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Guida Galattica a "CTRL", nuovo album di Narratore Urbano - Recensione

Tra una manciata di giorni si chiude il mio terzo anno di sproloqui su queste pagine, sproloqui terapeutici per me, ma in particolare per le chat con le persone a me care, finalmente alleggerite di decine di “ascolta qui”, “séntiti questi” e “finalmente un bel disco” vari.


Se c’è una regola che mi sono sempre imposto, un po’ per timidezza, un po’ per un tentativo di correttezza (che poi nei confronti di chi e di cosa) e un po’, a dir la verità, a caso, è quella di non scrivere mai recensioni su lavori di amici, criterio col senno di poi nemmeno troppo facile da rispettare, alla luce del fatto che negli ultimi dodici anni ho passato praticamente ogni weekend sopra o sotto un palco.


Facciamo che per oggi questa cosa la strappo, o per usare i termini moderati ed accoglienti dell’informatica, la metto in standby. Il fatto che ci sia un rapporto di un certo tipo con Alekos, se vogliamo ben vedere, deriva in primis dalla mia grafomania: in sintesi, poiché già spiegato in un altro articolo, dopo averlo scoperto in una playlist e aver appurato essere uno dei talenti più cristallini della nostra generazione, ho deciso di mettermi in contatto con lui per dargli almeno una piccola parte della visibilità che merita. Per quanto non scontato, è venuto da sé un legame tanto prezioso quanto genuino, che mi ha portato a dedicargli l’articolo del 25 aprile di quest’anno, al quale tengo parecchio, e mi ha fatto avere in mano il suo nuovo album "CTRL" già da qualche mese, durante cui ho potuto assimilare ogni parola, ogni nota e assaporare al meglio un lavoro che ha tanto, tantissimo da dire.


L’idea di questo articolo nasce esattamente da quanto appena scritto: parliamo di nove canzoni che, oltre a meritare per scrittura, sound e produzione, ma ci arriviamo dopo, vanno a fornire uno spaccato limpidissimo della società dei nostri tempi, che porta inevitabilmente con sé le sue contraddizioni e assurdità. Verrà di conseguenza associare ad ogni brano un evento emblematico dell’anno che si sta per concludere, citato esplicitamente o in modo meno nitido tra le righe.


Alekos Zonca, in arte Narratore Urbano, pubblica i suoi primi brani nel 2020 (“Fine delle trasmissioni”, EP), seguono una manciata di singoli raggruppati nella prima compilation “2ANNI” (2022). Nel frattempo una valanga di date in tutto il nord Italia, aperture autorevoli e l’ingresso di Luca Abbrancati (basso), Giorgia Capatti (batteria) e Giovanni Bersani (tastiere). Prodotto da Claudio Lorusso, già voce e chitarra degli Atlante, “CTRL”, primo vero disco concepito come tale, vedrà la luce tra poco più di una settimana, venerdì 15 dicembre.


La prima differenza a notarsi è la dimensione che muta da solista a band: si percepiscono linea e scelta d’arrangiamento di ogni strumento e il lavoro è eccellente. In 9 brani vediamo avvicendarsi una miriade di sottogeneri che non riesco nemmeno ad elencare, la colonna portante della sezione ritmica è immancabile, così come i sintetizzatori ad accompagnare una continua oscillazione tra rock ed elettronica che potrebbe portare, ma non sarò di certo io a farlo, anche perché non mi piace questo tipo di paragone, a scomodare dei giganti dell’alternative italiano, ironicamente concittadini di Alekos e compagni.


Direi che è ora di premere play, ma soprattutto di spoilerare qualcosina.



“Little Boy”, dal nostro definita “trailer di CTRL”, è il primo schiaffo: predomina l’elettronica con un drop che colpisce subito forte tanto a livello sonoro quanto relativamente alle parole, che non possono che farci scorrere davanti agli occhi le dichiarazioni al gusto di guerra nucleare, negli ultimi anni davvero troppo frequenti e da parte davvero di troppi capi di stato.

“Stanno tutti alzando la voce E quando tutti alzano la voce A un certo punto un pazzo Tira fuori una pistola E un altro fa fuoco”

Un passettino verso il crossover, è il momento di “Bisognini”: una fotografia della pietosa condizione in cui trent’anni di berlusconismo (“Lode a un criminale / Lo Stato al funerale”) e non solo hanno trascinato il terzo stato del nostro paese, tra il feticcio del futile, l’odio e un livello culturale ai minimi storici.

“L’italiano medio è un undicenne neanche troppo sveglio Potrebbe aspirare a un posto tra i 5 stelle Attendo Sergio che scende e vi da 5 sberle”

A filo stretto con la traccia precedente, la caparezzeggiante “La Roba di Classe” descrive la cultura come privilegio: un’università elitaria, un master all’estero per poi finire come Alain Elkann a lamentarsi dei maranza incrociati sul treno per Foggia definendoli “Lanzichenecchi”. Il sapere è veramente questa cosa?

“Gli altri sfigati vendono un rene per stare al passo Salotti bene si ma al collasso È solo un classico: La classe del Classico Classista, classifica gli altri per ceto e classi”

Complice un’ottima sezione ritmica, il groove resta altissimo anche per “Narrazioni Urbane”. La title track del progetto artistico Narratore Urbano ha come temi principali gli abusi di potere (all’ordine del giorno quest’anno, non credo sia necessario citare esempi, in ogni caso anche qui non è necessario nemmeno uscire dalla città di provenienza dell’autore) e la “sinistra” dei giorni nostri.

“Odio la finta sinistra un po’ perbenista Finta progressista, finta ecologista Che invece di stare dalla parte degli scalzi e mesti Sta con Scanzi e Renzi”

Il pezzo più chitarroso (crossover nel sound ma anche nella citazione ai RATM) è anche quello con l’unico feat. di "CTRL": in “Prato Fiorito” è una piacevolissima scoperta la rapper torinese classe ‘98 Ellie Cottino. Il brano esplode immediatamente con la voce di Alekos ad aprire una riflessione contro l’utilizzo errato delle svariate possibilità fornite dalle nuove tecnologie, Ellie rincara la dose menzionando la violenza di genere: riguardando l’anno appena trascorso non possono non saltare alla mente i fatti di Palermo, dove alla violenza è seguita la disgustosa esigenza della pubblicazione sul web, e tutto torna, in una collaborazione che fa ampiamente centro.

“Non sono lirical-battle Ma una scena unita sotto un fronte compatto Infatti lo senti il distacco, di chi spinge dal basso E chi l’ego soltanto”

“La paura ci consuma”, recita il ritornello che chiude il bellissimo spoken di “Anakin Skywalker”. Di paure ce ne sono tante, ragionevoli o meno, come l’angoscia verso ogni tipo di futuro, oppure come la mia ogni volta che vedo un insetto giallo. La nostra società, da tempo, è costruita sulla paura che diventa odio verso il prossimo, nei giorni nostri nella fattispecie se arriva su un barcone.

“È un problema essere una persona Quando gli altri vedono un personaggio”

“Champs-Elysees” è una canzone tirata con un bellissimo ritornello. Sullo sfondo del testo mi piace immaginare una storia d’amore ambientata nelle rivolte del luglio scorso, perché in Francia sanno scendere in piazza, non l’hanno mai nascosto.

“Io e te A far esplodere gli Champs Élysées”

A pagare il conto degli ultimi degradanti anni del nostro pianeta, e di conseguenza del nostro Stato, sono (siamo) i giovani, schiacciati in questa frenesia del performismo in un sistema che non funziona più, dal caro affitti agli stipendi che non varranno mai nemmeno la metà di quelli dei nostri genitori, dalla situazione climatica alle tensioni in ogni zona della terra: “Verdena” è la storia di una ragazza che non si trova più a suo agio e, soffocata dalle ansie, si toglie la vita mentre ascolta una canzone dell’omonima band. Uno dei pezzi migliori sotto ogni punto di vista, bellissime l’esplosione finale e la linea vocale del ritornello, in cui il nostro arriva a portare la voce in territori lontani da tutto quello che abbiamo sentito precedentemente, il risultato è fantastico.

“Voglio finisca in fretta”

A chiudere "CTRL" è “Aurora Futura”: se parlando del buco nero in cui si sta infilando il sistema climatico del nostro pianeta non possiamo essere troppo tranquilli, per usare un eufemismo, la canzone mira ad un altro sistema che non se la passa troppo bene, ma in questo caso il sentimento, almeno di chi sta scrivendo questa recensione, è diverso. Il mercato musicale italiano vive una situazione surrealmente agonizzante, la bolla è sempre più vicina ad esplodere, la traccia parla esattamente di questo, e io personalmente, con i popcorn, non vedo l’ora di vedere quando esploderà.

“Mentre Milano si diffonde Datemi il tritolo”

Torneremo ad ascoltare i dischi per intero, in modo da arrivare in fondo e non perderci brani come questi? Io lo spero forte, intanto auguro a tutti un buon ascolto, di cuore, che è quello che "CTRL" si merita.




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