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"Dookie" dei Green Day - Il Sabato del Vinile

Gli anni '90 sono da molti considerati come uno dei periodi più importanti per la musica, soprattutto per quella rock, perché durante questa decade si sono susseguiti artisti e gruppi rivoluzionari, innovativi, i quali hanno lasciato un'impronta indelebile nella storia della musica, su tutti i Nirvana, i Pearl Jam, i Soundgarden, i Red Hot Chili Peppers, gli Oasis, i Blur e i Radiohead.


Oggi per "Il Sabato del Vinile" vi parlerò di un album uscito verso la metà di questo decennio, un disco che per le sue sonorità e le sue tematiche adolescenziali ha sia segnato nel profondo un'intera generazione, che portato alla diffusione su scala mondiale della musica pop-punk, fino a quel momento rinchiusa nei confini americani. Il disco in questione è "Dookie", terzo album in studio dei Green Day, pubblicato nel febbraio del 1994 dalla Reprise Records; questo è uno dei dischi a cui sono più affezionato, perché è stato uno degli album che mi ha musicalmente formato, ossia "Dookie", insieme ad "American Idiot" dei Green Day, "Made In Heaven" dei Queen e le raccolte rosse e blu dei Beatles, è stato il disco che ha innescato la mia viscerale passione per la musica, la quale, nonostante siano passati diversi anni, non ha ancora smesso di pulsare.

I Green Day si sono formati sul finire degli anni '80 a Berkeley, California, quando il cantante e chitarrista Billie Joe Armstrong fondò un gruppo, inizialmente chiamato Sweet Children, insieme all'amico Mike Dirnt e altri due componenti, i quali, nel 1987, lasciarono il complesso, venendo sostituiti dal batterista Al Sobrante, mentre Dirnt iniziò a ricoprire il ruolo di bassista. Dopo l'ingresso di Sobrante la band, grazie soprattutto al lavoro di promozione del nuovo batterista, iniziò ad esibirsi in diversi locali della baia di San Francisco, tra cui il 924 Gilman Street, un club in cui, in quel periodo, si esibivano tutte le band punk della zona e che nel corso dei primi anni di carriera del gruppo divenne il palco a cui si affezionarono di più. Nel 1989 il gruppo decise di cambiare il nome in Green Day, un'espressione americana utilizzata per definire una "giornata passata a fumare erba", e sempre nello stesso anno, il gruppo pubblicò il primo EP con il nuovo nome, "1.000 Hours", per l'etichetta indipendente Lookout! Records, il quale venne seguito, nel 1990, dalla pubblicazione di un altro EP, "Slappy" e dal primo album in studio del gruppo "39/Smooth", due lavori che riscossero un discreto successo. Nel 1990 Al Sobrante, per motivi personali e di studio, lasciò il gruppo e venne sostituito da Tré Cool, portando così alla nascita dello storico trio -Armstrong, Dirnt e Tré Cool- tutt'ora unito e attivo; con questa nuova formazione, il gruppo nel 1991 pubblicò il suo secondo album in studio "Kerplunk", il quale riscosse un ottimo successo attirando le attenzioni delle major sul gruppo, tra cui quelle della Reprise Records, una costola della Warner Bros.

Nel 1994, dopo gli ottimi risultati commerciali ottenuti con il secondo disco, i Green Day decisero di abbondonare la loro etichetta indipendente e di firmare per la Reprise; questa scelta, però, non venne condivisa dai primi fan del gruppo, i quali etichettarono la band come traditrice e gli negarono anche la possibilità di esibirsi in quei locali in cui iniziarono a farsi conoscere, tra cui il 924 Gilman Street. Il gruppo, nonostante fosse amareggiato per il comportamento dei fan e per l'esclusione dai club che li avevano visti nascere, non si perse d'animo ed iniziò a registrare "Dookie" insieme al produttore Rob Cavallo, figura fondamentale che permise al gruppo di non abbandonare la sua vena punk. Grazie all'enorme successo riscosso dal disco, il gruppo venne catapultato ai vertici delle classifiche mondiali contribuendo, insieme al contemporaneo successo di "Smash" degli Offspring, alla diffusione su scala mondiale del pop-punk, un genere che affonda, dal punto di vista delle sonorità, le proprie radici nel punk di fine anni '70, ma che a differenza di questo, presenta sonorità più influenzate dal pop, meno grezze e perciò più orecchiabili e radiofoniche.


Il successo di "Dookie" deriva anche dalle tematiche affrontate al suo interno, infatti i temi di questo disco toccano una varietà di argomenti molto vicini alle problematiche comuni dell'età adolescenziale come l'ansia, la confusione su chi si è e sul proprio orientamento sessuale, le storie d'amore finite male, la masturbazione, la noia, gli istinti omicidi, tipici, ahimè, soprattutto nei giovani americani a causa del non sensato valore che le armi hanno nella società a stelle e strisce, e gli attacchi di panico. Inoltre, questi temi, molto cari a Billie Joe, sono cantanti in una maniera così diretta ed immediata che è molto semplice immedesimarsi in queste canzoni, perché, nonostante le diverse situazioni sociali di ogni individuo, questi testi esprimono alla perfezione il disagio adolescenziale che tutti nel corso della propria vita hanno provato sulla propria pelle.

"Do you have the time To listen to me whine About nothing and everything all at once?" (da "Basket Case")

Il titolo originale dell'album doveva essere "Liquid Dookie", slang americano utilizzato per indicare la diarrea, ma esso venne ritenuto inappropriato dalla Reprise e perciò la band ripiegò sul solo "Dookie". L'iconica copertina del disco è una sorta di omaggio, modellato in versione fumetto, alle radici musicali del gruppo, ossia alla Bay Area, in particolare alla Telegraph Avenue di Berkeley. All'interno della confusionaria scena, dominata dall'esplosione di una bomba, sono presenti delle figure che rappresentano alcuni degli idoli del gruppo, tra cui i Black Sabbath, rappresentati dalla donna vestita in nero sulla sinistra, Patti Smith, raffigurata dalla donna all'interno della finestra in basso a destra, gli AC/DC, rappresentati dal chitarrista sul tetto sulla destra e molti altri ancora.


Lato A

Questo lato si apre con tre canzoni in pieno stile pop-punk che parlano di quella sensazione di apatia che deriva dalla sensazione di non star crescendo ma di star sprecando la propria vita passando le giornate a fumare e ad annoiarsi, "Burnout"; della rabbia e della solitudine che possono portare una persona a compiere azioni non razionali poiché per lui ormai niente ha più valore, "Having a Blast" e di quella rabbia che ogni adolescente prova nei confronti delle altre persone, che delle volte deriva anche dalla sola gelosia che si prova verso quei modelli immaginari di plastica ed egocentrici che la società crea e che fanno sentire gli adolescenti imperfetti e non all'altezza, "Chump".

"I’m not growing up I’m just burning out And I stepped in line To walk amongst the dead" (da "Burnout")

La quarta traccia di questa facciata è "Longview", brano caratterizzato da un frenetico e ripetitivo giro di basso, il quale inizia già nella coda finale di "Chump", scritto da Mike Dirnt, sotto l'effetto della LSD; questo brano tocca il tema della noia descrivendo in maniera molto dettagliata una giornata passata a fumare erba, guardare la televisione e masturbarsi perché non si ha niente di meglio da fare. Questa giornata, però, non è descritta in maniera positiva, ma negativamente, perché queste attività non sono spinte dal piacere personale, ma derivano dalla noia e per questo hanno perso il loro senso piacevole, poiché sono diventate ormai azioni abitudinali, ripetitive e monotone.

Questo lato prosegue con "Welcome To Paradise", canzone già presente in "Kerplunk", ma qui ri-registrata ripulendo le originali sonorità grezze; questo pezzo è stato scritto da Billie Joe Armstrong dopo aver lasciato la casa di sua madre ed essere andato ad abitare insieme a Mike Dirnt. Questo brano descrive perfettamente quella sensazione che si dovrebbe provare, e che io non ho ancora vissuto, quando si lascia la casa dei genitori per andare a vivere da soli, ossia un sentimento all'inizio di paura e solitudine, ma che con il passar del tempo scompare e viene sostituito da una nuova consapevolezza che fa capire che la scelta di aver lasciato il nido sia stata giusta e che questa nuova fase della vita, ossia l'andare a vivere da soli, nonostante i suoi iniziali bassi, sia un momento fondamentale dal quale difficilmente si tornerà indietro. Questa traccia è seguita da "Pulling Teeth", brano che parla di una relazione tossica caratterizzato dalle tipiche sonorità pop-punk presenti in "Dookie" .

"It makes me wonder why I'm still here For some strange reason it's now Feeling like my home And I'm never gonna go" (da "Welcome To Paradise)

La canzone che chiude questa facciata è una delle più note dell'intera discografia dei Green Day "Basket Case", pezzo quasi autobiografico di Armstrong che tratta il tema dell'ansia e del sentirsi matti o frustrati e che è caratterizzato da un cantato leggermente più aggressivo rispetto a quello delle altre tracce dell'album. Questo è uno dei miei pezzi preferiti dei Green Day sia perché mi ha fatto scoprire, insieme ad altri brani, questo meraviglioso gruppo, sia perché presenta uno dei video musicali più belli che io abbia mai visto e sia perché tratta un tema molto importante e diffuso tra i giovani, ossia quello dell'ansia e dei derivanti attacchi di panico. Trattando di questo tema, Billie Joe sembra voler dire che per cercare di superare quest'ansia, la quale porta al panico e alla frustrazione, oltre a rivolgersi a qualcuno d'esterno, non sempre la soluzione migliore, prima bisogna guardarsi dentro, perché anche noi siamo in grado di controllare, o almeno arginare, con le sole nostre forze quest'ansia e questo panico.


Lato B

Questo lato si apre con "She", pezzo scritto da Billie Joe per la sua ex-ragazza Amanda, la quale è la protagonista di altre canzoni del gruppo come "Sassafras Roots", la seconda traccia di questo lato, "Whatsername", brano presente in "American Idiot", e "Amanda", pezzo contenuto in "!Dos!". Questo brano, basato su un fantastico giro di basso, parla di questa ragazza che si sente bloccata in un mondo ideale non costruito da lei, dal quale non riesce a scappare per il timore di non soddisfare le aspettative che le persone che la circondano hanno nei suoi confronti; quindi, per non impazzire, questa ragazza esterna tutta la sua rabbia e la sua frustrazione nei momenti che passa con il suo ragazzo, il quale sta al suo fianco, mette i suoi problemi da parte ponendo tutta la sua attenzione su di lei, in modo da aiutarla a stare bene e vederla felice.

"Are you locked up in a world That's been planned out for you? Are you feeling like a social tool without a use? Scream at me until my ears bleed I'm taking heed just for you" (da "She")

La terza canzone di questa facciata è la meravigliosa "When I Come Around", brano scritto da Billie Joe dopo un litigio con la sua fidanzata, e attuale moglie, Adrienne a cui seguì un breve momento di pausa voluto dal cantante per schiarirsi le idee sulla loro storia. Questo è un pezzo a cui sono molto legato perché tratta il tema delle relazioni di coppia, le quali non sono sempre perfette e a volte necessitano anche di alcune pause utili per far capire ad entrambe le parti se il sentimento provato è vero o solo passeggero, perché se il sentimento, ossia l'amore, è vero da entrambe le parti alla fine, in un modo o nell'altro, ci si rincontrerà, mentre se si capisce che il sentimento non è vero, ma è solo passeggero, a questo punto, non bisogna continuare a forzare una situazione non giusta, perché una simile situazione, alla fine, porterà solo dolore e tristezza ad entrambe le parti.

La quarta traccia di questa facciata è "Coming Clean", brano che parla del delicato e confuso, dal punto di vista della sessualità, periodo che si attraversa durante l'adolescenza; questo è un pezzo autobiografico perché a cavallo dei 16 e 17 anni Billie Joe attraversò un momento di confusione in cui capì di essere bisessuale. In questa canzone si parla di un confuso ragazzo di 17 anni, il quale è ingarbugliato nella rete dei prefissati schemi sociali legati alla sessualità e perciò teme per la reazione dei suoi genitori, i quali, secondo lui, non capirebbero il fatto che lui sia bisessuale; nonostante questo e la confusione, il ragazzo, però, capisce che non potrà nascondere per sempre nell'armadio ciò che è veramente e quindi accetta, sentendosi in pace con se stesso, il fatto di essere attratto sia dagli uomini che dalle donne, anche se, però, nel profondo continuerà sempre ad esistere un lieve timore verso il giudizio dei suoi genitori. Questo brano lancia un messaggio molto importante, perché fa capire che per essere in pace con se stessi e vivere al meglio la propria vita bisogna essere se stessi e seguire il proprio orientamento sessuale senza aver paura di nasconderlo.

"Seventeen and coming clean for the first time I finally figured out myself for the first time I found out what it takes to be a man Well, mom and dad will never understand What’s happening to me?" (da "Coming Clean")

Gli ultimi tre pezzi dell'album sono: "Emenius Sleepus", brano scritto da Armstrong insieme a Dirnt che racconta quegli incontri che avvengono dopo tanto tempo, con alcuni amici di gioventù che ormai, per via delle loro scelte di vita e dei conseguenti cambiamenti, sembrano essere diventati quasi degli sconosciuti; "In The End", brano scritto da Armstrong che parla del difficile momento che visse quando sua madre trovò un nuovo compagno e la rabbiosa "F.O.D.", abbreviazione di Fuck Off and Die. In realtà, l'album non si chiude con "F.O.D.", perché ad essa, come in "Abbey Road" dei Beatles, segue una traccia fantasma dal titolo "All By Myself", breve brano che, molto probabilmente, parla della masturbazione cantato dal batterista Tré Cool.

"You finally got what you want Someone to look good with And light your cigarette Is this what you really want?" (da "In The End")

La prima stampa in vinile di "Dookie", ahimè non in mio possesso, è stata pubblicata nel 1994, in due versioni, una nera e una limitata di color verde; queste stampe del 1994 si caratterizzano per il fatto che sul lato posteriore presentano la versione originale e non censurata del retro copertina, ossia l'immagine di un gruppo di persone in cui spicca al centro il celebre pupazzo Ernie di Sesame Street, rimosso nelle versioni successive per via dei diritti d'autore.




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