e le ali I siti di calcio, tre addominali Dieci flessioni, due righe di frasi banali La muscolatura che si fa più dura Contro questa notte che si fa più dura e mi fotte" (da "Insonnia")

Il penultimo pezzo di questo lavoro è "Balla", brano in cui gli echi della musica degli anni '80 accompagnano meravigliosamente un testo pieno di immagini contemporanee. L'obiettivo iniziale del gruppo era quello di creare un brano in stile Michael Jackson, però, alla fine, è venuto fuori un pezzo più alla Lucio Dallo o Stadio. Il testo di "Balla" è un continuo elenco di cose comuni della nostra quotidianità, senza le quali, però, Paradiso non riuscirebbe a vivere, perché esse sono come delle dipendenze, senza cui sarebbe perso.


"Persi senza le serie in streaming, persi senza nicotina Persi senza divano e cuscino, senza scooter senza un vestito Persi senza Google Maps, senza sapere cosa fare domani E allora balla, balla, balla, balla, balla" (da "Balla")

Il disco si chiude con "Socializzare", brano in cui l'eco degli studi filosofici di Paradiso riemerge. Questa canzone, sempre caratterizzata da sonorità synth e dream pop, è una sorta di invito agli uomini sia a non imitare le specificità degli animali, sia a non isolarsi, chiudersi in se stessi, che a concentrarsi sulla propria caratteristica particolare, ossia la socializzazione, perché, a differenza dei pesci che nuotano e degli uccelli che volano, l'essere umano è un uomo, essere sociale fin dall'alba dei tempi.


"Tu pensa a socializzare, a prender parte agli eventi Non ti tirare indietro con le mani sui fianchi E se ancora non ti senti pronto a fare parte del tempo Pensa che è la nostra storia dall'inizio dei tempi" (da "Socializzare")

"Fuoricampo" uscito nel 2014 solo in versione digitale e in cd, è stato pubblicato per la prima volta, da Carosello Records, in formato vinilico in occasione del Record Store Day del 2017. L'artwork della copertina, curato da Alessandro Degli Angioli, dell'edizione vinilica è lo stesso dell'edizione in cd, e sempre Degli Angioli ha curato anche la realizzazione della busta interna dl vinile, la quale presenta da un lato i testi delle canzoni e dall'altro i crediti e i ringraziamenti.



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